Vietato il Congresso socialista
Combattimenti a nord e a sud dell’Ourcq, i progressi Alleati continuano a ritmo regolare su tutto il fronte d’attacco. Il 21 luglio i tedeschi cedono Château-Thierry e il bosco di Courton.
In Germania i giornali stanno con l’Alto Comando, ostentano fiducia: «Le perdite di terreno non hanno importanza. […] Il giubilo del nemico durerà solo fino al prossimo successo tedesco». Avete presente il classico “è tutta una tattica”? Esatto. Ma in ogni redazione aleggia il fantasma di von Kühlmann, lo spettro di quella sua profetica dichiarazione: «Non si può vincere solo con le armi».
A Vienna e Bucarest i Parlamenti si occupano dei rapporti con la Germania. Stringere ancora il legame economico tra i due Imperi non piace neanche ai Governi, c’è puzza di zappa sui piedi. Sul piano politico è diverso. «Proseguiremo la guerra in difesa degli interessi tedeschi come fossero i nostri. […] Questa guerra è un duello anglo-germanico, finirà quando Londra e Berlino si accorderanno. Quelle dell’Intesa non sono pretese, ma utopie».
A Roma accade qualcosa di molto “austriaco”, anzi, per la verità neanche a Vienna è mai successo: il Ministero degli interni vieta il Congresso socialista. L’assemblea dovrebbe discutere «dell’atteggiamento del Partito nella presente situazione politica nazionale e internazionale». Pare sia inammissibile per il Governo. La Stampa spiega così il ben poco democratico “niet”: «Il Congresso di Roma non sarebbe destinato a discussioni riguardanti riforme sociali, ma a deliberazioni capaci di agitare il Paese, turbare l’opinione pubblica, alterare la concordia nazionale». Le polemiche possono sempre essere tenute a bada dalla censura.
Peccato, perché il Partito socialista avrebbe tanto di cui discutere. È spaccato in due, c’è un dissidio netto tra il gruppo parlamentare e la maggioranza della Direzione: da una parte chi è dotato di buonsenso e vorrebbe rappresentare il Partito nelle varie commissioni, partecipare alla vita politica, fare il proprio lavoro; dall’altra gli intransigenti, quelli del “noi siamo diversi, restiamone fuori”, ma questo significa non poter esercitare nessuna influenza su decisioni cruciali per il futuro.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Roma: vietato dal Ministero degli Interni il Congresso socialista.
- A Milano, per iniziativa dell’Associazione fra gli Italiani irredenti, si tiene un convegno di rappresentanti delle nazionalità oppresse.
- Appello del Ministro delle munizioni britannico ai lavoratori per non scioperare durante la battaglia critica.
Fronte occidentale
- Continuano i progressi degli Alleati nella valle dell’Ardre; catturato il bosco di Courton.
- I francesi riconquistano Château-Thierry.
Fronte d’oltremare
- Africa orientale portoghese: battaglia fra britannici e tedeschi a Namirrue (vicino la confluenza del Namirrue e del Ligonha).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 21 LUGLIO 1918
Nella sera del 20 un riparto britannico eseguì un riuscito colpo di mano a sud-ovest di Asiago infliggendo perdite all’avversario e catturando 14 uomini di truppa.
All’alba di ieri nostre pattuglie fecero irruzione nel posizioni nemiche sul Monte Asolone, prendendovi 15 prigionieri ed una mitragliatrice.
L’attività delle opposte artiglierie si mantenne n complesso moderata. Solo nella regione dell’Adamello batterie nemiche si mostrarono molto attive battendo con frequenza le posizioni da noi recentemente conquistate.
Nove velivoli nemici vennero abbattuti in combattimenti aerei.
ALBANIA - Nella giornata di ieri le nostre truppe avanzando nell’arco di Devoli, hanno espugnato la quota 1071 sulla cresta dei Mali-Siloves catturandovi prigionieri. Truppe francesi avanzando a cavallo del Devoli, hanno concorso all’azione.
Complessivamente il numero dei prigionieri fatti in Albania nelle operazioni in corso fino al 19 è di 2167; vennero catturati: 10 cannoni di medio calibro, 16 da campagna e da montagna e 4 da trincea, due bombarde, 38 mitragliatrici, 2600 fucili, varie migliaia di casse di proiettili di artiglieria e diecine di migliaia di munizioni da fucile, 6 aeroplani, 387 carri; inoltre ferrovie da campo, teleferiche, impianti completi telegrafici e telefonici, abbondanti depositi di viveri e materiali da guerra. Nella rapida avanzata le nostre truppe riuscirono pure a liberare qualche centinaio di prigionieri nostri e russi, ridotti in cattive condizioni fisiche dalle fatiche e dalla insufficiente nutrizione.
Firmato: DIAZ