22 Novembre, 1915

L'agonia di una Nazione

Berlino porge un ramoscello d’ulivo a Washington: un indennizzo per ogni vittima imbarcata sul Lusitania. No, è poco; gli Stati Uniti rifiutano l’offerta.

L’azione latita su entrambi i fronti principali, gli eserciti devono iniziare a prepararsi per l’inverno, il tempo stringe e soprattutto peggiora.
Un po’ più di movimento c’è nei Balcani: la “vecchia Serbia”, il sangiaccato di Novi-Pazar, viene invaso, la città conquistata, i serbi scacciati ancora verso ovest.
Scrive Mario Bassi«Ho pieni gli occhi e la mente stanca dell’agonia di una Nazione, la morte di un popolo. […] I serbi, vecchi, donne, fanciulli, fuggono senza meta dai centri abitati verso le montagne, recando dipinti sui loro volti la fame e il terrore».
Anche i montenegrini soffrono, ma riescono a respingere la violenta offensiva austro-ungarica sul fiume Lim.
Vienna è in difficoltà sul fronte italiano: il 22 novembre ci impadroniamo del Monte Calvario e avanziamo, seppur di poco, nel Carso.

 A sorprendere sono le operazioni in Mesopotamia. Il contingente anglo-indiano, guidato dal Generale Townshend, avanza lungo il Tigri da una decina di giorni. A Ctesifonte, una trentina di chilometri a sud-est di Baghdad, viene sferrato l’attacco alle difese ottomane: la prima linea cede e viene conquistata, i turchi si ritirano in ordine sulla seconda linea e contano 1.300 prigionieri. Potrebbe sembrare una vittoria britannica, ma Townshend ha perso oltre un terzo della sua forza. È un bagno di sangue e il prezzo è destinato a salire.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • I tedeschi offrono agli americani un indennizzo per ogni passeggero perso nella tragedia del Lusitania. Offerta rifiutata dagli americani.
  • Il Generale Sir H. Smith-Dorrien nominato Comandante in capo delle truppe britanniche nell’Africa orientale (ammalato, non prende il comando).
  • Rivolta della gendarmeria persiana organizzata dall'Ambasciatore tedesco.

Fronte italiano

  • Gli italiani conquistano il Calvario. Sul Carso viene espugnata un’importante trincea vicino alla chiesa di San Martino.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Inizia la battaglia di Ctesifonte, 30 km. a sud-est di Baghdad. I britannici, comandati dal Generale Townshend, prendono la prima linea turca e circa 1.300 prigionieri, ma perdono quasi un terzo della propria forza. L’esercito ottomano ripiega, ma non è in rotta.

Parole d'epoca

Nel carnaio di Oslavia

di Aldo Bardi, Sergente maggiore

Oslavia (GO)

Il 22 novembre, verso le ore 18, le mitragliatrici nemiche ci sorpresero con il loro fuoco, mentre attraversavamo un camminamento che non ci forniva alcun riparo e 5 miei compagni caddero colpiti; fui colpito anch'io da una pallottola esplosiva che attraversandomi la mantellina ed il tascapane che tenevo al fianco, mi passò la giberna sinistra, facendo esplodere qualche cartuccia dei 4 caricatori contenutivi, la scossa e l'impressione mi fecero cadere e rimasi qualche minuto stordito - poi ridivenuto padrone di quella serenità che mi ha sempre salvaguardato credetti di essere ferito - ma considerando l'inopportunità di muovermi per non essere nuovamente colpito, attesi nell'immobilità più assoluta, il buio e poi d'uno sbalzo repentino, mi portai in valle e quindi al sicuro.

Sentivo un acuto dolore al fianco sinistro, mi tolsi quindi il panciotto ed ebbi la gradita sorpresa di non riscontrare neppure una scalfiatura; conseguenza di tutto fu così una leggera contusione e molta paura.

I disponibili della compagnia erano ridotti ad 80 circa, ma ci lasciavano ugualmente in quell'inferno. Il pericolo era poi inasprito dal più grave disagio poiché dovevamo vivere in quell'aria infetta - fra i cadaveri, nel lurido più schifoso.

In quel mese non mi fu possibile né di bere acqua - né di lavarmi; più cadaveri in istato di putrefazione erano cosparsi lungo il corso del torrente Peuma e quindi l'acqua ne era inquinata. Avevo le mani con i guanti di sudicio, la faccia terrosa, e l'esempio di altri che erano caduti vittime del morbo contenuto nell'acqua, mi costringeva a rimane qual'ero. Il rancio ci giungeva di notte dopo diverse ore che era confezionato ed in mancanza di molte gavette e di quasi tutti i cucchiai, eravamo costretti di mangiare quella pasta collosa, prendendola con le mani ed in più in uno stesso recipiente. Eravamo come isolati e dalle retrovie non si poteva aver nulla a nessun prezzo - in nessun modo; tutti quei giorni fu unico mio sentimento del pane e caffè che contribuiva ad irritare la mia nervosità.

 

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

Attività delle artiglierie in vari punti lungo la fronte del Tirolo-Trentino e in Carnia. Quella nemica tentò la consueta azione distruggitrice sulla borgata di Dosoledo in Valle Comelico. Prontamente controbattuta, tacque.
Sull' Isonzo, la lotta continuò ieri con crescente accanimento nella soglia formata dalle basse colline di Pevma, Oslavia e quota 188, che si affacciano a Gorizia tra il Podgora e il Sabotino. Il nemico spiegò ostinata controffensiva diretta a riprendere le posizioni ivi perdute. I contrattacchi, preceduti ed accompagnati da raffiche intense di numerose artiglierie, raggiunsero una maggiore violenza sulle alture a nord-ovest di Oslavia. Più volte l' avversario irruppe e penetrò anche nelle linee da noi conquistate, sempre però ne fu ributtato in mischie convulse. Le nostre valorose truppe e specialmente quelle della IV Divisione non cedettero un palmo delle insanguinate posizioni. Più volte si gettarono sul nemico alla baionetta, infliggendogli gravi perdite e prendendogli 89 prigionieri dei quali 4 ufficiali.
Sul Carso, respinti quattro contrattacchi notturni, i nostri all' alba ripresero ovunque l' offensiva. Furono compiuti nuovi progressi fra le vette del Monte San Michele. Verso San Martino venne espugnato un forte trinceramento sulla posizione detta «dell'albero isolato» e furono presi al nemico 202 prigionieri, dei quali 4 ufficiali, e un cannone, due mitragliatrici, un lanciabombe, armi e munizioni.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori