25 Luglio, 1914

Il punto di non ritorno

L’Austria-Ungheria ha negato una proroga dell’ultimatum. Si va fino in fondo.
Il Governo serbo è avvilito; valuta l’ipotesi di accettare tutte le condizioni. Ma prima vuole parlare con i russi. Per San Pietroburgo le richieste asburgiche sono eccessive.
Il 25 luglio lo Zar Nicola II ordina il «periodo preparatorio alla guerra». Non è una mobilitazione dell’esercito vera e propria, è più un modo per fare pressione; si spera ancora di trovare una soluzione pacifica. La Russia garantisce l’appoggio a Belgrado.
La scadenza dell’ultimatum si avvicina, è tardo pomeriggio. La risposta serba arriva pochi minuti prima delle 18:00. Hanno chinato la testa, hanno accettato tutte le condizioni. Tutte tranne una, la più assurda: gli emissari austro-ungarici non potranno dettar legge in territorio serbo. Le norme del diritto internazionale sono chiare al riguardo; anche nel 1914.
Sarà il punto di non ritorno.


Vienna richiama l’Ambasciatore e rompe le relazioni diplomatiche con Belgrado. Prevedibile. La Serbia ha già mobilitato il suo esercito. Il Governo ha lasciato Belgrado, troppo esposta; la capitale è stata spostata a Kragujevac, un centinaio di chilometri più a sud.
L’Italia non ha interessi nel supportare l’Austria-Ungheria. Ne è consapevole il Ministro degli esteri tedesco. Von Jagow scrive a Guglielmo II: «Il testo dell’ultimatum è scritto in modo così aggressivo e imbarazzante che l’opinione pubblica in Europa e in Italia sarebbe contro Vienna. Il Governo italiano potrebbe opporvisi. La mia impressione è che l’unico modo per tenere l’Italia nell’Alleanza è di promettere le compensazioni».
È un messaggio indigesto per il Kaiser, non ancora rientrato dalle vacanze.
Sull’eventualità di una guerra l’Europa si spacca. Molti sono contrari, ma non tutti. A Parigi e a Berlino si assiste a manifestazioni interventiste.

 Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • L'Austria-Ungheria risponde alla Russia, negando la proroga dell'ultimatum.
  • Il Governo serbo invia la sua risposta all'ultimatum austro-ungarico, accogliendo parte delle richieste ma rigettando o eludendo altre parti.
  • La Serbia inizia la mobilitazione delle sue forze armate. Il Governo lascia Belgrado; la capitale viene spostata a Kragujevac.
  • L’ Austria-Ungheria dichiara la legge marziale e interrompe le relazioni diplomatiche, richiamando l’Ambasciatore austriaco Giesl da Belgrado.
  • Jagow, Ministro degli esteri tedesco, invia un altro messaggio a Vienna per incoraggiare gli austriaci ad affrettarsi a dichiarare guerra alla Serbia.
  • Il Kaiser Guglielmo II lascia la Norvegia per tornare a Berlino, così come i Generali tedeschi Moltke e Falkenhayn.
  • Il Generale Putnik, Capo di Stato maggiore serbo,  viene arrestato vicino Budapest.
  • In serata manifestazioni a favore della guerra a Parigi, Berlino, Vienna, Budapest e in molte altre città dell'Austria-Ungheria e della Germania.

  • In Francia il Consiglio dei Ministri sollecita l'immediato ritorno di Poincaré e Viviani. I francesi iniziano in segreto i preparativi militari, richiamando le truppe all'estero.
  • In Russia il Consiglio dei Ministri si riunisce alla presenza dello Zar. II Ministro degli esteri russo, Sazonov, comunica  a Londra che, aggravandosi la situazione, conta di avere il Regno Unito apertamente a fianco della Russia e della Francia per mantenere l’equilibrio europeo, che il trionfo dell'Austria-Ungheria indubbiamente comprometterebbe.
  • Il Ministro degli esteri inglese Grey propone una conferenza della grandi Potenze a Londra.
  • Roma il Governo italiano non mostra di essere interessato a intervenire in favore dell’Austria-Ungheria.

Fronte occidentale

  • La Germania ordina di tener consegnate tutte le truppe dell'Alsazia-Lorena e di mettere in stato di completo armamento i forti prossimi alla frontiera.

Fronte orientale

  • Truppe russe vengono spostate sul confine russo-austriaco come arma di pressione a favore della Serbia.

Parole d'epoca

Antonio Paternò Castello, Marchese di San Giuliano,

Ministro degli esteri italiano

Telegramma al Duca d'Avarna, ambasciatore italiano a Vienna

Oggi abbiamo avuto una lunga conversazione a tre, il presidente del Consiglio, il signor Flotow ed io, che riassumo per informazione personale di Vostra Eccellenza e per eventuale norma di linguaggio.Abbiamo Salandra ed io fatto notare anzitutto che l'Austria non avrebbe avuto il diritto, secondo lo spirito del Trattato della Triplice Alleanza, di fare un passo come quello che ha fatto a Belgrado, senza accordo con i suoi alleati. L'Austria, infatti, per il modo come la nota è concepita e per le cose che domanda, mentre sono poco efficaci contro il pericolo panserbo, sono profondamente offensive per la Serbia e indirettamente per la Russia, e ha solo dimostrato che vuole provocare una guerra. Abbiamo perciò chiaramente detto al signor Flotow che per tal modo di procedere dell'Austria, e per il carattere difensivo e conservatore della Triplice Alleanza, l'Italia non ha obbligo di venire in aiuto dell'Austria in caso che, per effetto di questo suo passo, essa si trovi poi in guerra con la Russia, poiché qualsiasi guerra europea è in questo caso, conseguenza di un atto di provocazione e di aggressione dell'Austria

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori