Tutti a bocca aperta
Lo Zar ha abdicato. La notizia è un fulmine a ciel sereno nei Paesi Alleati. Nessuno immaginava quanto fosse grave la situazione; nessuno l’aveva raccontato. Lo sconcerto è naturale. "Ma come? Fino a ieri c’erano giusto un paio di proteste pacifiche e oggi si parla di rivoluzione? Cos’è cambiato? Cosa è successo?" Niente, non è cambiato niente. Si sono soltanto aperti gli occhi a cose che prima si preferiva non vedere. I giornali del 16 marzo sono presi in contropiede, titolano sullo Zar, ma non hanno articoli pronti. I più fortunati, quelli con corrispondenti dall’occhio fino, si affrettano a pubblicare reportage vecchi di mesi, magari bloccati dalla censura. Tutto fa brodo, purché ci siano accenni alle anomalie della vita russa. E allora si scopre che qualcuno aveva intuito un certo malessere; forse non la rivoluzione, ma una punta di esasperazione popolare sì. Virginio Gayda, a dicembre, aveva provato a raccontare lo scollamento tra i russi e il Governo; aveva notato questi due mondi distanti anni luce, antagonisti. Un Governo reazionario, chiuso a doppia mandata nel suo mondo fantastico, sordo a qualsiasi input esterno e ostinato nel sostenere l’onnipotenza burocratica. E un popolo affamato, esausto, arrabbiato, inascoltato.
Inascoltato come il Parlamento, una specie di ninnolo nell’Impero zarista. Il violento frontale era inevitabile per chi viaggiava sullo stesso binario, ma in direzioni opposte.
Il cataclisma russo coglie tutti impreparati, non solo i giornali. Alla Camera dei Comuni londinese l’intervento del Ministro Bonar Law ha l’ingenuità di un bambino, riassumo: “Scusate, non avevamo capito nulla, le nostre informazioni erano completamente sbagliate”. Ce ne siamo accorti Bonar, ce ne siamo accorti.
A Pietrogrado, mentre il Palazzo d’Inverno è dichiarato proprietà dello Stato, il Governo provvisorio pubblica un proclama invitando i cittadini a mantenere la calma, ristabilire l’ordine, tornare al lavoro e cooperare per il bene della Russia. Lo stesso appello viene rivolto dal socialista Kerenskij. I principi della “nuova Russia” abbraccerebbero la libertà di stampa e di parola; la libertà religiosa e di associazione, comprese le organizzazioni del lavoro; la libertà di sciopero, anche per i funzionari e i militari, qualora le condizioni lo permettessero. Per tutti i reati politici, religiosi, o riguardanti la disciplina militare, è concessa l’amnistia generale.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Palazzo d’inverno dichiarato proprietà di Stato.
- Discorso di Kerenskij alla Duma.
- I leader laburisti inglesi inviano un telegramma di simpatia al corrispettivo partito russo.
- Forte carenza di patate in Inghilterra.
- Sheik-ul-Islam proclama nuovamente la guerra santa; ordinata la mobilitazione generale dei turchi.
- Il Senato turco approva l’accordo con la compagnia ferroviaria di Baghdad.
Fronte occidentale
- Avanzata britannica sulla Somme: occupato il bosco di Saint-Pierre-Vaast, dominante Péronne.
- Aviatori francesi bombardano Francoforte come rappresaglia per la distruzione di Bapaume.
- Aeroplani sopra Westgate.
- Raid degli zeppelin nel Kent e nel Sussex: nessuna perdita.
Fronte italiano
- Gli austro-ungarici distruggono le difese italiane nella valle di San Pellegrino (Dolomiti) e occupano alcune posizioni.
Fronte meridionale
- Fronte di Monastir (Bitola): gli italiani progrediscono nelle vicinanze della Quota 1.050, fra i laghi di Presba e Maliq. Gli austro-ungarici contrattaccano, ma sono respinti.
- La linea britannica a sud-ovest di Dojran (Macedonia) è stata avanzata di 900 metri su un fronte di oltre 3 km.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi sloggiano i turchi dalla vetta di Naleshikian (Persia) e occupano Aliabad, ingaggiando il nemico vicino Kerind.
Parole d'epoca
Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria
di Don Giovanni Folci
Alla Casa del soldato faccio qualche provvista, poi una visita breve al Duomo e una, molto più lunga, al Santuario della Madonna delle Grazie. Non d'altro prego la benedettissima Vergine che di una santa rassegnazione e serenità nel nuovo periodo di vita bellica che sto per iniziare. Esco dal tempio consolatissimo, tanto più per aver alleviato la pena di una coscienza straziata dal rimorso di pecche immonde. Povera anima nostra, quando si illude dietro l'evanescente piacere mondano e si allontana dalla preghiera di Dio! Anche i cedri del Libano cadono ! A Cormons, dove arrivo verso le 20, ceno al Ristorante della truppa dove mi incontro con alcuni ufficiali del 38° tra i quali il giovialissimo capitano Sarocchi. L'accoglienza è entusiasta. Tutti mi affermano il desiderio comune di riavermi al reggimento. Ciò mi conforta assai. Dormo in casa del parroco in luogo. Un lettuccio incommodo mi accoglie stanco stanco e al mattino.
DAL FRONTE
Nella zona di Monte Forno, sull' altopiano di Asiago, la notte sul 15 un riparto nemico irruppe di sorpresa in un nostro trinceramento, subito ricacciato da un nostro contrattacco. Nell' Alto Cordevole, nella giornata del 15, piccoli scontri di pattuglie sulle pendici di Monte Sief. Prendemmo una diecina di prigionieri. Sulla fronte Giulia azioni vivaci delle artiglierie ed aggressività di nostri nuclei di fanteria che danneggiarono in qualche punto le linee nemiche sul Carso.
Firmato: CADORNA