21 Febbraio, 1916

Il Tritacarne

Alzi gli occhi al cielo e sussurri “aiutami”. Supplichi una salvezza che probabilmente non avrai. Hai il cuore in gola, le farfalle nello stomaco e le gambe pesanti. È ora.
Il Generale Falkenhayn, Capo di Stato maggiore tedesco, ha guardato la carta, ma non gli è piaciuto quanto ha visto: la Germania resta presa tra due fuochi e il Comandante sa di non poter tirare avanti all’infinito; di certo non può farlo l’Austria-Ungheria.
Su quella carta, però, Falkenhayn ha notato qualcos’altro: Verdun, un possibile punto debole, il perno dell’offensiva sul fronte occidentale.
I tedeschi l’hanno già conquistata due volte, nel 1792 e nel 1870, ma a questo giro il piano è un po’ diverso: la Germania vuole colpire i francesi lì dove fa più male, pungerli nell’orgoglio, costringerli a rispondere con ogni mezzo. Verdun è un simbolo, è il drappo rosso per il toro, a Parigi non l’abbandonerebbero mai. Ecco l’idea di Falkenhayn: consumare le energie del nemico, dissanguarlo, prosciugarne le riserve, gettate nella mischia una dopo l’altra.

L’obiettivo non è Verdun in sé, ma il logoramento degli Alleati. E qui si inserisce un’incomprensione nell’Alto comando tedesco: non tutti hanno capito quale tipo di guerra si stia combattendo; alcuni ufficiali, come il Kronprinz, ragionano ancora di conquista in conquista.

La chiave del piano tedesco è l’effetto sorpresa: alla metà di febbraio le truppe e i rifornimenti hanno raggiunto il fronte, con spostamenti notturni o attraverso i tunnel; ombre invisibili. I francesi, ignari, hanno sguarnito il settore di Verdun, ma godono di un colpo di fortuna: il meteo ritarda l’azione tedesca, gli Alleati si accorgono del pericolo e rimediano in zona Cesarini.
Lunedì 21 febbraio, prima dell’alba, Falkenhayn dà il via alle operazioni. È buio e per oltre nove ore l’inferno diluvia sulle linee francesi. L’artiglieria picchia duro: spesso i soldati hanno più terriccio in volo sopra la testa che sotto i piedi. È pomeriggio inoltrato quando ai 140.000 fanti viene impartito l’ordine di avanzare.
Alzi gli occhi al cielo e sussurri “aiutami”, supplichi una salvezza che probabilmente non avrai; hai il cuore in gola, le farfalle nello stomaco e le gambe pesanti. È ora.
La più grande macelleria umana a cielo aperto ha tirato su i battenti. Per i soldati Verdun sarà semplicemente “il Tritacarne”.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Generale Sarrail viene ricevuto dal Re di Grecia.
  • La Camera dei Comuni inglese approva nuovi Crediti di guerra per 10 miliardi e mezzo di lire. Il totale delle spese votate dal Parlamento sale a 52 miliardi e 50 milioni.
  • Il Governo tedesco informa Washington che i mercantili armati verranno trattati come fossero incrociatori.
  • Si dimette il Luogotenente generale Sir H.C. Sclater, aiutante generale delle truppe inglesi in Gran Bretagna.
  • Il Luogotenente generale Sir C.F.N. Macready, aiutante generale della British Expeditionary Force in Francia, si dimette.

Fronte occidentale

  • Comincia la battaglia di Verdun: Il piano tedesco è di logorare i francesi e diminuire le loro munizioni. Dopo il pesante bombardamento inizia l’assalto della fanteria; successi tedeschi.
  • Resistenza accanita degli uomini del Generale Driant al Bois des Caures.
  • Lo zeppelin L-77 viene abbattuto dall’artiglieria francese a Revigny.

 Fronte italiano

  • Una squadriglia di aeroplani austro-ungarici, fallito il tentativo di giungere su Milano, lancia bombe su alcune località fra il Garda e l'Adda, uccidendo quattro persone e ferendone altre.

Parole d'epoca

Fatalità

di Bruno Palamenghi, tenente colonnello

Peteano (GO)
Sembrava come un inizio d’attacco su grande stile. Varie granate scoppiano lungo il camminamento da me percorso e da percorrere. Proseguo a passo normale, e giunto in un tratto molto battuto, il capitano che Neri mi era vicino. Mi esorta ad accelerare il passo ed anco io ad andare di corsa. “Corra pure - gli rispondo sorridendo - se è destino, ci colpiranno anche correndo” e senza ostentazione, mi fermo ad accendere una sigaretta. Non avevamo fatto che pochi passi ancora, quando una granata del Regio Imperatore cristiano cade e scoppia ad una ventina di metri davanti a noi. Le schegge fortunatamente non ci colpiscono per un rialzo del terreno frapposto tra noi e il punto di caduta della granata. Il Neri, alquanto sconvolto e impressionato, si ferma e mi dice: “Al suo sangue freddo ed alla sua indifferenza dobbiamo la vita. Se avessimo accelerato il passo, saremmo stati colpiti in pieno, ed andati a gambe per aria”.
Destino!!! Fatalità!!!

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

CADORNA

Lungo tutta la fronte non è segnalato alcun importante avvenimento.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori