von Koerber Primo Ministro asburgico
A fine ottobre vien giù acqua a catinelle, per ore, a volte per giorni. Ristagna nelle trincee, nei camminamenti, nelle buche. Sembra di camminare nel letto di un ruscello. Su quasi tutti i fronti le operazioni restano impantanate in un oceano di fango livido, azzurrognolo-verdastro, cadaverico.
In guerra ogni stagione ha il suo cruccio: l’autunno deprime. Ma non tutti. I pidocchi prosperano, per loro questi devono esser tempi paradisiaci. Crescono pasciuti, si moltiplicano, saltellano allegri tra il lerciume di vesti mai cambiate e la muffa di vecchie coperte. Gli uomini ne sono infestati, non si misurano neanche più in colonie, ma in imperi. È un tormento continuo. Ti manda ai pazzi.
Il fronte più dinamico è quello rumeno: padroni di casa ben ispirati lungo l’arco carpatico, a nord-est verso la Bucovina e a sud, nelle alpi transilvane. Gli austro-tedeschi ripiegano ancora nella valle del Jiu; i russo-rumeni in Dobrugia.
A Vienna la gatta da pelare della politica asburgica tocca a Ernest von Koerber, nominato nuovo Primo Ministro d’Austria il 29 ottobre; per lui è un ritorno al potere, dopo la non indimenticabile parentesi dal 1901-1904.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Ernest von Koerber nominato Presidente del Consiglio austro-ungarico.
- In un discorso a Cremona il Ministro Leonida Bissolati esalta il martirio di Cesare Battisti e afferma la necessità che l’Austria-Ungheria sia distrutta, affinché possano risorgere le varie razze compresse sotto la sua artificiosa unità.
- Lo Shariff di La Mecca proclamato Re degli arabi.
Fronte meridionale
- In Dobrugia i rumeni continuano a ritirarsi.
- Gli austro-tedeschi ripiegano nella valle del Jiu.
Operazioni navali
- Attività dei sottomarini tedeschi nell’Egeo: silurata la “Angeliki” nave greca che trasportava volontari.
Parole d'epoca
Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria
di Don Giovanni Folci
Ancora piove. Dura tuttavia il cannoneggiamento, su qualche punto del fronte, non violento e saltuario. Genio e reparti di zappatori lavorano febbrilmente a riattare, accomodare e ricostruire trincee e camminamenti. Lunghe teorie di carri e corvées di muli e di uomini sudano nell’accumulare nuove riserve di munizioni e di materiali. La battaglia, interrotta a mezzo, vorrà riprendere più intensa, circonfusa da migliori auspici. Sarà una lotta aspra, dura, a ferri corti. Il nemico, vigile sempre, instancabile, ci attende munitissimo.
Si è parlato tanto di licenze, in questi giorni, con un desiderio visibilmente intenso che si aprissero tosto. Non si parla che di questo e si sognano i dolci intrattenimenti coi cari lontani, le povere case affumicate, i biondi piccini e la giovane sposa, i vecchi genitori bisognosi. Sorridono giorni beati, tranquilli, dopo i quali meno pesanti tornerebbero le sofferenze, le privazioni della trincea, anche la morte non spaventerebbe. Ma si riveda prima il luogo natale, un'ultima volta si riabbraccino gli adorati parenti.
E mentre il cuore pulsa per sé dolci e giusti affetti e la fantasia si sbizzarrisce, a capriccio, un ordine arriva che, tosto, è emanato ai comandi inferiori per le opportune disposizioni. Come un fluido magnetico passa
per le trincee e si comunica misteriosamente a quei figli prodi. Si allumano gli occhi di folgori nuove, l'intenso batter dei cuori si tramuta in un dolce effluvio di lagrime. I primi fortunati si avviano ben tosto al comando di reggimento, subissati da infinite domande e auguri.
Il contento però vuol essere molto breve, troppo breve. Al primo ordine di concessione succede sul tardi una contro-disposizione che, in un baleno, sfata e abbatte rosee speranze e castelli dorati. Le licenze per il nostro corpo d'armata restano chiuse e non si riapriranno
che a operazioni terminate.
DAL FRONTE
Duelli delle artiglierie in Valle di Adige, nella zona del Cauriol e sulla fronte Giulia.
Maltempo in tutto il teatro delle operazioni.
Firmato: CADORNA