Il decreto luogotenenziale numero 7
Un esercito di massa, in una guerra tanto vasta, è un organismo in continuo mutamento, un meccanismo da mettere a punto giorno per giorno. Il decreto luogotenenziale numero 7 del 5 gennaio estende i doveri militari per alcune classi di congedati italiani e soprattutto obbliga i nati dopo il 1881 a prestare servizio in zona di guerra. In questa ampia categoria rientrerà un modenese classe ’98, arruolato chissà quando all’inizio del 1917. Gioire della malattia di qualcuno è meschino, ma in questo caso farei un’eccezione. Sì, perché questo Enzo Anselmo il fronte lo vede poco: è assegnato al 3° reggimento artiglieria alpina, dove in sostanza ferra i muli, finché una “benedetta” pleurite minaccia di farlo secco, ma lo allontana dai rischi della guerra. È una fortuna, perché sarebbe stata una perdita inestimabile. Quel ragazzo è un sognatore, un passionale, un vincente ed è destinato a rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo, per tutti i secoli dei secoli, amen. Scampato alla malattia cercherà lavoro in FIAT: scartato. Già, quella strada però la incrocerà di nuovo, quando il suo cognome, “Ferrari”, sarà un tantino più noto e di fatto immortale.
Roma intanto si prepara ad accogliere una cruciale conferenza interalleata. Nella capitale sono arrivati molti pezzi grossi, compreso il Premier francese Briand, quello britannico Lloyd George e i vertici militari dell’Intesa. I temi da trattare sono tanti e tanto delicati da far saltare qualsiasi perdita di tempo cerimoniale.
Sui campi di battaglia sono due le notizie del giorno: l’offensiva russa a ovest di Riga e la caduta di Brăila, il principale deposito di grano sul Danubio. Per gli Imperi centrali Brăila era un frutto ormai maturo; per i russo-rumeni è una pesantissima scossa alle linee del Siret. Ci siamo, ogni centimetro di Dobrugia è bulgaro-tedesco.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Conferenza interalleata a Roma fra i rappresentanti di Governo e militari inglesi, francesi e italiani.
- Il Governo italiano estende l’obbligo del servizio militare ai congedati delle classi del 1874 e 1875 (chiamati in servizio con una ordinanza ulteriore) e stabilisce che tutti i nati dopo il 1881 passino a prestare servizio in zona di guerra.
- L’imperatore Guglielmo II, in un ordine del giorno all’esercito, afferma che imporrà la pace con le armi e rigetta la responsabilità della continuazione della guerra sugli Alleati, che hanno respinto le sue proposte di pace.
Fronte occidentale
- I britannici catturano due postazioni tedesche vicino Beaumont-Hamel.
Fronte orientale
- Terreno guadagnato nell’offensiva russa fra il lago Babītes e la palude di Tirul (ovest di Riga).
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi avanzano in vari punti sul fronte rumeno, specialmente fra i fiumi Râmnic e Buzău.
- I russo-rumeni completano l’evacuazione della Dobrugia.
- Brăila presa dalle truppe tedesche.
Fronte asiatico ed egiziano
- Si combatte nella regione di Kut al-Amara.
Fronte d’oltremare
- I britannici occupano Kibambawe nella valle di Rufiji (Africa orientale tedesca).
Parole d'epoca
Antiochensi nella leggenda del Piave
di Gabriele Loi
Il Re trascorse il Capodanno al fronte in mezzo ai soldati, e aveva voluto premiare quei reparti che si erano distinti o si erano immolati nelle precedenti battaglie.
In quasi due anni di guerra l‘Italia aveva perso mezzo milione di uomini fra morti, prigionieri, mutilati e malati irrecuperabili. All‘inizio del 1917 l‘esercito aveva ricevuto sedici nuove Divisioni di fanteria, quindici nuovi battaglioni di Bersaglieri e undici di Alpini; erano quadruplicate le artiglierie pesanti da campo e raddoppiate quelle leggere.
DAL FRONTE
Nella zona tra Adige e Garda nella notte sul 4, un reparto nemico attaccava violentemente le nostre linee avanzate, accolto da fuoco intenso di fucileria e mitragliatrici ripiegava in disordine con notevoli perdite.
La stessa notte, nel settore di Plava, una ricognizione tentata dal nemico con l' appoggio della propria artiglieria, falliva sotto il fuoco concentrato delle nostre batterie.
Sul Carso, nella zona di Faiti, un nostro riparto, con uno sbalzo di sorpresa, progrediva di circa 200 metri e si rafforzava sulla nuova linea, invano contrattaccato da nuclei avversari, che furono respinti e dispersi.
Firmato: CADORNA





