Vienna perde Ortigara e Governo
Scrive Paolo Monelli nel suo “Le scarpe al sole”: «Escono battaglioni, rientrano barelle e morti e, dopo qualche giorno o qualche ora, i pochi superstiti». Monelli è un giornalista, sarà uno scrittore, ma il 19 giugno è soprattutto un tenente degli Alpini sul Monte Ortigara; tra un mesetto compirà ventisei anni. Da quelle parti si combatte senza costrutto da una decina di giorni.
Il Generale Ettore Mambretti ordina un nuovo assalto: il piano è più o meno sempre lo stesso, nonostante i risultati non certo brillanti, ma l’Ortigara va preso a ogni costo. Mambretti era presente nella battaglia di Adua del 1896, sconfitta rovinosa; e aveva il comando della guarnigione a Sidi Garbaa nel 1912, dove era convinto di aver di fronte 2.000 beduini, ma c’era uno “zero” di meno, altra batosta. Arrivati al 1917 correva voce fosse uno “jettatore”.
Le facce degli italiani prima dell’attacco sono la perfetta fotografia della rassegnazione, hanno visto la stessa scena già la settimana scorsa. Al tramonto la cima dell’Ortigara è conquistata, ma il prezzo è astronomico.
Vienna ha un altro problema: i deputati polacchi si aggiungono agli scontenti e votano contro il bilancio; per la prima volta un Parlamento belligerante rifiuta fondi al Governo. Il Primo Ministro Clam Martinic presenta le dimissioni all’Imperatore Carlo, che gli affida comunque l’incarico di allestire un nuovo Gabinetto. Il Governo austriaco voleva trarre forza dal Parlamento, cercava un accenno di legittimazione, ma non è andata così, è stato un disastro, un "tutti contro tutti".
Mentre Vienna è alle prese con guai interni, Roma guarda alla Russia. Il Ministro degli esteri Sonnino segue l’esempio di Londra, Parigi e Washington e scrive a Pietrogrado: «L’Italia ha preso conoscenza delle dichiarazioni del Governo russo con la più viva soddisfazione. […] L’accordo più sincero e più fermo con i suoi alleati offrirà alla Russia una garanzia preziosa per il suo sviluppo avvenire. […] L’Italia è entrata in guerra per il trionfo di sacri principi, come la liberazione dei popoli oppressi e la sicurezza della sua indipendenza; ha escluso dalla sua politica ogni spirito di conquista e di dominio».
Parole scontate per placare i malumori di Pietrogrado, dove intanto si sta tenendo un Congresso di tutti i Soviet, al momento gli organi più rappresentativi del popolo, nonostante non è detto che sia compresa tutta l’enorme massa di contadini.
Nella consueta cronaca degli affari russi i giornali francesi fanno due operazioni: la prima, giusta, è una distinzione tra il Comitato dei delegati di operai e soldati e la minoranza massimalista, quella leninista; la seconda, sbagliata, è minimizzare e sottovalutare questa minoranza, in evidente crescita.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Presidente del Consiglio austriaco, Clam Martinic, presenta le dimissioni all’Imperatore, che lo incarica di ricomporre il Ministero.
- Sonnino, Ministro degli Esteri d'Italia, risponde alla nota russa del 3 maggio, riaffermando che l’Italia è entrata in guerra per il trionfo dei sacri principi della liberazione dei popoli oppressi e della sicurezza della sua indipendenza ed escludendo ogni spirito di conquista e di predominio.
- La Camera dei Comuni inglese approva l'estensione del voto politico alle donne con più di 20 anni.
- Re Giorgio d’Inghilterra conferisce il titolo di Peerages (Paria britannici) alle famiglie Teck e Battenberg.
- A Lugano violenta dimostrazione contro l'ex Re di Grecia Costantino.
- Il Generale Currie nominato al Comando delle truppe canadesi in Francia.
Fronte occidentale
- Lieve avanzata britannica sul fronte di Arras.
Fronte italiano
- Offensiva italiana sull’altopiano di Asiago; espugnata la cima dell'Ortigara.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 753 - 19 GIUGNO 1917 - ORE 18:00
Nella notte sul 18 il nemico riuscì a penetrare in un nostro piccolo posto avanzato sule pendici sud-orientali di Monte Rombon; la posizione è tenuta sotto il tiro efficace delle nostre batterie.
Riparti avversari che la stessa notte tentarono di sorprendere le nostre posizioni sulla altura di Quota 219 (nord-ovest di Jamiano), vennero sanguinosamente respinti e lasciarono in nostre mani 10 prigionieri. Ieri attività d’artiglieria assai vivace sull’Altipiano di Asiago, ed anche saltuariamente sulla fronte Carnica.
Tentativi d’attacchi nemici nella zona del Piccolo Colbricon vennero arrestati col fuoco.
Generale CADORNA