Nuovo scandalo a Washington
L’affondamento del piroscafo britannico Hesperian ha riacceso la brace sotto l’opinione pubblica americana. Bernstorff, Ambasciatore tedesco a Washington, interviene subito: arrivano le scuse ufficiali, la garanzia di una “riparazione” in caso di vittime americane e una motivazione quantomeno plausibile: se il Comandante fosse stato in missione durante i recentissimi sviluppi diplomatici, potrebbe non essere a conoscenza delle nuove direttive.
Agli Stati Uniti sembra bastare, anche perché da qualche giorno circolano voci su presunte condizioni di pace avanzate da Berlino.
Ma il 6 settembre scoppia un altro scandalo: un giornalista viene beccato con una lettera per il Barone Burian. Il documento compromette la posizione di Konstantin Dumba, Ambasciatore asburgico a Washington, colpevole di voler fomentare e finanziare scioperi e disordini, boicottando la produttività dell’industria bellica americana.
In Europa è giunto il momento di mettere tutto nero su bianco, di far fare il salto di qualità all’accordo bulgaro-tedesco: il trattato segreto viene controfirmato dall’Impero asburgico e dalla Turchia. Sofia, il più imponente esercito della regione, si impegna a entrare in guerra nel giro di 35 giorni; in cambio riceverà la Macedonia, l’agognato sbocco sull’Adriatico e una rettifica dei confini orientali.
Il “Domino” balcanico si muove. È una coincidenza curiosa, ma proprio quel giorno La Stampa pubblica un’intervista a un influente politico venizelista: «Noi non possiamo intervenire senza il consenso dei bulgari. […] E comunque, sarà brutto dirlo, ma non siamo pronti». Già, l’esercito greco è al momento irrisorio, troppo fragile per spostare gli equilibri. A confermarlo è lo stesso intervistato: «Una sola giornata di combattimento a Gallipoli basterebbe a far svanire il nostro piccolo esercito; basterebbe l’incursione di un sottomarino tedesco perché della marina greca non restasse altro che il ricordo».
La situazione balcanica è molto più intricata del previsto; si punta tutto sulla svolta diplomatica, senza sapere che c’è già stata.
Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il trattato segreto d’alleanza tra il Regno di Bulgaria e la Germania viene controfirmato da Impero asburgico e Turchia.
- Firmata la convenzione sulla frontiera turco-bulgara a Dimotika.
- Negli U.S.A vengono scoperti i documenti “Archibald”, compromettendo cosi l’Ambasciatore asburgico Dumba.
- Ricevuti rapporti sulle terribili condizioni degli armeni in Asia Minore; Vienna e Berlino rifiutano di intervenire.
Fronte occidentale
- Uno squadrone francese di 40 aeroplani bombarda Saarbrücken.
- Tentativo di sfondamento franco-britannico in Champagne e in Artois.
Fronte italiano
- Gli austro-ungarici sono attivi sul fronte italiano.
Fronte orientale
- I russi vengono pressati al centro dai tedeschi e oltre il confine orientale della Galizia dagli austro-ungarici; duri scontri vicino Brody.
Fronte d’oltremare
- Nuove attività nell’Africa orientale tedesca.
- Scontri fra tedeschi e belgi sulla frontiera sudafricana vicino Saisa.
Operazioni navali
- L’incrociatore turco “Yar Hissar” viene affondato da un sottomarino nel Mar di Marmara.
- Gli incrociatori russi nel Mar Nero danneggiano l’incrociatore turco “Hamidiya” e affondano quattro trasporti di carbone.
Parole d'epoca
Assalto con le forbici
di Aldo Bardi, Sergente maggiore
Il 6 settembre si ripeté l'attacco generale e la mia compagnia operava sul Seikofel.
L'intenso bombardamento che doveva distruggere o terrorizzare il nemico, consistette in pochi colpi che neppur colpirono i giusti bersagli.
Alle ore 2 del mattino, apposite squadre munite dei potenti mezzi di allora (le forbici) tagliarono il reticolato e quindi il nemico fu messo in allarme. Invece di sferrare un attacco simultaneo e di sorpresa, si attesero le ore 8 e si fu accolti da un'infernale pioggia di ferro e fuoco - poiché le batterie nemiche avevano avuto tutto il tempo di postarsi appositamente - il nemico ci fece giungere vicino le sue trincee e poi con violento e micidiale fuoco di fucileria e mitragliatrici, decimò le nostre file.
Di tre plotoni della mia compagnia che rappresentavano una forza di 150 uomini, in 10 minuti, 80 ne furono messi fuori combattimento; dei 4 ufficiali 2 rimasero feriti e uno morto.
In tutto quel fronte l'azione ebbe il risultato più disastroso che però i giornali riportarono sotto il titolo: "fortunata azione offensiva sul M. Croce Comelico".
L'incolumità mi sembrò garantita e le dolorose voci dei feriti rimasti oltre i reticolati, mi suggerirono il dovere del più cosciente cameratismo. Con altri 7 volonterosi ci portammo disarmati sul terreno funesto e cautamente giungemmo fino ai primi feriti che riuscimmo trascinare al sicuro, ripetemmo questo azzardoso tentativo però gli Austriaci cominciarono a sparare uccidendo un mio compagno; per risparmiare il nostro sicuro sacrificio, desistemmo dal tanto nobile proponimento e si raggiunsero i resti della compagnia che si erano ritirati sulla linea primitiva. Per il nostro ammirabile contegno si fu proposti per la concessione di un encomio solenne - a parte la ricompensa, io mi sentii sufficientemente pago della certezza di aver compiuto il mio dovere, nell'aver cooperato al nobile intento di salvare da sicura morte quei poveri feriti.
DAL FRONTE
Nella regione Tirolo-Trentino ed in Carnia la situazione è invariata.
Sulla fronte dell' Isonzo la nostra offensiva continuò ieri a svilupparsi in tutta la zona dal Monte Nero all' altipiano del Carso.
Qui, ad onta d' un ritorno offensivo del nemico, che mirava a staccare la nostra sinistra dai ponti dell' Isonzo, abbiamo conservato ovunque le nostre primitive posizioni ed avanzato notevolmente in parecchi punti.
Abbiamo di nuovo fatto prigionieri, circa 500, e prese molte armi e munizioni.
Esplorazioni aeree e dichiarazioni di prigionieri segnalano l' arrivo al nemico di rinforzi che, secondo i prigionieri, verrebbero inviati frettolosamente e alla spicciolata sul fronte per riparare alle grandissime perdite subite dal nemico.
Firmato: CADORNA