19 Novembre, 1914

Un burocrate vi seppellirà

Una guerra non si combatte solo al fronte. A Lille manca tutto: mancano le bare per seppellire i morti, avvolti in lenzuoli e interrati; non c’è neanche il pane, latitante da un po’. È passato un mesetto dall’occupazione, della luce alla fine del tunnel non v’è ancora neanche una traccia.
Neanche le battaglie si combattono solo al fronte: in Gran Bretagna si lotta ogni giorno, contro chi è difficile dirlo. La paura delle spie, la «spionite» come la chiama Marcello Prati su La Stampa, è un’epidemia. Dilaga, si nutre di miti e storielle, alcune tragiche, altre comiche. Una su tutte: i boyscout perlustrano i tetti della capitale ogni notte. Gli immigrati, soprattutto i tedeschi, sono forse più terrorizzati degli stessi londinesi. Setacciano il proprio albero genealogico in cerca di un qualsiasi parente di nazionalità neutrale. E se non lo trovano cambiano nome. Sono tedeschi però, le cose vanno fatte seguendo il giusto iter burocratico, presentando ogni documento. Sì, ma far sapere al mondo di essere nato in Germania e di aver richiesto un nome fittizio non è il miglior modo per fugare i sospetti. Gli arresti di cittadini stranieri aumentano.


Sul fronte orientale il Generale tedesco August von Mackensen ha occupato Piątek: le porte di Lodz si spalancano, la via è spianata. Il 19 novembre a difendere la città ci sono circa 150.000 russi; la Germania schiera 250.000 uomini e inizia le manovre di accerchiamento.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Italia: le direzioni dei partiti radicale, democratico-costituzionale e socialista riformista deliberano di svolgere in tutto il paese un'azione di opposizione alla propaganda neutralista per liberare le terre irredente soggette all'Austria-Ungheria.

Fronte orientale

  • I russi occupano alcuni passi dei Carpazi.
  • Polonia: il Generale tedesco Mackensen conquista Piątek e apre la strada a Lodz.

Fronte meridionale

  • Serbia: gli austro-ungarici conquistano Valjevo; i serbi si ritirano.

Parole d'epoca

Sergeant Bernard Joseph Brookes

Diario

The next day we went for a route march in the snow to keep us in a fit state of health.
Our first casualty was also reported this day, and strange to say the man who was killed (through the falling in of his "dug-out") bore the same name as mine but Brooks.
The similarity of names caused a fright at home, but upon inquiries being made at our headquarters in London happiness was again restored to the family bosom, but, unfortunately, it informed them vividly that I had got into the danger zone, and I had so far managed not to let them know that I was near the firing line.
In the evening we had a good concert round the fire. 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori