27 Marzo, 1916

Alleati in conferenza a Parigi

I soldati a Verdun sono appesi all’incertezza, restano lì, in attesa, impotenti. Che non sia ancora finita lo sanno tutti, lo ricordano le scariche d’artiglieria. Eppure c’è una calma per certi versi snervante. Sì, perché spesso la cosa più sconvolgente non è la battaglia in sé, è il dopo. Sono le ore successive al combattimento a mostrare le immagini più sconvolgenti, le più indelebili. Lo scontro vero e proprio, per quanto brutale, per quanto atroce, cela gran parte dell’orrore nel caos. Ci si rende conto di cosa sia accaduto realmente solo dopo la battaglia, quando cala l’adrenalina, quando si ha il tempo di osservare e non limitarsi al vedere, quando non si è concentrati solo sul sopravvivere; è lì che si comprende cosa sia la guerra. I morti e i feriti e i ricordi tormentano il soldato soprattutto a mente fredda.
Le prime cinque settimane della battaglia di Verdun sono costate qualcosa come due o tre perdite al minuto. Sì, al minuto.

Se il fronte occidentale respira, sembra voler riprender fiato, molto più spasmodica è l’attività su quello italiano.

Nelle ultime trenta o quaranta ore, i nostri soldati rispondono ovunque all’offensiva austro-ungarica: a nord-ovest di Gorizia le postazioni asburgiche vengono espugnate; in Carnia riconquistiamo il Pal Piccolo, avanzando da Monte Croce al Freikofel.
Si è combattuto in condizioni estreme: di notte, nella tormenta, tra «montagne incappucciate di neve e infagottate di nebbia». I bollettini ufficiali esaltano l’azione, ma omettono il numero delle perdite, circa un migliaio. Meglio non farlo sapere.

Ma il 27 marzo è il giorno della conferenza interalleata di Parigi, otto i Paesi rappresentati: Francia, Gran Bretagna, Russia, Italia, Belgio, Serbia, Giappone e Portogallo. I lavori si aprono sotto la presidenza di Briand, è presente la crème de la crème: cinque Presidenti del Consiglio, dieci Ministri, dieci Generali e cinque Ambasciatori.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Si apre la Conferenza interalleata di Parigi; rappresentati otto Stati. Vi partecipano cinque Presidenti del Consiglio, dieci Ministri, dieci Generali e cinque Ambasciatori. Per l'Italia ci sono Antonio Salandra, Sidney Sonnino e Luigi Cadorna.
  • Le Potenze dell’Intesa, in un memoriale al Governo greco, ripetono le riserve sull'annessione dell’Alto Epiro, le cui sorti saranno decise dal Congresso della Pace.

Fronte occidentale

  • Catturate due linee di trincee tedesche a Sint-Elooi (Ypres).

Fronte italiano

  • Gli Italiani, contrattaccano su tutto il fronte da Monte Croce a Pal Grande. Dopo ore di duro combattimento espugnano formidabili posizioni della Selletta Freikofeldel Passo del Cavallo e riconquistano il Pal Piccolo.
  • Gli italiani, dopo oltre 40 ore di lotta accanitissima, espugnano i contesi trinceramenti tra il Podgora e Peuma.

 Fronte meridionale

  • Raid aereo tedesco a Salonicco.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi attraversano il fiume Baltachi Darassi (Caucaso).

Parole d'epoca

Vicino al nemico

di Sisto Monti Buzzetti

Cara mamma, ti scrivo dalla trincea a poca distanza dal nemico.
La giornata è splendida ed un sole veramente primaverile ci consola un po’.
Dinanzi a questa estensione infinita di neve, in mezzo a tanta esuberanza di candidissima luce, su queste eccelse vette, a pochi passi dalle dolomiti mi sento grande; grande come immensa distesa di neve, grande come gli ideali della patria.
Giunge di tanto in tanto qualche colpo di cannone, ma gli artiglieri nemici tirano male.
Domani è il mio onomastico; attendo per oggi vostre lettere: le attendo ansiosamente; spero che stasera quando torno ai baraccamenti ne troverò...

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

Nella giornata del 25 nuovo duello delle artiglierie nella zona di Rovereto e dell' Alto Astico: movimenti di truppe nemiche alla testata di Valle Astico e arrivo di treni alla stazione di Caldonazzo. Questa fu più volte colpita dalle nostre artiglierie.
Nell' Alto But, dopo intensa preparazione di fuoco, il nemico attaccò in forze le nostre posizioni sul Pal Piccolo, riuscendo ad occuparvi una trincea.
Un nostro violento contrattacco, pronunziato lungo tutta la fronte da Monte Croce a Pal Grande, fece cadere in nostro possesso i forti trinceramenti nemici alla Selletta Freikofel e al Passo del Cavallo, dove furono presi 63 prigionieri, dei quali tre ufficiali.
Sul Pal Piccolo, invece, il combattimento durò accanito per trenta ore: dopo sei furiosi assalti, le nostre fanterie irruppero alla baionetta sulla perduta posizione, riconquistandola interamente. Centinaia di cadaveri nemici rimasero sul terreno.
Lungo la rimanente fronte, duello delle artiglierie particolarmente violento sulle alture a nord-ovest di Gorizia.
Nella mattinata di oggi, stormi di velivoli nemici si aggirarono sulla pianura fra Isonzo e Piave, con l' intento di colpire le nostre retrovie e danneggiare i ponti.

 L' incursione fallì completamente. Obbligati a restare a grandi altezze dai tiri delle nostre artiglierie i velivoli lanciarono alcune diecine di bombe senza fare vittime, nè danni. Salve aggiustate dei nostri cannoni abbatterono un aereo presso Aiello e un idrovolante nella laguna di Grado. Un terzo velivolo fu atterrato dal fuoco di fucileria presso il ponte della Priula (Piave). Dei sei aviatori nemici fu ucciso un maggiore, caposquadriglia; gli altri cinque vennero presi prigionieri.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori