Sospetti serbi sulla stampa austriaca
Il Presidente della repubblica francese Poincaré arriva a San Pietroburgo il 20 Luglio.
La crisi austro-serba è tornata al centro dell’attenzione mondiale. L’impressione è la stessa ovunque: ormai ci siamo, si deciderà tutto nei prossimi due o tre giorni. Le analisi sulle conseguenze abbondano. In generale viene considerata con scetticismo l’ipotesi di un conflitto. Troppo grossi i rischi. Non ci sono interessi strategici in ballo; è una questione d’onore. Perché la Germania dovrebbe lasciarsi trascinare in un vespaio?
No, si troverà una soluzione. L’Austria-Ungheria sarà risoluta, ma non supererà un certo limite. E la Serbia di sicuro non potrà rifiutare, rischierebbe l’annientamento.
Pašić, il Primo Ministro serbo, è esasperato. Rilascia un’intervista al New York Herald e un sassolino se lo toglie subito: «Gli attacchi della stampa austriaca sono così aspri e sistematici da giustificare il sospetto che si voglia preparare l’opinione pubblica a un intervento».
I giornali serbi non possono vendere una sola copia nell'Impero asburgico. Quindi non possono influenzarne l’opinione pubblica. Sono i giornalisti austro-ungarici a raccogliere i peggiori articoli e a fomentare l’odio oltre confine.
Ecco, iniziamo male. Ma Pašić torna subito conciliante e ribadisce l’estraneità del Governo serbo all’attentato. Spera di mantenere rapporti amichevoli con i vicini Asburgo. Se lo augura di cuore.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Presidente della Repubblica francese, Poincaré, accolto a San Pietroburgo con dimostrazioni entusiastiche, in un brindisi in risposta a quello dello Zar, parla della volontà pacifica dei due governi e allude all’Inghilterra, accennando all'opera dei due alleati completata da una preziosa amicizia.
- Il Comando generale della Marina tedesca ordina la concentrazione delle navi militari per farsi trovare pronta in caso di guerra generale.
- Il Governo tedesco informa le compagnie di navigazione Norddeutscher Lloyd e Hamburg America Line che l'Austria-Ungheria presenterà presto un ultimatum che potrebbe causare una guerra generale in Europa, invitando a far rientrare in patria le navi che si trovano in acque straniere.
Fronte meridionale
- Continua la mobilitazione austriaca: vengono inviate truppe alla frontiera serba.
Relazione consolare
Estratto da una relazione consolare sulla situazione economica e politica in Austria
From information furnished by a person specially well informed as to official news, it appears that the French Government would be wrong to leave confidence in disseminators of optimism; much will be demanded of Servia; she will be required to dissolve several propagandist societies, she will be summoned to repress nationalism, to guard the frontier in co-operation with Austrian officials, to keep strict control over anti-Austrian tendencies in the schools; and it is a very difficult matter for a Government to consent to become in this way a policeman for a foreign Government.
They foresee the subterfuges by which Servia will doubtless wish to avoid giving a clear and direct reply; that is why a short interval will perhaps be fixed for her to declare whether she accepts or not. the tenour of the note and its imperious tone almost certainly ensure that Belgrade will refuse. Then military operations will begin. There is here, and equally at Berlin, a party which accepts the idea of a conflict of widespread dimensions, in other words a conflagration.
The leading idea is probably that it would be necessary to start before Russia has completed the great improvements of her army and railways, and before France has brought her military organisation to perfection.
But on this point there is no unanimity in high circles; Count Berchtold and the diplomatists desire at the most localised operations against Servia. But everything must be regarded as possible.
A singular fact is pointed out: generally the official telegraph agency, in its summaries and reviews of the foreign press, pays attention only to semi-official newspapers and to the most important organs; it omits all quotation from and all mention of the others.
This is a rule and a tradition. Now, for the last ten days, the official agency has furnished daily to the Austro-Hungarian press a complete review of the whole Servian press, giving a prominent place to the least known, the smallest and most insignificant papers, which, just on account of their obscurity, employ language freer, bolder, more aggressive, and often insulting.
This work of the official agency has obviously for its aim the excitement of public feeling and the creation of opinion favourable to war. The fact is significant