L'altro nemico è l'inverno
Vi piacciono le escursioni? Passeggiare per sentieri di montagna? Ecco, spesso la strada l’hanno aperta loro. «In alta montagna il terreno ha un valore enorme, non è come in pianura. I monti sono per sé stessi immani fortezze. Non si cammina, ma ci si arrampica; non si va in avanti perché bisogna andare in alto. I piedi non bastano, ci vogliono le mani. Non ci sono strade, ma sentieri e se non ci sono sentieri bisogna aprirli. La pietra è dura, la neve altissima, il freddo inverosimile, la tormenta è mortale. Non è il nemico che vi schiaccia, è la montagna, l’altezza, la temperatura, l’impossibile che vi circonda».
Descrizione generale, figuriamoci in inverno. E questo non è un inverno qualunque, quello del 1916 è particolarmente rigido, sembra condensare tutto il gelo di cui è capace, con nevicate due o tre volte più abbondanti del normale. Il vento va di fretta, tagliente, soffia forte e scartavetra la faccia. È una lotta tra l’uomo e gli elementi. L’inverno è il peggior nemico: assale senza riguardi, circuisce e avvolge, rinnova e intensifica i suoi attacchi ogni giorno, ogni ora.
Le Dolomiti e le Alpi sono uno spettacolo. La neve sembra polvere di diamanti, brilla come se accogliesse tutte le stelle del firmamento. Ma il numero record di valanghe inghiotte e non restituisce molti, troppi, soldati.
Su altre montagne, nei Carpazi, i russo-rumeni riescono a impensierire gli austro-tedeschi, ma i risultati nella valle del Trotuş e a Vatra Dornei restano l’eccezione. Il 10 dicembre i bulgari stabiliscono una testa di ponte davanti a Cernavodă, scacciando i russo-rumeni anche dalla sponda nord-occidentale del Danubio. La via di ritirata a est si chiude, all’esercito di Bucarest resta solo la via nord-orientale.
Sempre calda l’atmosfera greca. L’Intesa chiede la smobilitazione, Atene protesta per il blocco Alleato. Il Governo ellenico definisce “un complotto” i recenti tumulti e giustifica la repressione. All’improvviso è saltata fuori una lettera di Venizelos al Generale Corakas, per l’Agenzia stampa di Atene proverebbe la preparazione di un colpo di Stato.
A proposito, in Albania la città di Coriza si costituisce in Repubblica indipendente sotto la protezione francese. Sullo sfondo rosso della bandiera campeggia l’aquila bicefala di Scanderbeg, vessillo dell’attuale Albania.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Nota degli Alleati alla Grecia: chiesta la completa smobilitazione.
- La città albanese di Coriza, sotto la protezione delle autorità militari francesi, si costituisce in Repubblica indipendente con la storica bandiera di Scanderbeg.
Fronte orientale
- Duri scontri nei Carpazi, a sud della Bucovina e lungo il Trotuş: i russi avanzano a nord di Vatra Dornei e nella valle del Trotuş.
Fronte meridionale
- I bulgari catturano la testa di ponte opposta a Cernavodă.
- Combattimenti a nord di Ploieşti.
- Combattimenti a nord di Monastir.
Operazioni navali
- Il sottomarino mercantile “Deutschland” rientra nella foce del fiume Weser.
Parole d'epoca
Le scarpe al sole
di Paolo Monelli, alpino
Non c'è difesa, non c'è arte che le tenga lontane. Sono cadute sulle cucine e sulla compagnia della selletta, sulla tettoia dei muli e sul comando di battaglione. Il rombo desta con raccapriccio: si balza fuori a tender l'orecchio, si parte per il biancore molle a
recar soccorso, sotto la minaccia che nuovamente si aduna in alto. E quando il cecchino se ne accorge, comincia a spararci sopra.
DAL FRONTE
L'attività delle artiglierie, ostacolata nelle zone montuose da abbondanti nevicate, si mantenne anche ieri più intensa nella zona ad oriente di Gorizia e sul Carso.
Firmato: CADORNA