Rosicchiare briciola per briciola
Che bellezza le «travolgenti offensive» italiane. Quali non saprei. La propaganda sguazza tra indefiniti allori, ma in realtà i contrattacchi austro-ungarici hanno stoppato la nostra avanzata già al secondo giorno. Il 2 novembre gli assalti del regio esercito alle linee asburgiche rimediano solo il dosso Faiti e pochissimo altro; in alcuni punti facciamo persino un passo indietro.
Rosicchiare briciola per briciola le posizioni nemiche è quanto avviene anche sul fronte occidentale: a Verdun i francesi rioccupano i calcinacci del forte di Vaux, evacuato dai tedeschi il giorno prima; sulla Somme i britannici conquistano una trincea a est di Gueudecourt, ma non cambia nulla. Ogni volta sbuca sempre una nuova linea, come le teste di un’Idra; mentre gli Alleati preparano un attacco, la Germania scava altre trincee, dando vita all’immortale ritornello della guerra di posizione.
La battaglia continua a imperversare anche sugli sbocchi dei Carpazi meridionali: i rumeni lottano su tutti gli accessi alla Valacchia, bloccando la marcia austro-tedesca su Bucarest.
Da segnalare un’intervista a Henry Pomeroy Davison, socio della J.P. Morgan. L’americano rassicura gli investitori ed elogia a perdifiato le finanze franco-britanniche. Grazie, sono partner finanziari.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Fronte occidentale
- I britannici catturano una trincea a est di Gueudecourt.
- I francesi rioccupano il Forte di Vaux (Verdun).
Fronte italiano
- Gli italiani occupano il dosso Faiti (Fajtji hrib) dominando il fronte Castagnevizza -Isonzo.
Fronte meridionale
- Gli austro-ungarici attaccano a Passo Predeal; i rumeni inseguono l'esercito asburgico sul Passo di Vulcan (Carpazi meridionali).
- La flotta russa bombarda Costanza (Mar Nero).
Operazioni navali
- L’S.S Olandese “Oldambt”, che gli inglesi hanno salvato dai tedeschi, mette in fuga cinque cacciatorpediniere tedeschi.
Parole d'epoca
Commemorazione dei defunti
di Pasquale Attilio Gagliani, colonnello di artiglieria
Commemorazione dei defunti. Si commemorano i morti inviandone altri nell’altro mondo! La lotta continua, aspra e tenace, specialmente davanti a noi, davanti a quella famosa quota 208 che il nemico non si vuol decidere a cederci perché rappresenta uno dei pilastri d’ingresso al Vallone di Brestovica – l’altro è la quota 144, contesa dal VII Corpo. Quante perdite, anche perché la fanteria del nostro Corpo, indecisa, ripiega per la maggior parte nelle trincee di partenza! È L’unico modo come subire le perdite più forti. S. M. con il seguito torna all’osservatorio. Vi arriva pure il Duca. A sera, gran fuoco d’artiglieria antiaerea contro quei maledetti aereoplani che, appena fa scuro, approfittando del chiarore lunare vengono a gettare bombe sui paesi pedecarsici.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Sulla fronte Giulia nella giornata di ieri le nostre truppe attaccarono le forti difese dell' avversario sulle alture ad oriente di Gorizia ed una nuova linea di multipli trinceramenti ad est del Vallone sul Carso. Nella mattinata artiglierie e bombarde con violenti e precisi fuochi distruttivi apersero larghi squarci nella linea nemica. Alle 11 le nostre fanterie vennero lanciate all' assalto. Nella zona di Gorizia, superando gravi difficoltà di terreno impaludato dalle recenti pioggie e l'accanita resistenza dell'avversario furono conquistati estesi trinceramenti sulle pendici occidentali di Tivoli e di San Marco e sulle alture ad est di Sober. Sul Carso le valorose truppe dell 'XI Corpo d' Armata espugnarono le ripide boscose alture del Veliki Hribach (Quota 343) e di Quota 376 ad est della precedente, il monte Pecinka e l'altura di Quota 308, ad oriente di esso si spinsero sino ad un chilometro circa ad est di Segeti. A mezzodì della strada da Oppacchiasella a Castegnevizza la forte linea nemica fu in più punti superata e mantenuta poi contro i gli insistenti ritorni offensivi dell' avversario. Nel complesso della giornata prendemmo 4731 prigionieri, dei quali 132 ufficiali, due batterie di cannoni da 105 di tre pezzi ciascuna, mitragliatrici, molti quadrupedi e materiali da guerra di ogni specie.
Velivoli nemici lanciarono bombe su alcune località del Basso Isonzo. In Pieris fu ucciso un milite e feriti un capitano medico e quattro militi tutti della Croce Rossa. Una poderosa squadriglia di sedici Caproni, scortati da Nieuport, bombardò accantonamenti nemici nella vallata di Frigido, sui quali furono lanciate due tonnellate di esplosivo. Nonostante il fuoco di numerose batterie controaeree e gli insistenti attacchi di velivoli nemici, gli arditi aviatori ritornarono tutti incolumi ai propri campi.
Firmato: CADORNA