16 Giugno, 1917

Ricomposta la mini-crisi italiana

Niente stravolgimenti politici, per ricomporre la mini-crisi di Governo basta una messa a punto al Gabinetto Boselli: il Sottosegretariato alle armi e munizioni è promosso a Ministero; il Commissariato dei carboni è inglobato nel Ministero dei trasporti marittimi e ferroviari; nasce un probabilmente vanesio Comitato per il dopoguerra e si aggiunge un Ministro senza portafoglio. Volendo esagerare in cattiveria potremmo azzardare un “gioco delle tre carte”.
Tre come i nomi nuovi: il Generale Giardino alla Guerra, siamo alla terza sostituzione; l’Ammiraglio Triangi alla Marina; il Senatore Riccardo Bianchi, con la sua esperienza nelle ferrovie, dirigerà il Ministero dei trasporti. Questo è il cambio più delicato, perché è costato il posto ad Arlotta, esponente della Destra, ora spedito in missione speciale in America. Il Triumvirato pesante resta ai propri posti: Boselli Premier; Orlando agli Interni; Sonnino, la scintilla della crisi, agli Esteri. Confermati anche i tre con il “mal di pancia”: gli “sconfitti” Bissolati, Bonomi e Comandini.


Mentre Roma ha ritrovato un equilibrio, seppur in attesa della conferma parlamentare, la delegazione italiana in Russia cerca di smussare i contrasti con il Soviet. Su Trento e Trieste non vengono sollevate grosse obiezione, ma sulla Dalmazia e i Balcani sì: «Quella è terra slava»«No, non è slava, è mista». Ok, ma mista non significa neanche italiana. E soprattutto giustificarsi usando la parola “interessi”, con quella platea, non è una scelta azzeccata. Gli Italiani vengono incalzati: “E le isole dell’Egeo? E l’Asia minore?” Ecco, questa è dura da spiegare ai russi: «Ci dispiace, sono accordi segreti di cui non conosciamo i dettagli». Buone le intenzioni, non buonissimi i risultati. Anche perché in Russia i giornali e l’opinione pubblica non sembrano fidarsi troppo delle parole diplomatiche anglo-francesi. L’accoglienza alle recenti note è stata piuttosto freddina, molti persistono nell’attribuire scopi imperialisti all’Intesa.

E qui si inseriscono i socialisti tedeschi da Stoccolma. Scheidemann ha esposto ai neutrali le condizioni per una pace onorevole, «basata su solidi accordi internazionali». Alcune sono condivisibili: la limitazione degli armamenti; la ricostituzione del Belgio indipendente; garanzie per le minoranze culturali; un arbitrato obbligatorio per i dissidi tra Stati. Su qualche altra idea forse si potrebbe lavorare, per esempio su come evitare una guerra commerciale alla fine del conflitto, o su quali basi i socialisti austro-ungarici avrebbero intenzione di risolvere il problema balcanico. Sì, poi però si arriva lì dove non c’è neanche una speranza di incontrarsi: «Noi respingiamo tutte le annessioni violente», ma qui dovrebbero rientrare anche le colonie strappate a Berlino; «Respingiamo l’imposizione di indennità di guerra e l’impegno unilaterale per la ricostruzione dei territori distrutti», cioè uno solo a pagare per tutti; la libertà dei mari dovrebbe essere garantita dall’internazionalizzazione degli stretti e dei canali inter-oceanici; ma soprattutto l’Alsazia e la Lorena continuerebbero a far parte della federazione tedesca, un’eresia per Parigi.
A perorare indirettamente la causa tedesca in Russia c’è uno svizzero. Robert Grimm è un socialista e convinto pacifista, si spaccia per rappresentante del Governo ed è a Pietrogrado per proporre una pace separata con la Germania. Il 16 giungo viene espulso dal Paese su denuncia dei socialisti russi. La cosa farebbe molto meno rumore se non fosse implicato anche il Ministro degli esteri elvetico. Già, perché Arthur Hoffmann sapeva e non si era opposto al piano. Sulla neutralità svizzera sta per scatenarsi un vespaio, serve solo rendere di pubblico dominio la storia.
Chiudiamo un’intensa giornata politica con tre numeri, quelli delle elezioni municipali a Pietrogrado: 507.982 voti per il blocco socialista; 166.309 per i cosiddetti Partiti borghesi; 117.760 per i bolscevichi. Lenin sta arrivando.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Stoccolma: pubblicate le condizioni dei delegati socialisti tedeschi per la pace.
  • Pietrogrado: apertura del Congresso di tutti i delegati dei lavoratori e dei soldati russi.
  • Annunciati i risultati delle elezioni municipali a Pietrogrado: al blocco socialista 507.982 voti, 166.309 ai partiti borghesi, 117.760 ai leninisti.
  • Una riunione dei Delegati del Soviet a Pietrogrado vota quasi all'unanimità la continuazione della guerra e approva la condotta dei socialisti, che hanno denunciato l'affare Grimm.
  • Il Governo provvisorio russo espelle dal paese il socialista svizzero Robert Grimm, che portava proposte di pace separata con la Germania con il consenso di Hoffmann, Consigliere federale e Capo del Dipartimento politico elvetico.
  • La crisi ministeriale italiana è risolta con la sostituzione dei Ministri della guerra e della marina e con qualche altro aggiustamento.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 750 - 16  GIUGNO 1917 - ORE 18:00

Ad oriente del massiccio dell'Adamello (Trentino occidentale) riparti del battaglione alpino Val Baltea e di skiatori, superando grandi difficoltà di terreno ed accanita resistenza avversaria, attaccarono la forte posizione di Corno Cavento (3400 metri). La posizione venne espugnata. Caddero in nostra mano i resti del presidio nemico, due cannoni da 75, una bombarda, 4 mitragliatrici e grossi depositi di viveri e munizioni.
Su tutta la fronte dell'Altipiano di Asiago il nemico mantenne assai vivo il tiro della propria artiglieria. Tentativi di pattuglie verso le nostre posizioni del Zebio furono respinti. Sull' Ortigara le nostre posizioni di Quota 210, vennero all' alba di ieri nuovamente attaccate con estrema violenza. Dalle 2,30 in poi il nemico, impegnando nella lotta sempre nuovi reparti, moltiplicò i suoi sforzi. S' infransero tutti contro l'incrollabile resistenza dei nostri, che inflissero all' avversario gravissime perdite e lo ributtarono completamente, catturandogli 52 prigionieri di cui 4 ufficiali. In Valle di San Pellegrino un nuovo tentativo nemico contro le nostre posizioni avanzate sul massiccio di Costabella venne respinto. 


Sulle pendici meridionali di Monte Rombon occupammo di sorpresa un posto avanzato nemico, mantenendolo poscia, ad onta di violenti concentramenti di fuoco eseguiti dall' avversario.
Lungo la fronte Giulia l'intensità del fuoco d' artiglieria fu specialmente notevole nel settore di Tolmino e sulle linee a nord-est di Gorizia. Colonne di autocarri nemici furono colpite in pieno sulla rotabile di Chiapovano ed ammassamenti di truppe vennero battuti ad oriente di Castagnevizza.
Nostre squadriglie da bombardamento scartate da apparecchi da caccia, lanciarono ieri 1800 chilogrammi di proiettili su baraccamenti ed accampamenti nemici nella zona di Santa Lucia di Tolmino e nella Valle del torrente Bazza. Rientrarono tutti incolumi alle proprie basi.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori