9 Aprile, 1917

Scende in campo Lenin

Esperti e analisti discutono da giorni di grande offensiva, di colpire il ferro finché è caldo, ma la strategia tedesca per sfruttare il vacillamento russo è più sottile e indiretta. In una guerra così bisogna saper pensare fuori dagli schemi e quello berlinese lo considero un lampo di genio: i tedeschi hanno trovato l’arma segreta, l’uomo giusto per sconfiggere i russi. Ma può un uomo solo cambiare le sorti di un intero fronte? Può riuscire là dove interi eserciti hanno fallito? La logica risponderebbe no. E invece sì, perché questa guerra può vincere le regole della logica e soprattutto perché quell’uomo è Vladimir Lenin: un uomo di visione, un estremista con idee ben chiare; leader carismatico irreale; lucidità di pensiero e mano ferma. Rispedirlo in Russia sarà la mossa giusta, quella decisiva.
Lenin si oppone al conflitto fin dall’inizio, ha partecipato alle conferenze pacifiste di Zimmerwald e Kienthal, ma soprattutto parla ancora di rivoluzione, quella vera, quella seria. E ha un piano. Il 9 aprile, ben finanziato dai tedeschi, parte con i compagni dalla stazione di Zurigo: attraverseranno la Germania, si imbarcheranno per la Svezia e da lì alla grande madre Russia sarà un attimo.


Ma il 9 aprile segna anche l’apertura della battaglia di Arras, il colossale diversivo della più vasta offensiva di Nivelle. Le quattro giornate di bombardamento preliminare hanno compromesso l’effetto sorpresa, ma ottenuto risultati incoraggianti: le munizioni a gas hanno fatto mattanza di cavalli; i soldati tedeschi sono sopravvissuti, ma faticano a ricevere rifornimenti.
I britannici aprono all’alba: il fuoco di sbarramento avanza e dietro si fa strada la fanteria canadese, coperta anche dai fumogeni; i tedeschi non riescono ad abbozzare una reazione. Nella nebbia le sagome del nemico non si vedono, si intuiscono tra il fumo, nella penombra; sembrano fantasmi. Si combatte contro gli spettri. La prima linea tedesca cede in tempi relativamente rapidi, più complesso aver ragione della seconda, protetta da un vespaio di mitragliatrici. Niente da fare contro la terza, dove, senza l’effetto sorpresa, erano stati concentrati i rinforzi. A deludere sono i carri armati: i 60 mezzi sono troppo pochi e troppo sparpagliati per incidere. A fine giornata l’attacco si è sviluppato lungo una ventina di chilometri, da Hénin-sur-Cojeul, sud-est di Arras, a Givenchy-en-Gohelle, sud-ovest di Lens. Brillano i canadesi, con le importantissime posizioni di Vimy Ridge espugnate e migliaia di prigionieri catturati.
A Berlino la brutta notizia non arriva da sola: il Brasile tronca le relazioni diplomatiche con la Germania; una risposta al recente siluramento del piroscafo Paranà e un occhiolino strizzato all’America.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Lenin e compagni lasciano la Svizzera e partono per la Russia rivoluzionaria.
  • Il Brasile rompe le relazioni diplomatiche con la Germania per il siluramento del piroscafo brasiliano Paranà, avvenuto il 4 corrente.
  • L’Ammiraglio Sims, della Marina degli Stati Uniti, arriva in Inghilterra.
  • Il totale dei canadesi oltremare a oggi è: 407.302 di cui 170.205 dall’Ontario, 36.282 da Montreal e 8.145 dal Québec.

Fronte occidentale

  • Offensiva britannica nell’Artois: inizia la battaglia di Arras, su un fronte di 20 km. da Hénin-sur-Cojeul (sud-est di Arras) a Givenchy-en-Gohelle (sud-ovest di Lens).
  • I canadesi prendono importanti postazioni a Vimy Ridge (a nord e oltre), cinque villaggi e 6.000 prigionieri.
  • A nord di Saint-Quentin e verso Cambrai, i britannici prendono sei villaggi ed entrano nel bosco di Havrincourt.

 Fronte asiatico ed egiziano

  • I russi occupano Kizil-Robat.
  • I britannici occupano Harbe (6,5 km. a nord di Belad).

Operazioni navali

  • Silurato il piroscafo spagnolo “San Fulgencio”, che trasportava il carbone inglese per Barcellona.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 683 - 09 APRILE 1917 - ORE 18:00

Nella giornata di ieri le artiglierie, ostacolate su tutta la fronte da una violenta ripresa di maltempo, furono tuttavia più attive in Valle Giudicaria e in Valle d' Adige, dove causarono incendi e danni evidenti in opere militari del nemico.
Sul Carso nostre pattuglie in ricognizione disturbarono i lavori difensivi del nemico.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori