Termina la terza battaglia dell'Isonzo
Altro giro, altra corsa. La situazione politica greca è grottesca: il 4 novembre il Governo Zaimis si lascia trascinare in una fatale scaramuccia parlamentare; la crisi è ovviamente provocata dai venizelisti. L’ex Premier ne approfitta e annuncia di «non poter appoggiare la politica nefasta del Governo»; Zaimis prova a forzare la mano e chiede la fiducia, ma va sotto: perde la votazione 147 a 114, solo 3 gli astenuti.
Arrivati a questo punto non c’è scampo, per il Gabinetto è una strada senza uscita. Il neutralista Zaimis va dal Re e presenta le dimissioni.
Qui si inserisce un altro problema: Re Costantino non ha nessuna voglia di rimettere al potere Venizelos. Il monarca chiede a Zaimis di ripensarci, di ritirare le dimissioni, o di accettare il mandato per un nuovo Governo; niente da fare, il diretto interessato rifiuta, anche perché i numeri in Parlamento non ci sono. La barzelletta ateniese è servita.
Sul fronte italiano si conclude la terza battaglia dell’Isonzo: l’offensiva viene sospesa, non ha senso continuare. Le linee austro-ungariche non sono state spezzate. E la porzione di territorio strappata al nemico è irrisoria rispetto ai caduti. Molte postazioni conquistate sono state immediatamente perse, in un estenuante tira e molla.
L’esercito italiano supera quota 67.000 tra morti, feriti e dispersi; quello asburgico ne conta più o meno 42.000.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Crisi nel Governo greco provocata dai venizelisti: dopo il discorso dell’ex Premier, il Governo greco viene sconfitto.
- Il Primo Ministro greco Zaimis presenta le dimissioni a Re Costantino, che vorrebbe invece mantenere in carica il Governo contrario all'intervento.
- Lord Lansdowne annuncia alla Camera dei Lords che il Governo farà di tutto per evitare le elezioni generali durante la guerra.
Fronte occidentale
- Feroci scontri in Champagne.
Fronte italiano
- Fine della terza battaglia dell'Isonzo.
Fronte meridionale
- I serbi fermano i bulgari a Izvor (Macedonia).
Fronte asiatico ed egiziano
- Respinti gli attacchi turchi alle truppe ANZAC.
Fronte d’oltremare
- Terzo attacco degli Alleati sulle montagne Mora (Camerun).
- Banyo (Camerun) attaccata dalle forze Alleate del generale Cunliffe.
DAL FRONTE
Nella parte montuosa del teatro di operazioni, nebbie fitte e persistenti paralizzarono l' azione delle artiglierie. Colpi di mano tentati dalle fanterie nemiche contro le nostre occupazioni di Enguiso (Conca di Bezzecca) e di Malga Zuriz (a sud della depressione di Loppio) furono energicamente sventati. Fallì del pari un tentativo nemico di impadronirsi di Pontafel, in valle Fella.
Lungo la fronte dell' Isonzo la lotta continuò ieri con vigore. Sgombrate le trincee di Zagora dai cadaveri nemici che le colmavano, la importante località venne rafforzata e mantenuta contro nuovi contrattacchi.
Sulle alture a nord-ovest di Gorizia, e specialmente intorno ad Oslavia, si combatté fieramente e con alterna vicenda, per il possesso delle contrastate posizioni, serrate sempre più da vicino dalle nostre fanterie. Furono presi al nemico 132 prigionieri, dei quali 3 ufficiali.
Sul Carso, l' avversario, appoggiato dalla fitta rete dei suoi trinceramenti, e sostenuto da batterie numerose e ben celate, contrasta a passo a passo la tenace avanzata delle nostre fanterie.
Il movimento ferroviario sempre più intenso sulla linea di Nabresina svela il frettoloso accorrere di urgenti rinforzi per resistere alla crescente nostra pressione. Ieri, alternando gli attacchi austriaci con i lavori di approccio, resi più penosi dalla dirotta pioggia, furono espugnate altre trincee e presi circa 100 prigionieri, dei quali 3 ufficiali, due mitragliatrici ed altro materiale da guerra.
Nella notte sul 3, imperversando un temporale, un nostro dirigibile bombardò accampamenti nemici nella piana di Gorizia. L' aeronave, benché scoperta da luci di razzi e di riflettori e fatta segno ad ininterrotto fuoco d' artiglieria, ritornò incolume.
Firmato: CADORNA