L'esercito montenegrino si arrende
Il Montenegro si arrende. Il 25 gennaio due alti ufficiali firmano la resa all’Austria-Ungheria. Anche questa è una situazione strana: con il Re e il Governo “in esilio”, non si capisce chi li abbia autorizzati a trattare. Fa niente, che abbiano o no le carte in regola per firmare la resa conta poco, le realtà è una sola: i montenegrini hanno staccato la spina; l’esercito regolare consegna le armi.
Il lancio dell’agenzia viennese è immediato: «Il Montenegro è uscito dalle fila dei nemici». Ora la domanda è una sola: gli austro-ungarici si fermeranno o continueranno a marciare in Albania, verso Durazzo e Valona? Il contingente italiano sulla sponda orientale dell’Adriatico inizia a preoccuparsi.
In Inghilterra si è riunito il congresso del Labour Party. 1.300.000 iscritti disapprovano la legge sulla coscrizione obbligatoria dei celibi. Ma questa non è la votazione più importante. A contare davvero è quella successiva, molto più combattuta: con una maggioranza di appena 35.000 voti e 100.000 astenuti, viene bocciata la proposta di una grande agitazione sindacale per la revoca del Military Service Bill.
Hanno vinto i moderati, ha vinto Henderson, con il suo senso di responsabilità e di unità nazionale. Persino la federazione dei minatori si dissocia da qualsiasi agitazione «pericolosa e antipatriottica».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Congresso del Labour Party disapprova la legge sulla coscrizione, ma respinge la proposta di una grande agitazione per far revocare la legge e acconsente che i tre Ministri laburisti dimissionari rimangano nel Governo di coalizione.
- I delegati del Governo provvisorio montenegrino firmano la capitolazione con l'Austria-Ungheria.
- Il Generale Smuts viene nominato Comandante nell’Africa orientale.
- Gli americani protestano con gli inglesi per il sequestro e la censura delle merci e dei pacchi postali a bordo di navi neutrali.
Fronte occidentale
- Duri scontri vicino Arras.
Fronte asiatico ed egiziano
- Il Generale Aylmer si accampa a El Owasa (Orah).
Parole d'epoca
Le scarpe al sole
di Paolo Monelli, alpino
Appoggiate al muro nel piccolo orto dell'ospedale, due vecchiette, tre vecchietti raggrinziti lucertolizzano al sole. Torpore di luce sulle montagne di fronte; tintirinio d'acqua corrente riga il silènzio meridiano. Al primo piano in una grande sala monacale grave candida — dalle poltrone enormi, dai grandi quadri dei fondatori e dei benefattori — è la mensa dei signori ufficiali. Si cantano le canzoni di guena. Si beve lo spumante per un ospite. Chi si affaccia alle finestre spalancate su questa trionfante primavera vede giìi nell'orto appoggiati al muro crogiolarsi al sole i tre vecchietti, le due vecchiette raggrinzite. Ma in fondo al conidoio, nella cella umida e grigia, il moribondo combatte solo, indifferente, la sua agonia.
DAL FRONTE
Bollettino
In Valle Lagarina nella notte del 24 dalle posizioni intorno a Mori le nostre truppe, respinsero un riparto nemico che tentava di avvicinarsi con sorpresa.
In Valle Sugana l'artiglieria nemica lanciò qualche granata su Borgo e Roncegno provocando un incendio in quest' ultima località. Le nostre artiglierie rinnovarono il bombardamento della stazione di Caldonazzo.
Nel settore di Tolmino, col favore della nebbia il nemico tentò due attacchi contro le nostre posizioni di Santa Lucia, prontamente ributtati.
Sul medio Isonzo intenso fuoco di artiglierie nemiche contro le nostre posizioni sulle alture ad ovest di Gorizia.
Situazione immutata lungo la rimanente fronte.
Firmato: CADORNA
Documenti diplomatici
IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO
T. GAB. R. 226/36. Bucarest, 25 gennaio 1916, ore 15,15 (per. ore 10,30 del 26).
Mio telegramma gabinetto n. 30 (1).
Mi risulta che Bussche aveva fatto chiedere anche prima di partire da Berlino una udienza al Re Ferdinando per ieri. Re di Romania essendo a caccia udienza è stata accordata per stasera alle 5.
Nella conversazione avuta ieri con Bratianu Bussche si è limitato a recriminazioni generiche senza alcuna domanda positiva, il che ha spaventato anche più Bratianu e ne spiega la riserva.
Mi risulta però confidenzialmente aver ministro di Germania fatto prevenire per altra via Re Ferdinando che a Berlino si è molto malcontenti e che egli è incaricato di ottenere affidamenti necessari perché Germania possa essere sicura del contegno della Romania.
Mi viene assicurato che Re Ferdinando in fondo ha ancora il dubbio che si tratta di un bluff, ma non esclude che venga chiesto un cambiamento di Ministero. In questa ultima eventualità cercherebbe traccheggiare, salvo in caso disperato a costituire un Ministero incolore che gli permettesse di guadagnare tempo.
Tutta questa macchina è stata montata in assenza di Bussche dall'incaricato d'affari d'accordo con Marghlloman. Prego mantenere segreto su quanto precede.





