Vengo anch’io, no tu no.
È il momento di mettere un punto alla diatriba “Stoccolma sì, Stoccolma no”. Alla Camera dei Comuni ci pensa il Cancelliere dello scacchiere Bonar Law: «Il Governo ha deciso di rifiutare il permesso di assistere alla conferenza di Stoccolma. La stessa decisione è stata presa dai Governi di Stati Uniti, Francia e Italia».
Sempre in polemica con Henderson interverrà anche il Premier Lloyd George: «Un cambiamento si è prodotto in questi ultimi giorni. Sono stati fatti sforzi per ristabilire la disciplina nell’esercito russo. Nulla sarebbe più fatale di una conferenza con il nemico. […] I quattro paesi Alleati hanno deciso, una volta per tutte, che le condizioni di pace saranno discusse dalle nazioni intere. I laburisti non rappresentano tutta l’Inghilterra».
In ballo ci sono soprattutto impressioni. Neanche i socialisti più irriducibili pretendono di uscire da Stoccolma con un trattato di pace; lo sanno tutti, un accordo è impossibile e comunque non sarebbe vincolante per i Governi; del resto non lo sarebbe neanche per i singoli partiti.
Vietare la partecipazione a Stoccolma può significare uno strappo con i russi, forse non con tutto il Governo, ma con le grandi masse sì. È una mossa pericolosa.
Di sicuro per Lenin sarà una manna dal cielo: “Lo vedete? A Francia, Inghilterra e Italia non interessa il pensiero del popolo russo, vogliono solo usarci per i loro scopi imperialistici”.
Parliamoci chiaro, è una di quelle partite ingiocabili, dove qualsiasi mossa risulta comunque sbagliata. Permettere la partecipazione a Stoccolma è un grosso rischio, perché i russi sono imprevedibili e lo sono anche i maggioritari italiani. E poi si darebbe l’impressione di aver consegnato un potere enorme ai socialisti, quello di scavalcare i Governi. Eppure non andare è forse anche peggio, significa lasciare soli in una stanza i tedeschi con i russi, perché i russi andranno sicuro. Difficile uscirne.
Gli stessi problemi li hanno anche gli Imperi centrali. Berlino e Vienna fanno le identiche resistenze: benissimo i socialisti ufficiali tedeschi, filogovernativi, ma nessuno vuol lasciar partire le minoranze, quella pacifista in Germania, quelle etniche in Austria-Ungheria. “Non vorrai mica mandare i polacchi o gli slavi a sentirsi dire ‘autodeterminazione dei popoli’ e a parlar male di Vienna e Berlino?”
Tensione alle stelle in Spagna, dove è stato proclamato uno sciopero generale. Tutto è iniziato dai ferrovieri, ma l’agitazione è dilagata in fretta. Il Paese è tramortito dalle manifestazioni, c’è almeno un attentato dinamitardo a un treno postale e gravissimi scontri con la forza pubblica, i più accesi a Barcellona e Bilbao, ça va sans dire. Sono tanti i morti e ancor di più i feriti. Il 13 agosto il Governo spagnolo proclama la legge marziale.
Sul fronte rumeno gli austro-tedeschi progrediscono a sud della valle del Trotuș, ma subiscono il ritorno alla controffensiva dei russo-rumeni nella regione di Ocna.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo inglese rifiuta i passaporti per la conferenza di Stoccolma.
- Barnes nominato nel Gabinetto di guerra britannico al posto di Henderson.
- In seguito a grandi scioperi e gravi disordini viene proclamata la legge marziale in Spagna.
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi avanzano in Moldavia a sud della valle del Trotuș.
- L’offensiva russo-rumena continua favorevole per gli Alleati (regione di Ocna).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 807 – 13 AGOSTO 1917 - ORE 18:00
La lotta di artiglieria più intensa ad oriente di Gorizia e sul Dosso Faiti. Vivaci azioni di nostri nuclei esploranti fra Chiese ed Astico ed in Val Padola.
Attività aerea sensibile su tutta la fronte.
Generale CADORNA