Occhio ai turchi
In Turchia qualcosa bolle in pentola. L’Impero Ottomano ha già da qualche tempo ordinato una lenta mobilitazione dell’esercito. Il perché? Una bella domanda. Definire “vaghe” le motivazioni sarebbe un eufemismo. Da Costantinopoli hanno risposto grossomodo così: “E’ solo una precauzione, di questi tempi non si sa mai… tranquilli, nessuno ha intenzioni bellicose”. Ecco, nel trovare una scusa potevano impegnarsi un pochino di più.
Il 9 settembre il governo turco annuncia l’abolizione delle capitolazioni e delle immunità a partire dal primo ottobre. Le capitolazioni erano di fatto accordi internazionali: ai cittadini occidentali venivano garantiti una serie di privilegi e diritti. È un altro indizio su un contesto sdrucciolevole; il secondo. Anzi no, il terzo: non va dimenticata la questione irrisolta degli incrociatori tedeschi, mai disarmati.
Sulla Marna l’esercito francese costringe i tedeschi a ritirarsi ancora, c’è sempre un vuoto da colmare. Il Capo di Stato maggiore, il Generale von Moltke, è costretto persino a interrompere l’offensiva nel Grad-Couronné, a est di Nancy.
Agli austro-ungarici non va meglio: dopo aver perso Dec, in Syrmia, per mano dei serbi, subiscono un’invasione montenegrina in Bosnia. E sulla Drina i progressi non sembrano rispettare le attese.
In Italia c’è un socialista diverso dagli altri. Intemperante, per anni ha professato l’antimilitarismo, pur strizzando l’occhiolino alle sirene rivoluzionarie. È andato in Svizzera per sfuggire al servizio di leva; un disertore amnistiato.
È un oratore convincente e carismatico. Tornato in Italia, scala il partito socialista tanto da arrivare a dirigere “L’Avanti”. Benito Mussolini è stato un irremovibile neutralista. Almeno fin’ora. Qualcosa è cambiato, in una riunione di partito afferma che i socialisti non saranno mai favorevoli alla guerra, ma a certe condizioni potrebbero anche accettarla, pur non assumendosi alcuna responsabilità di governo. È il primo passo verso un punto di non ritorno; il primo passo verso il ventennio fascista.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- In Turchia vengono abolite le capitolazioni e tutti gli altri diritti di immunità a partire dal 1° ottobre. Il Governo turco in una nota afferma di agire solo nell’interesse del paese e dichiara di essere pronto a concludere trattati di commercio conformi ai principi del diritto internazionale.
Fronte occidentale
- Continua la battaglia della Marna. I britannici attraversano il fiume inseguendo i tedeschi. I francesi arrivano fino all’Ourcq, comincia la ritirata tedesca.
- Battaglia di Fère Champenoise.
- Il Generale tedesco von Moltke ordina la ritirata dell’ala destra (Marna) e blocca l’offensiva contro le Grand-Couronné (est di Nancy), dove il Generale francese Castelnau resisteva dal 5 settembre.
Fronte orientale
- Fine della Battaglia di Tarnawka.
Fronte meridionale
- Syrmia: i serbi occupano Dec.
- I montenegrini invadono la Bosnia.
Fronte asiatico ed egiziano
- La prima unità “A” della Expeditionary Force indiana arriva a Suez.
Fronte d’oltremare
- Finisce la difesa di Abercorn, in Rodhesia (Mbala, Zambia). Le truppe tedesche si ritirano.
- Combattimenti vicino Karonga (Nyassaland). Primo scontro importante.
Parole d'epoca
Anonimo
Lettera a Sua Maestà Vittorio Emanuele III
La Maestà vostra e pregata d'uscire dalla neutralità e rombere subbito le rolazioni di plomatiche dentro questo settimana, Altrimenti si complottera verso di Lei e della sua famiglia attendero il colpo fatale.Vogliamo Trieste con le armi Questo e quello che vuole il Popolo Italiano Firmato il complotto ovveceversa rioffermiamo alla Maestà V. l'honore
Parole d'epoca
Brigadier-General Noel Douglas Findlay
Diario
Battle of the Marne. Push off again to take the bridge at Nogent, which after some delay we find to be an occupied by enemy. Our cavalry, which has already crossed, is fired on by the R. A. Silly asses. It is quite obvious that they are not the enemy. Advance again north. Sound of large battle on our left, i.e. west. We find 18 cavalry wounded by our guns. The officer of R. A. responsible ought to be shot in my opinion. We move north and still north and finally bivouc at Le Thoulet. All the villages are broken and signs of the retreating enemy are met with everywhere. Dead horses, graves, etc. Nasty sights. An occasional hole where a shell has dropped and with perhaps some blood about it. There is a certain amount of fighting with our advance guards and the Germans, and we see ambulances come back full of wounded. However one is accustomed to such sights. A most excellent dinner which our interpreters managed to get. Bacon, tea, eggs and fresh bread, which we have not seen for some five or six days. Everyone feels very much better.