La Serbia non tratta la resa
Dalla guerra c’è chi trae profitto, un immenso profitto. La discrepanza tra chi perde tutto e chi guadagna molto è al centro del dibattito politico. Molti giornali, compresa La Stampa, si fanno portavoce di questa battaglia sociale: «C’è la necessità di frenare gli eccessivi guadagni delle industrie fornitrici e degli intermediari in questi periodi di guerra. […] Per noi la questione non è tanto di carattere finanziario, quanto di portata morale. Tutti attraversiamo periodi angosciosi di incertezza, di restrizione dei consumi, di sventure domestiche. […] Sarebbe inconcepibile che lo Stato non chiamasse a una larga partecipazione alle spese pubbliche chi, per fortuite circostanze, dalla guerra fu posto in grado di lucrare. Nessuno dovrà uscire da questa guerra più ricco di quanto fosse innanzi; nessuno dovrà aver tratto dal conflitto guadagni superiori a quelli normali».
Il Governo italiano, sempre alla ricerca di fondi, studia la questione e approva un’imposta extra «sui sopra-profitti realizzati in queste eccezionali circostanze».
È un passo avanti verso la redistribuzione della ricchezza: i più ricchi pagheranno di più, ma la correzione è minima, o comunque inferiore alle attese.
Secondo La Stampa il Governo ha commesso un errore politico: quando, alla fine del conflitto, il povero si ritroverà più povero e noterà la differenza con gli arricchiti, questa fornirà la miglior propaganda ai «partiti anticostituzionali».
Chiuso il capitolo italiano, si può non parlare della Grecia?
Il 26 novembre Atene riceve una nuova nota dalle Potenze dell’Intesa. Questa volta le domande sono più specifiche e rientrano tutte nell’ambito militare. I punti cardine sono quattro: il controllo della ferrovia di Salonicco e la piena libertà nelle comunicazioni; nessuna restrizione nella lotta al contrabbando; permesso di ritirata in territorio ellenico per le truppe Alleate e serbe; dispersione dell’esercito greco, smobilitando o trasferendolo su altre posizioni.
Atene è già d’accordo sul mancato disarmo del contingente anglo-franco-serbo, ma è contraria alle ingerenze sulle proprie forze armate.
Con la partita greca in pieno svolgimento, Berlino prova a chiudere il match con la Serbia: l’offerta di pace, o meglio di resa, viene rispedita al mittente; la guerra va avanti.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Le quattro Potenze presentano al Governo greco nuove domande di carattere militare.
- I serbi rifiutano l’offerta di pace dei tedeschi; le condizioni prevedevano il permesso di far passare le truppe tedesche nel loro territorio.
- Lord Kitchener, di ritorno dalla missione nei Dardanelli, in Egitto e in Grecia, ha lunghi colloqui con Salandra e Sonnino, prima di partire verso l’alto Comando italiano.
- Charles Stanton, candidato indipendente dei Laburisti, fa campagna elettorale contro la politica pacifista e anti reclutamento di Keir Hardie e vince il seggio.
Fronte occidentale
- Raid di 23 aeroplani su campo tedesco vicino Albert.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi sconfiggono i turchi e i curdi e occupano Karaj e Yengi Iman, (regione di Teheran).
Parole d'epoca
Vestiti di bianco
di Giuseppe Cordano, Caporalmaggiore
Folgaria (TN)
Calma, nella notte nevica. Corre voce che il nemico voglia tentare un attacco alle nostre linee. Si dice che verranno vestiti con camiciotti bianchi, per confondersi con il bianco della neve. Di conseguenza, una pattuglia di otto soldati della decima compagnia dovrà uscire a sorvegliare la zona. Faccio parte anch’io del gruppo. Cautamente ci portiamo fino all’avvallamento e attendiamo, per oltre cinque ore, per prevenire una eventuale sortita del nemico. La neve ci arriva oltre le ginocchia. Rientriamo poi nei nostri ricoveri senza incidenti, ma mezzi congelati.
Si ringrazia il Gruppo L'espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In valle di Concei la sera del 24 il nemico attaccò le nostre posizioni sul Monte Vies a nord-est della Conca di Bezzecca.
L' attacco, preparato e preceduto da intenso fuoco di artiglieria, fu respinto.
Nelle alture a nord-ovest di Gorizia continuò ieri l' azione.
I ripetuti ed ostinati contrattacchi nemici, costantemente respinti, non impedirono alle nostre truppe di consolidare il possesso delle posizioni raggiunte né di estenderlo gradualmente.
Sul Carso ieri la lotta si accentuò lungo il costone che dalle falde settentrionali del Monte San Michele scende all' Isonzo tra Peteano e Boschini.
Occupato dal nemico con improvviso assalto, fu prontamente riconquistato dai nostri e restò infine in nostro sicuro possesso.
Furono presi al nemico 40 prigionieri.
Firmato: CADORNA