25 Febbraio, 1916

Pétain assume il comando a Verdun

«Nessuna potenza ha il diritto di alterare o di ignorare, durante la guerra, i principi stabiliti da tutte le nazioni. […] Non mi è possibile acconsentire ad alcuna restrizione ai diritti degli americani. Noi desideriamo la pace e la manterremo, ma impedire al nostro popolo di mantenere i suoi diritti costituirebbe una profonda umiliazione, sarebbe una rinuncia al privilegio di poter parlare in nome della legge». Parole del Presidente americano Woodrow Wilson, in una lettera inviata al Senatore Stone e alla Commissione affari esteri.
La diatriba sulla guerra sottomarina è tuttora senza soluzione, ma in Germania c’è chi ironizza. James Watson Gerard, l’Ambasciatore statunitense a Berlino, è caduto sciando; certa stampa non si lascia sfuggire l’occasione: «Che sia un presagio, un monito del cielo?» Giornalismo di altissimo livello.

Intorno a Verdun la battaglia è soffocante. Per precauzione i civili vengono evacuati dalla città. Il 25 febbraio è il giorno di Philippe Pétain: il Generale arriva a Verdun e assume il comando.

Ha in testa due soli obiettivi: difesa a oltranza e riconquista delle posizioni perse. Il suo primo ordine è un contrattacco a Douaumont. Azione infruttuosa, il forte resta assediato. I francesi si riorganizzano lungo la linea Champneuville-Ornes, ma i tedeschi si assicurano le alture di Louvemont.

I giornali parigini mantengono l’ottimismo, ma dimostrano di non aver compreso le intenzioni del nemico: «La Germania ha bisogno di una vittoria che le offra risultati immediati, ma certo non può trovarla sulla strada di Verdun […] Le perdite nostre furono notevoli, ma per nulla paragonabili a quelle tedesche. Le nostre truppe continuano a sostenere l’urto con fermezza ammirevole».
La stampa francese non è l’unica a prender granchi. A Roma si ostenta massima fiducia sulla situazione albanese: tutti sono certi di assistere a una grande e insuperabile difesa, l’inferiorità numerica compensata dalla conoscenza del territorio. E poi «Essad Pasha finirà per aver ragione degli insorti». Forse, ma intanto lui ha abbandonato il paese e gli italiani avviano lo sgombero di Durazzo, teorico baluardo contro la pressione austro-ungarica.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Presidente Wilson scrive al Senatore Stone che non abrogherà i diritti dei cittadini statunitensi riguardo i viaggi marittimi.

Fronte occidentale

  • Battaglia di Verdun: i tedeschi reclamano 10.000 prigionieri e prendono le alture di Louvemont. I francesi organizzano la linea Champneuville-Ornes ed evacuano la popolazione civile di Verdun.
  • Battaglia di Verdun: arrivo del Generale Pétain, Comandante della II armata, che assume il Comando del settore di Verdun e ordina il primo contrattacco al forte di Douaumont, azione infruttuosa.
  • Fort Douaumont assediato dalle truppe tedesche.

Fronte meridionale

  • Le truppe italiane iniziano lo sgombero di Durazzo sotto la pressione austro-ungarica.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi occupano Sakhne, il passo Bideswikh, Kashan (Persia) e Ispir (Caucaso).

Parole d'epoca

Bruno Palamenghi

Questi sono i miei soldati

La serata è bruma e piovigginosa – ombre sottili serpeggiano sulle acque dell'Isonzo, ed in alto, rabbiose scoppiano gli shrapnel e le granate, poiché il nemico certamente sa del nostro cambio da effettuarsi. Transitano, poveri figliuoli, i miei bravi soldatini, con animo sereno e tranquillo. Quanti e quanti non faranno ritorno al nuovo turno di riposo!...
Sono contadini – sono artefici – questi bravi soldatini curvi sotto lo zaino, e bisogna amarli, ed avere cura ed interesse di loro pur facendogli fare il più sacro dovere, non escluso il sacrificio della vita.
Vivendo a loro contatto, il battito del cuore si fa più vivido, più sincero, e le miserie loro gridano nella nostra coscienza.

 Nelle caserme, nelle marce, ai campi, nelle inondazioni, nei terremoti, nella battaglia, è sempre buono il nostro soldato, e lo si guida con un fil di seta, come lo si esalta con una buona parola ed una sigaretta.
Il nostro soldato poi ha tante doti morali e fisiche. Le poche manchevolezze possono essere eliminate da chi lo comanda. Nel superiore vuol trovare carattere – ardimento – coraggio.

Si ringrazia L’Espresso e l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.

DAL FRONTE

Lungo tutta la fronte attività delle artiglierie contrastata dalle avverse condizioni atmosferiche.

Sull' altura di S. Maria (Tolmino) la notte sul 24, durante una bufera di neve, nostri nuclei avanzati scopersero un reparto nemico che in vesti bianche tentava di avvicinarsi alle nostre posizioni.

L' avversario fu respinto e lasciò molti cadaveri sul terreno e qualche prigioniero nelle nostre mani.

 

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori