14 Maggio, 1917

La decima dell’Isonzo

«Laggiù i nostri stanno osservando i tiri. I colpi cadono poche centinaia di metri davanti alle linee. Gli archi delle traiettorie, gli echi e i fischi, passano radenti sulle loro teste e vanno a picchiare sulla roccia, sollevano nembi di sassi e di terriccio, lasciano una gran fumata che si disperde pigra».
Cadorna punta a rompere il fronte austro-ungarico e arrivare a Trieste. Abbiamo la superiorità numerica e cercheremo di sfruttarla. La prima parte del piano prevede fuoco e fiamme nel settore settentrionale, con l’altopiano della Bainsizza gran protagonista. Seguirà a ruota l’attacco della III armata sul Carso, per neutralizzare il massiccio dell’Hermada e proseguire oltre.
Il bombardamento fa vacillare le difese asburgiche; le linee sono danneggiate, ma reggono. La fanteria italiana lascia le trincee verso mezzogiorno: registriamo progressi nella zona di Plava, sulle falde del Monte Kuk, sulle alture a est di Gorizia e verso il dosso Faiti, ma non riusciamo a sfondare.
E non ci riescono neanche i britannici in Artois: le loro linee avanzano a nord di Gavrelle, poca roba.


A Pietrogrado il Ministro francese Albert Thomas, socialista, interviene al Comitato dei delegati di operai e soldati: «È un bene che i partiti socialisti di tutti i paesi espongano chiaramente i loro principi per la pace, ma questo sforzo non deve prestarsi al gioco tedesco». Forse ho frainteso, ma il discorso di Thomas l’ho interpretato più o meno così: “Va benissimo se la pensate come noi, altrimenti fareste meglio a cambiare idea e pensarla come noi”.
Tra le tante proposte il Soviet di Pietrogrado valuta anche quella di organizzare un’Internazionale socialista. Sì, ci sarebbe già quella di Stoccolma, ma i russi vogliono farne un’altra, una tutta loro, non “sponsorizzata” da mani tedesche. Il progetto è ambizioso, al limite della megalomania: dovrebbero essere rappresentati tutti i socialisti belligeranti e neutrali, maggioranze e minoranze, gente che non si saluta neanche. «La guerra deve cessare, ma la pace deve essere conclusa dalle democrazie, non dalle diplomazie».
Virginio Gayda, l’inviato de La Stampa, commenta così: «Il proposito può essere nobile, ma è impestato da molte illusioni. Il movimento socialista russo, affermatosi per ultimo nei paesi occidentali, vorrebbe ora imporsi su tutte le altre correnti europee, assumere la direzione del pensiero democratico senza gli uomini necessari, né la generale preparazione intellettuale. […] I partiti popolari russi, al contrario di quelli occidentali, non sembrano sentire il problema della guerra nel suo aspetto internazionale e nelle sue finalità nazionali». Il giudizio di Gayda non è positivo: guardano ai propri interessi e lo fanno male; hanno le idee confuse e servono assist ai tedeschi.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Consiglio dei delegati di soldati e operai di Pietrogrado rivolge all'esercito un appello per la continuazione della guerra fino alla vittoria.
  • Proteste dei lavoratori inglesi: ingegneri, conducenti degli autobus a Londra e tessitori del nord minacciano lo sciopero.
  • Re Giorgio d’Inghilterra fa un tour dei centri industriali nel nord.
  • Sir John Jellicoe nominato Chief of Naval Staff; Sir E. Geddes Controller.

Fronte occidentale

  • I britannici progrediscono a nord della Scarpe.
  • La linea britannica avanza a nord di Gavrelle.
  • Pesanti ricognizioni tedesche falliscono a nord-est di Vauxaillon (Soissons), a ovest di Craonne, a Berry-au-Bac e in Champagne.

Fronte italiano

  • Forte attacco italiano a nord e sud di Gorizia, nel settore nord del Carso e a est del dosso Faiti (Fajtji hrib).

Operazioni navali

  • Mare del Nord: lo zeppelin tedesco “L.-22” distrutto dall'aviazione della marina britannica.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 717 - 14 MAGGIO 1917 - ORE 18:00

Sulla fronte Tridentina nella giornata di ieri duelli delle artiglierie sull' altopiano di Asiago.
Velivoli nemici tentarono con insistenza ricognizioni in Valle Sugana, impediti dalla nostra vigilanza aerea. Furono respinti nuclei nemici nelle vicinanze di Paneveggio (Valle di Travignolo) e sulle pendici di Costabella (Valle di San Pellegrino).
Sulla fronte Giulia il bombardamento assunse ieri maggiore intensità. Le nostre artiglierie mantennero sotto violenta azione di fuoco le batterie, le linee difensive e i centri di vita del nemico. Sono segnalati incendi a tergo delle posizioni avversarie. A sud-est di Gorizia ardite puntate delle nostre pattuglie ci condussero una trentina di prigionieri e due mitraglitrici intatte con abbondante munizionamento.
Anche la lotta aerea fu più vivace. Una squadriglia nemica gettò bombe nella zona di Aquileja, causando danni alla basilica e al museo archeologico della città. Sul Medio Isonzo, in brillanti combattimenti, due velivoli nemici furono abbattuti dai nostri aviatori.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori