Il Vaticano e il caso di Palazzo Venezia
Nessuno ne sentiva il bisogno, ma in fondo perché negarsi una bella polemica a scoppio ritardato, futile almeno all’apparenza? Il primo ottobre il Vaticano pubblica una formale protesta contro la requisizione di Palazzo Venezia, avvenuta oltre un mese prima. Alla buon’ora. Il Cardinal Gasparri espone le obiezioni: primo, si trattava di un’Ambasciata presso la Santa Sede e l’Italia aveva garantito di non ostacolare in alcun modo la rappresentanza asburgica; secondo, il Papa fu informato solo a giochi fatti, non il massimo della correttezza. Ma a Roma non è tanto la protesta a far male, quanto l’allusione alla “caduta di stile”.
Se la polemica vaticana è irrilevante, effimera, le giustificazioni, affidate all’Agenzia Stefani, sono ancor più precarie, traballanti. Tra le altre vi segnalo: “Ma tanto lì non c’era più nessuno, l’Ambasciatore austriaco si è trasferito in Svizzera”. Stiamo parlando del nulla, ma allora perché? Perché la Santa Sede ha sollevato questo problema? E soprattutto perché ora?
La spiegazione più plausibile è una ed è tutta politica: il nuovo Nunzio apostolico di Vienna sarà italiano, al Papa potrebbe far comodo un precedente che non metta in dubbio la sua neutralità; un contrappeso.
Mentre a Roma si discute l’atteggiamento cattolico, gli Alleati proseguono le operazioni sulla Somme. E il Generalissimo Joffre riassume, in un comunicato ufficiale, i grandi guadagni registrati in tre mesi di battaglia. Vengono snocciolati tanti bei numeri, ma guarda caso ne manca uno piuttosto importante: Joffre si è “dimenticato” di specificare il prezzo di quanto ottenuto.
Sul fronte balcanico si muovono i britannici: tre villaggi sulla riva opposta dello Struma vengono occupati.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Pubblicata la protesta vaticana contro la requisizione di Palazzo Venezia come patrimonio nazionale; la risposta del Governo italiano è affidata all’Agenzia Stefani e dichiara che quell’atto non lede i diritti e le prerogative della Santa Sede.
Fronte occidentale
- I britannici attaccano sulla linea Eaucourt-Le Sars (sulla strada Albert-Bapaume); tutti gli obiettivi sono presi su un fronte di quasi tre chilometri. Occupata parte di Eaucurt.
- Comincia la battaglia di Ancre Heigts (Somme).
- Comincia la battaglia di Transloy (Somme).
- Nella notte tra l’1 e il 2, raid degli zeppelin sulla costa est britannica: dirigibile tedesco L-31 abbattuto a Potters Bar (vicino Londra); 1 morto e 1 ferito.
Fronte orientale
- I russi avanzano nella regione di Brody dopo duri scontri.
Fronte italiano
- Gli italiani prendono delle trincee nella Val Travenanzes.
Fronte meridionale
- I britannici catturano tre villaggi sul fronte dello Struma.
- I serbi fanno progressi a nord-est del Kajmakčalan e occupano importanti postazioni bulgare.
Parole d'epoca
Diario di Guerra 1915 - 1918
di Don Andrea Balestrazzi
Cismon. 5 anni fa partivo per Tripoli! Chi l’avrebbe pensata allora questa guerra! … O Maria mi propongo di santificare un poco questo mese a voi dedicato. Voi proteggetemi e fate che da oggi si cominci per me la nuova vita! …
DAL FRONTE
Nel vallone di Travenanzes (Alto Boite) i nostri alpini assalirono e scacciarono nuclei nemici trincerati sulle pendici sud-est del Lagazuoi e del Pizzo di Fanis. L' avversario in fuga abbandonò molto materiale e qualche prigioniero nelle nostre mani. Sulla fronte Giulia azioni sparse delle artiglierie; quelle nemiche bersagliarono gli abitati di Merna e Vertoiba e lanciarono anche alcuni colpi su Gorizia.
Firmato: CADORNA