1 Settembre, 1915

Le regole dell'occupazione tedesca

Il primo settembre è giorno di risposte e conferme: la Serbia comunica ufficialmente all’Intesa la disponibilità a trattare la cessione di territori alla Bulgaria; la Germania, per bocca dell’Ambasciatore Bernstorff, ribadisce agli Stati Uniti l’intenzione di avvisare le navi attaccate prima di colarle a picco.
La guerra impone nuove regole per le popolazioni occupate: compiuti i dodici anni, tutti i ragazzi hanno l’obbligo del saluto agli ufficiali tedeschi, altrimenti si rischia il carcere; a Lille non si può circolare senza una speciale carta d’identità, munita di fotografia e rilasciata dall’autorità tedesca.

Sul fronte orientale prosegue l’offensiva degli Imperi centrali. Attorno a Riga i russi resistono bene e lanciano persino un contrattacco, le armate del Kaiser sono costrette alla difensiva. Pietrogrado si prepara a difendere anche Vilnius, dove vengono concentrate le forze zariste.
Tutt’altra musica si suona in Polonia: i tedeschi conquistano Lipsk e avviano l’assalto di Hrodna, le difese esterne della fortezza cedono. Situazione simile in Galizia: gli austro-ungarici avanzano su Lutsk, entrano a Brody e raggiungono lo Strypa.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • L'Ambasciatore tedesco negli Stati Uniti, Conte Bernstorff, dichiara che il suo Governo accetta di preavvisare le navi attaccate da sommergibili prima di silurarle.
  • Gli abitanti di Lille sono obbligati a portare con sé una carta d’identità, con fotografia, rilasciata dall’autorità tedesca.
  • La Serbia risponde alla comunicazione delle Potenze dell’Intesa riguardo alla questione dei Balcani.

Fronte orientale

  • Continua l'offensiva tedesca in Curlandia. In Polonia viene espugnata Lipsk. In Galizia gli austro-ungarici giungono allo Strypa e avanzano verso Lutsk.
  • Sul fronte di Riga, i russi respingono gli attacchi tedeschi e passano alla controffensiva, catturando cannoni e mitragliatrici.
  • I russi si concentrano attorno a Vilnius.
  • I tedeschi assaltano Hrodna e ne occupano le difese esterne.
  • Gli austro-ungarici entrano a Brody.

Fronte asiatico ed egiziano

  • L’isola di Ruad (fra Latakia e Tripoli) al largo della costa siriana, occupata dalle truppe francesi.

Parole d'epoca

Lettere dal Fronte (agosto - novembre)

di Giosué Borsi

Cara mamma mia,
oggi alle tre partiremo di qui nei camions,per raggiungere il nostro reggimento. Dove non te lo posso dire: d'ora innanzi bisognerà che tu ti rassegni a non sapere dove sono precisamente. Ho passato la notte a Udine, come ti dissi ieri, ed ho trovato una trentina d'amici inaspettati: Ojetti, Cippieo e tanti altri, tutti guerrieri. Che città Udine! Tutta gremita di soldati, ufficiali, generali, in mezzo a un movimento vertiginoso di automobili, furgoni, batterie, con gli aeroplani che volteggiano su in cielo. La sera la città è immersa in un buio impenetrabile, e anche gl'interni delle case sono appena illuminati. Il movimento dell'esercito è uno spettacolo maestoso e terribile, e mi sento ricolmo d'orgoglio all'idea che anch'io ho l'onore di far parte di questa splendida e formidabile macchina tutta animata e intelligente.


Ho trovato da dormire benone in un alberghino la cui padrona era tutta premure e sorrisi. Stamani alle sei siamo partiti, tutti allegri come pasque, chiacchierando animatamente coi veterani che erano già stati al fuoco. Era l'ultima tappa del nostro viaggio, perciò la nostra serenità era un po' meno fragorosa che al momento della partenza, più calma e raccolta, ma però sempre più ferma e imperturbabile. Io mi sento in cuore una baldanza che è uno dei sentimenti più belli e più dolci che abbia mai provato, qualche cosa di simile al sentimento religioso. E infatti è giusto. La gioia dei santi è la comunione, è d'essere tutti in uno, di formare insieme il corpo mistico di Gesù, con una volontà sola, una forza unica,un unico e indissolubile amore, una sola mèta,la volontà del Signore. I figli della Chiesa sono un esercito in battaglia. Nella stessa maniera noi siamo soldati della patria; tutti i nostri sforzi, animati dall'amore della nostra terra, convergono ad un unico scopo, la volontà del Re. Credi, mamma, che più ci penso e più mi persuado che la nostra guerra è la più bella di tutte, quella più degna d'esser combattuta. Soltanto quella che combattono i Belgi le può essere paragonata per la santità della causa, ma quegli sventurati combattono con la disperazione e aiutati da armi straniere. Noi invece siamo soli e forti, combattiamo per la giustizia, con la certezza di vederla trionfare col nostro sangue. Facciamo la volontà del Re, che è la nostra, condivisa pienamente e ardentemente da ciascuno di noi, ed egli è degno in tutto della nostra devozione obbediente, perchè, come Gesù, dandoci per precetto di fare sempre la sua volontà, poi viene giù fino a noi, si unisce a noi, ci aiuta e soffre e combatte con noi, cosi il Re,e sta in mezzo ai suoi soldati, ne condivide i pericoli e i disagi, mettendosi alla pari col più umile di loro.

Più ci accostiamo alla linea del fuoco e più sono stupefatto, strabiliato dallo spettacolo della nostra potenza militare. Se tu vedessi gli eserciti di carri, le montagne di rifornimenti, le munizioni, i foraggi! Cavalli possenti trascinano carri ricolmi, per ore ed ore, guidati da soldati grandi e fieri, uno dietro l'altro, senza un momento d'interruzione. Che soldati i nostri! Se tu vedessi che giganti gli alpini e gli artiglieri! Il passaggio d'una batteria è uno spettacolo indimenticabile. Ma quello che è straordinario in tanta animazione è la precisione di tutto, il senso d'unità, di subordinazione d'una cosa all'altra. Se dovessi descriverti tutto quel che vedo minutamente, dovrei star qui cent'anni.

La prima persona che ho incontrato, scendendo dal treno alla fine del viaggio, è stato il dottor Verdiani, che m'ha detto subito d'aver ricevuto stamani una tua cartolina. Puoi figurarti il mio soprassalto. E una piccolezza che m'ha reso felice. M'è parso quasi d'aver ricevuto un tuo saluto particolare subito appena arrivato.

Dopo essermi presentato all'ufficio di tappa per sapere la mia destinazione, sono subito andato a sentire la messa. Oggi vado a colazione con alcuni amici che ho trovato qua.

Ti debbo dire una cosa: che non t'ho mai amato tanto come ora. Non penso che a te, con una tenerezza indicibile; mi pare d'averti accanto. Ma che dico mi pare? Ne son certo. L'unione degli spiriti è infinitamente più vera di quella materiale. So bene che io son con te e tu sei con me realmente, molto più che se io fossi rimasto a casa. Amandoci in Dio che cosa ci può separare? Nulla, mamma, né in vita né in morte. Pensaci sempre, sempre, perchè questo è il pensiero che ci occorre in questo momento. Eleviamoci sempre al di sopra delle idee materiali, che sono il nostro impacciò. Su, su, in alto, sopra la realtà sensibile, che è cosi effimera, e saremo santi, liberi, e invincibili.

Saluta tutti con affetto. A presto una più lunga lettera. Rammentami a Gino, e abbiti per te il più lungo, il più tenero dei miei abbracci.

Giosuè

 

Fonte: ricerca storica e pubblicazione a cura di Giovanni Teresi

DAL FRONTE

Nell'Alto Noce le nostre artiglierie aprirono il fuoco contro trinceramenti nemici costruiti di fronte alle posizioni da noi recentemente conquistate alla testata di Valle Strino. Il tiro assai efficace danneggiò i trinceramenti stessi e costrinse i difensori ad abbandonarne una parte. L' artiglieria nemica dal Monte Panarotta in Val Sugana rinnovò il bombardamento su Borgo, ormai deserto, e dalle adiacenze di Cherz in Val Cordevole aprì il fuoco su Caprile, danneggiandovi l' ospedale.
Nella conca di Plezzo l' avversario lanciò numerose granate incendiarie su quell' abitato, provocandovi nuovi incendi.
Nella notte del 31 accennò anche ad un attacco efficace contro le nostre posizioni sulle pendici del Rombon, limitandosi però a dirigere su di esse intenso fuoco di artiglieria e fucileria.
Sul Carso, a tarda sera del 30 agosto, mentre imperversava un violento temporale, l' avversario pronunciò due attacchi che accompagnò con abbondante lancio di razzi luminosi; ma le nostre truppe poterono con fuoco bene aggiustato respingere entrambi gli attacchi.

Ardite ricognizioni da noi qui spinte verso le linee del nemico hanno accertato che esso sta sostituendo con truppe fresche giunte in questi ultimi giorni sul nostro fronte i presidi delle trincee. L'insolita attività che l' avversario va ora manifestando con fuochi di artiglieria, fucileria e lancio di bombe pare appunto destinato a mascherare i movimenti delle truppe.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori