Manifestazioni antiserbe a Sarajevo
Nella prima metà del Novecento la Germania è un po’ spigolosa, con una tendenza a generalizzare e ad assumere posizioni abbastanza nette.
Heinrich von Tschirschky, ambasciatore tedesco a Vienna, non usa giri di parole: «Bisogna sistemare una volta per tutte i serbi; e subito».
Il Kaiser Guglielmo II annota a margine del telegramma: «Ora o mai più».
L’idea piacerebbe a tutti i giornali austriaci, sono sulla stessa lunghezza d’onda.
Al Principe di Serbia viene negata la possibilità di intervenire al funerale di Francesco Ferdinando. Sarajevo è ormai una polveriera accesa.
Mentre continuano gli arresti in massa e si indaga su una possibile congiura, nella capitale bosniaca è proclamato lo stato d’assedio: la popolazione serba viene aggredita da tutto il resto della città. Non è mai corso buon sangue tra le varie etnie jugoslave.
Il proclama dello stato d’assedio, preceduto dal rullo di tamburi, è chiaro: chi non rispetta la legge stataria sarà «giudicato sommariamente e, ritenuto colpevole, condannato a morte».
Stando alle cronache dell’epoca, il sindaco di Sarajevo non fa la più brillante delle dichiarazioni in merito ai congiurati: «Esortiamo la popolazione di Sarajevo, dimostratasi sempre fedele e leale, a sterminare questi reietti del genere umano, in modo che simili e nefandi delitti non abbiano più a verificarsi. Sarà dovere della popolazione di Sarajevo lavarsi dall’infame macchia fatta alla città».
Sì, ma c’è un problema: nessuno sa con certezza chi siano i congiurati; l’unico indizio è l’etnia serba.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Continuano le manifestazioni antiserbe a Sarajevo e in Europa.
- Diplomatici austro-ungarici e tedeschi chiedono indagini accurate ai loro omologhi serbi e russi. Il Sottosegretario di stato tedesco Arthur Zimmermann si rivolge agli ambasciatori in Germania. L'Ambasciatore austriaco in Serbia ha presentato una richiesta simile al Segretario generale del ministero serbo degli affari esteri, Slavko Gruić. Le richieste di Germania e Austria-Ungheria sono respinte.
- L'Ambasciatore tedesco a Vienna Tschirschky consiglia gli austriaci di non prendere decisioni affrettate.
- Il Parlamento inglese discute dell'assassinio dell'Arciduca. Lord Crewe e Lord Lansdowne intervengono alla Camera dei Lords; il Primo ministro Asquith interviene alla Camera dei Comuni.
Parole d'epoca
Guglielmo II
Kaiser tedesco
In margine a un telegramma inviatogli da Heinrich von Tschirschky, ambasciatore tedesco a Vienna
Vienna, 30 giugno 1914
TELEGRAMMA
Here I hear even serious people express the desire of settling accounts with the Serbs once for all. A series of conditions should be sent to the Serbs, and, if they did not accept these, energetic steps should be taken.
ANNOTAZIONI DEL KAISER
Now or never!
CONTINUA IL TELEGRAMMA
I take advantage of every such opportunity for quietly but earnestly discouraging precipitate measures.
ANNOTAZIONI DEL KAISER
Who told him to do this? It is very foolish. This does not concern him in the least. It is entirely Austria's affair to decide what he is to do.