Gli Stati Uniti alzano la voce
Washington batte un colpo, facciamo anche due; e non sono buffetti. È passato circa un mese dall’affondamento del piroscafo italiano Ancona, le indagini americane sono concluse ed è tempo di presentare il conto a Vienna.
La nota non è molto diplomatica; è piuttosto accesa, animata e molto diretta. Nessun giro di parole, Washington non cerca scuse, ma colpevoli: «Il Comandante (del sommergibile austriaco) violò i principi delle leggi internazionali e dell’umanità. […] La sua condotta può essere qualificata soltanto come un brutale assassinio. […] Gli Stati Uniti si vedono costretti a chiedere che il Governo Imperiale riconosca la distruzione dell’Ancona come un atto illegale e ingiustificabile, che il Comandante sia punito e venga accordata una riparazione pecuniaria per i cittadini americani uccisi o feriti».
E l’Austria-Ungheria è sistemata. Ma non è finita. Il 7 dicembre il Presidente Wilson interviene al Congresso. Nel suo discorso parla a lungo delle cospirazioni, dei sabotaggi, degli attentati e dello spionaggio sul suolo americano.
Washington è irritata dalle continue provocazioni di matrice pangermanista. Per Wilson è ora di dire basta, la condanna è perentoria: «Sul nostro territorio furono pronunciate le più gravi minacce. […] Sono stati cittadini degli Stati Uniti, nati sotto altre bandiere e naturalizzati, a versare il veleno e la slealtà in molte arterie della nostra vita nazionale; a gettare il discredito sull’autorità e il buon nome del nostro Governo; a distruggere le nostre industrie, dovunque potesse giovare ai loro propositi vendicativi; a provocare scioperi a vantaggio di intrighi stranieri».
Non li nomina, ma è evidente il riferimento agli austro-tedeschi.
Il Presidente invita il Congresso a promulgare leggi specifiche per mettere fine alle molestie: «Simili creature della passione, della slealtà e dell’anarchia devono essere annientate; esse non sono numerose, ma infinitamente malevoli».
Strike-out.
Mentre Washington mena fendenti a destra e a manca, qualcosa si decide anche nella conferenza interalleata di Chantilly: seguendo la guida anglo-francese, l’Intesa comanda la fine delle operazioni ai Dardanelli; la penisola di Gallipoli sarà sgomberata.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo statunitense invia al Governo asburgico una nota vivacissima per il siluramento del vapore italiano Ancona: “Un brutale assassinio, un atto barbaro, inumano e aborrito da tutte le nazioni civili”, Chiesta la punizione del Comandante e una riparazione pecuniaria per gli americani uccisi o feriti.
- Passa una risoluzione in favore alla rinomina ed elezione del Presidente Wilson.
- Messaggio del Presidente Wilson al Congresso: condanna degli intrighi tedescofili in U.S.A.
- Concluso un accordo tra il Governo francese e l’Oversea Trust dei Paesi Bassi.
- In questa settimana il Consiglio di guerra dell'Intesa a Parigi decide lo sgombero della penisola di Gallipoli e l'allestimento della base di Salonicco.
Fronte occidentale
- L’inondazione dell'Yser costringe i tedeschi ad abbandonare le trincee in avanguardia.
Fronte italiano
- Operazioni italiane sul fronte Nozzolo-Cadria.
Fronte meridionale
- Peć presa dagli austro-tedeschi.
- I francesi evacuano Krivolak e si ritirano verso posizioni migliori sul passo di Demir Kapija, una trentina di km. a nord della frontiera greca.
- Azioni a Kosturino. Ritirata britannica dalla Macedonia.
- I britannici costretti a ripiegare nella valle del Vardar e dal lago Dojran; 1.300 vittime.
DAL FRONTE
Intensa azione delle opposte artiglierie, specialmente in Giudicaria, in Valle di Concei e in Carnia.
Attivo contegno delle nostre fanterie che ci procurarono sul Carso la conquista di materiali da guerra, tra i quali un gazogeno, due lanciabombe, fucili e munizioni.
Firmato: CADORNA