Chiusa l'era Tirpitz
La battaglia di Verdun rifiata ancora, lungo tutto il fronte si assiste solo ai duelli d’artiglieria. Gli opinionisti restano concordi: “Non è finita, la Germania non si fermerà, deve sponsorizzare il nuovo prestito di guerra e ha bisogno di un successo”.
A Berlino si chiude un’era: il 15 marzo si dimette Alfred von Tirpitz, Ministro della Marina. Il suo “regno” durava da quasi vent’anni. Alla base del passo indietro le recenti divergenze d’opinione con il Kaiser. Tirpitz sosteneva la più indiscriminata guerra sottomarina, “unica regola: non ci sono regole”. Guglielmo II, sovrano umorale, è invece preoccupato di non tirare troppo la corda con gli Stati Uniti; vuole fare il duro, ma appoggia la linea un po’ più soft di Bethmann-Hollweg.
Dall’America rimbalzano indiscrezioni su una nuova pubblicazione di Theodore Roosevelt, ennesimo affondo contro il Presidente Wilson: «Il dovere di un capo è quello di guidare ed è una cosa terribile vedere un uomo, scelto per condurre i suoi
concittadini, dar prova non solo di mancanza di patriottismo, ma anche di mancanza di comprensione del patriottismo. […] Non si deve restare neutrali tra i bene e il male».
A concludere la giornata ci pensa Vienna: in scia alla Germania, anche l’Austria-Ungheria dichiara guerra Portogallo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- L’Austria-Ungheria dichiara guerra al Portogallo.
- Si dimette il Ministro della Marina tedesco, l’Ammiraglio von Tirpitz.
- Josè de Almeida succede a Alfonso da Costa come Premier Portoghese.
Fronte occidentale
- I francesi hanno successo a sud di Saint-Souplet (Champagne).
Parole d'epoca
Il maggiore impallidì
di Francesco Ferruccio Zattini
Stavo scrivendo ieri quando la valanga... fuori... fuori gridano dei Bersaglieri. Nel vallone che è dietro subito la nostra baracca, correva la valanga...
Pallidi come cenci, chi arrampicato ad una pianta, chi correndo all’opposta direzione aspettammo che il terribile nemico fosse passato. Al rumore, o più appropriato, al muggito della valanga si succedettero grida di aiuto aiuto. Cos’era? Un Bersagliere della sezione mitragliatrici era stato travolto. Il sangue che sembrava avesse smesso di circolazione mi affluisce alla testa, e mi torna alla mente come un baleno, l’identica condizione in cui mi trovai io il 4 marzo. Mi volto intorno, ripeto il grido aiuto un bersagliere travolto, ma, delle tre baracche che ricoveravano oltre cento bersaglieri, non ve ne erano che tre o quattro. Chiedono aiuto vediamo di che si tratta accorriamo grido. Mentre così dicevo, vedo qualche cosa muoversi nella neve, era la testa del travolto. Metto le racchette, prendo un badile ed accorro. Due mi seguono... Non guardai alla neve che minacciava di cadere ancora, non guardai perché altrimenti non sarei andato. Unico pensiero era di portare aiuto a chi pericolava...
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Nella zona alpina dal Tonale all' Alto Fella l' attività delle nostre artiglierie si estende e si ravviva coadiuvata da atti aggressivi delle fanterie che procurano utili bersagli alle nostre batterie.
Lungo la fronte dell' Isonzo nella giornata di ieri vivo duello delle artiglierie e nuovi attacchi di riparti di fanteria.
Furono compiuti progressi nella zona del Rombon (Conca di Plezzo) e sull' altura soprastante a Lucinico.
A sud-ovest di San Martino del Carso, dopo intensa preparazione di fuoco, il nemico attaccò all' alba le posizioni da noi conquistate il giorno innanzi. Fu ovunque respinto con gravi perdite. Tuttavia il concentramento di fuoco di artiglierie nemiche di ogni calibro, durato violento tutto il giorno, indusse a sgombrare nella notte il ridottino per evitare inutili perdite. La posizione è tenuta sempre sotto il tiro di interdizione dei nostri pezzi.
Firmato: CADORNA