Corfù e l’idea jugoslava
Nikola Pašić è il Premier serbo, guida uno Stato al momento rimosso dalle carte, ma coriaceo e ambizioso. Ante Trumbić è un cittadino asburgico, esule a Londra per motivi politici, lì ha riunito il Comitato jugoslavo, associazione panslava abbastanza simpatica agli anglo-francesi. I due si incontrano a Corfù, residenza del “fuorisede” Governo serbo e isola natale della versione “alfa” della futura Jugoslavia. La “beta” uscirà nel 1929; mentre la versione definitiva arriverà con la dittatura di Tito, nel bene e nel male l’apice jugoslavo, prima di tornare a odiarsi e disgregarsi. Ma questa è storia recente, torniamo al 1917.
Pašić rappresenta il popolo serbo, Trumbić i cittadini slavi austro-ungarici, questo molto in teoria, ma pazienza. Il 20 luglio i due leader partoriscono “la dichiarazione di Corfù”, l’impegno politico a creare il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni: grande, indipendente, unificato con la Bosnia e magari il Montenegro. «E il mare Adriatico dovrà essere libero e aperto a tutti».
Se questo progetto andasse in porto, per noi sarebbe un po’ una fregatura.
In Italia non se ne sa ancora nulla, ma neanche a farlo a posta i giornali del 20 luglio parlano della futura conferenza Alleata sui Balcani, prevista per il 25 a Parigi. Ad aprire il dibattito è stato Arturo Labriola, socialista interventista, di ritorno dalla Russia. In un’intervista ha lanciato l’allarme sullo scetticismo suscitato all’estero da Sonnino e dalla politica italiana, ancora pubblicamente ancorata agli interessi di potenza. Il succo del discorso è: bisogna rendersi conto dei cambiamenti e cambiar registro, almeno a parole, altrimenti si rischia l’isolamento.
In Italia si parla ancora di territori strategici, di interessi economici, di pegni per i sacrifici sopportati in guerra. Strano, sono le stesse parole degli odiati pangermanisti, che però in Germania sono minoranza, agguerrita, ma minoranza. Le piroette dei nostri giornali, nel tentativo di far cadere l’impressione imperialista, sono comiche. Funzionano male per i Balcani e arrivano a imbarazzanti contraddizioni sul tema del Mediterraneo orientale: «Se le Potenze nostre alleate si insediassero nella Turchia asiatica, non vi sarebbe nessuna ragione perché all’altrui imperialismo corrispondesse la rinuncia italiana. L’Italia non si sente seconda a nessuna Potenza. Quindi anche da questo lato non riscontriamo imperialismo». Il goffo articolo del Giornale d’Italia cerca di spiegarci un concetto bizzarro: siccome la politica anglo-francese potrebbe essere imperialista, se questa fosse abbracciata anche dall’Italia non lo sarebbe più. Attenzione, non mi interessa dare qui una connotazione positiva o negativa al termine “imperialista”, discorso troppo lungo, il punto è sottolineare quanto i belligeranti si siano spinti in evidenti distorsioni logiche; il paradiso dei “due pesi e due misure”.
In Galizia la breccia aperta dalla controffensiva austro-tedesca si allarga: il fronte russo è rotto, le armate di Pietrogrado si ritirano in disordine verso Ternopil' da Zoločiv ad Halyč, passando per Brzeżany. Sono tanti chilometri.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Dichiarazione di Corfù sul futuro Regno di Jugoslavia.
- Il Governo russo delibera energiche misure contro i colpevoli di connivenza con la Germania. I ministri discutono della proclamazione immediata della Repubblica russa democratica.
- Il Governo inglese dichiara che saranno negati i passaporti ai delegati delle Trades Unions e del partito laburista che intendono recarsi a Stoccolma e a Pietrogrado.
- Una nota delle Potenze protettrici alla Grecia annuncia la restituzione del naviglio sequestrato nel settembre scorso.
Fronte occidentale
- Nella regione Hurtebise-Craonne il violento attacco tedesco è respinti con perdite molto gravi.
Fronte orientale
- Il Generale Kornilov, nominato Comandante del fronte sud, ha ricevuto dal Governo pieni poteri per la direzione delle operazioni.
- Si allarga la breccia austro-tedesca sul fronte russo in Galizia; ritirata russa nelle regioni di Brzeżany e Halyč.
- Le truppe austro-tedesche sviluppano l'offensiva, favorite dalla defezione di alcune unità russe. Rotto il fronte nemico, oltrepassano su una larghezza di 40 km. la strada Zoločiv-Ternopil'.
Fronte asiatico ed egiziano
- Temperatura record a Baghdad: 50,5 gradi.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 783 - 20 LUGLIO 1917 - ORE 18:00
A Malga Val Pra (Torrente Maso) il presidio di un nostro posto avanzato respinse brillantemente una grossa pattuglia nemica che tentava attaccarlo costringendola a ritirarsi con perdite e catturandole qualche prigioniero.
Le nostre artiglierie provocarono un incendio in una galleria nemica sul Colbricon, danneggiarono a colpi di bombarda le difese di un posto avanzato avversario su Monte Piano, dispersero lavoratori intenti a riattare il ridottino distrutto ieri sul Protoce (Monte Nero) e compirono intensi movimenti nei dintorni di Santa Lucia di Tolmino. L' artiglieria avversaria che, in genere, dimostrò poca attività, eseguì qualche tiro di molestia contro le nostre posizioni nella Conca di Plezzo sul Vodice, sul Dosso Faiti, e ad ovest di Versic.
Generale CADORNA