Tuona sul Carso
«Non bisogna mai sparare solo per sparare. I colpi a vuoto, ripetuti, non sono solo colpi sprecati, inutili, sono nocivi. Infondono una mediocre opinione dell’avversario, corroborano il morale di chi ne vede la stoltezza. Invece, un minor numero di colpi, ma precisi, danno l’impressione che il nemico abbia l’occhio dentro casa vostra, che veda tutto, che vi conosca e vi domini. Non è solo una misura di “economia”, è un principio della guerra».
Il risparmio è però necessario sul fronte italiano, dove le artiglierie ci sono, ma non quante se ne vorrebbero. A dare una mano sono arrivate alcune batterie britanniche. I piani del Generale Cadorna prevedono due giorni di bombardamento tra Tolmino e il mare, quindi la decima battaglia dell’Isonzo: il 12 maggio i cannoni Alleati aprono il fuoco.
Sui giornali del Regno l’Agenzia Stefani celebra un “mostro sacro” della nostra aviazione: Francesco Baracca, il nostro miglior pilota, fresco dell’ennesima vittoria nei cieli.
Baracca ancora non lo sa, ma si sta guadagnando l’immortalità. Come pilota, certo, ma soprattutto per il suo stemma, destinato a diventare uno dei simboli più venerati del nostro tempo. È lo stesso cavallino rampate che un già citato emiliano di nome Enzo apporrà sulle sue “rosse”. A guerra finita, la madre dell’asso Baracca andrà da Ferrari e gli dirà: «Metta questo sulle sue macchine, le porterà fortuna».
Dalla “rossa”, ai russi. Il Presidente della Duma Rodzjanko respinge le ipotesi di pace separata: «La guerra deve essere condotta al fianco degli Alleati fino alla vittoria completa. Gli innumerevoli sacrifici fatti esigono una pace corrispondente all’enormità dei nostri sforzi».
Sì, ma ha ragione il Times: «È la questione agraria la più importante. E sarà questa a determinare le sorti del Paese. […] L’esercito russo è composto per tre quarti da contadini, molti ufficiali di carriera sono stati destituiti. Se il disordine si diffondesse nell’esercito, se la propaganda anarchica facesse presa sui contadini, mantenere la disciplina sarebbe difficile e un’insurrezione potrebbe domarsi solo con gran fatica».
Ecco, purtroppo però i contadini hanno fame e vogliono le terre.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Secondo fonti americane, l'ufficio di reclutamento volontario aperto a New York dall’ex Presidente Roosevelt avrebbe arruolato, dal 1° aprile, 180.000 uomini.
- A Calcutta sequestro di bombe e volantini sediziosi.
- Viviani si rivolge ad entrambe le Camere del parlamento canadese.
- Il Governo greco dà facoltà agli Alleati di porre un distaccamento militare sul canale di Corinto per esercitarvi il controllo.
Fronte occidentale
- I britannici tempestano gran parte di Bullecourt e le trincee di Rœux. Fallisce il contrattacco tedesco
- I britannici occupano alcuni punti della linea Hindenburg presso Bullecourt e penetrano nel villaggio.
- Pesante bombardamento navale a Zeebrugge fatto dalla divisione di Dover.
Fronte italiano
- Attività d’artiglieria sul fronte giuliano verso Tolmino, preludio alla decima battaglia dell’Isonzo. Gli italiani bombardano Prosecco (nord di Trieste).
Fronte asiatico ed egiziano
- Le colonne britanniche operanti nei bacini dei fiumi Diyala e Shatt-al-Adhaim costringono i turchi a ritirarsi sulla catena dei monti Hamrin, a circa 110 km. da Baghdad.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 715 - 12 MAGGIO 1917 - ORE 18:00
Nella giornata dell'11 consuete azioni di artiglieria lungo tutta la fronte, più vivaci fra Astico e Brenta, nella zona di Gorizia e nel settore settentrionale del Carso.
Continua intensa l'attività aerea nostra e del nemico. Nella notte sull' 11 velivoli nemici lanciarono bombe su Punta Sdebba e su talune località del Basso Isonzo: una vittima. Una nostra squadriglia bombardò gl' impianti ferroviari di San Daniele, nella valle del torrente Branizza (Frigido). Un Caproni si spinse su Pola e con getto di bombe provocò un incendio nell' arsenale. Nella giornata di ieri aerei nemicitentarono in più punti incursioni sul nostro territorio ovunque ricacciati dal fuoco delle artiglierie e dai nostri aviatori in caccia.
Un solo velivolo riuscì ad arrivare su Brescia, ma senza lanciarvi bombe.
Generale CADORNA