Chiusa la seconda battaglia dell'Isonzo
L’offensiva italiana ha perso lo slancio, ha rallentato ovunque. Il 3 agosto possiamo definire conclusa la seconda battaglia dell’Isonzo. Abbiamo fallito. Passi avanti ci sono stati, ma sono troppo pochi. Aver poggiato i piedi sull’altopiano di Doberdò, aver impegnato la seconda linea asburgica, non può bastare. Abbiamo solo spinto il nemico a trincerarsi un po’ più in là, ne abbiamo rintuzzato ogni contrattacco, sì, ma le conquiste di mezza estate si continuano a misurare in metri.
L’esercito italiano ha mancato gli obbiettivi grossi: il Monte San Michele ci è scivolato tra le dita un paio di volte; Gorizia l’abbiamo intravista solo da lontano.
Le postazioni lungo tutto il fronte hanno cambiato padrone spesso e volentieri; le nostre perdite sono aumentate a dismisura, quelle austro-ungariche seguono a ruota.
Non c’è verso, non si riesce a sbloccare la guerra di posizione; la seconda battaglia dell’Isonzo non cambia lo scenario generale: le difese asburgiche reggono all’urto, lo sfondamento non c’è stato.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Risposta delle potenze dell’intesa alla Nota bulgara del 14 giugno.
- Stabilito il controllo parlamentare dell’esercito francese.
Fronte occidentale
- Respinto un attacco notturno tedesco nelle Argonne.
Fronte italiano
- Finisce la seconda battaglia dell'Isonzo; il ciglio tattico dell'altopiano di Doberdò è in mano agli italiani.
Fronte orientale
- I russi si ritirano a nord di Lomja; I tedeschi attraversano il Narew.
- Il Generale tedesco Mackensen vittorioso vicino Chełm.
Fronte asiatico ed egiziano
- I turchi annuncino la riconquista di Alashgerd (Armenia), ripresa ai russi.
- Van (Armenia) evacuata dalle forze russe.
- Nave da guerra francese bombarda Sighadjik (Smyrne).
Operazioni navali
- I russi affondano numerosi piccoli vascelli in un assalto alla costa dell’Anatolia.
DAL FRONTE
Nelle Valli Cadorine continua efficace il tiro di demolizione delle nostre artiglierie contro le opere di sbarramento nemiche.
In Carnia, l'avversario tentò il 1 agosto un nuovo ritorno offensivo contro la Cima di Medetta da noi conquistata il 30 luglio: fu respinto con gravi perdite. Il 2, col favore della nebbia, attaccò di sorpresa le nostre posizioni di Scarnitz e Monte Cuestalta: fu parimenti respinto.
Si hanno nuovi particolari intorno al successo riportato dalle nostre truppe il 30 luglio a Forcella Cianalot. L' avversario lasciò più di 100 cadaveri sul luogo dell' azione, ove furono raccolti 200 fucili e molte munizioni e fatte un' altra ventina di prigionieri. Nei due giorni seguenti l' artiglieria nemica, in posizione nei pressi di Malborghetto, batté a lungo la Forcella facendo anche uso di proiettili a gas asfissianti. Le nostre artiglierie, però, la ridussero al silenzio.
Sul Carso, nella notte sul 2, il nemico rinnovò violenti attacchi contro la nostra ala destra nella zona di Monte Sei Busi, facendoli precedere da azioni dimostrative verso l'ala opposta. Tutti i suoi sforzi s'infransero però, contro la tenace resistenza dei nostri.
Nella giornata di ieri continuò la nostra offensiva con sensibili progressi verso il centro. All'ala destra la lotta per l'ampliamento dell'occupazione della zona di Monte Sei Busi ferve tuttora aspra ed ostinata. Ieri vennero presi 345 prigionieri, fra i quali 3 ufficiali.
Firmato: CADORNA