La dichiarazione di guerra
È passato un mese esatto dall’attentato di Sarajevo; tre giorni dalla scadenza dell’ultimatum austro-ungarico.
Guglielmo II ha appena letto il testo integrale della risposta serba: «Sono convinto che le richieste della monarchia danubiana siano state complessivamente soddisfatte. Le poche riserve avanzate dalla Serbia su singoli punti possono essere tutte superate attraverso i negoziati. La risposta contiene l’annuncio di una capitolazione fra le più umilianti, che rimuove qualsiasi motivo di guerra».
“Rimuove qualsiasi motivo di guerra"? L’ha detto il Kaiser?
Penserete a un bluff, a una frase di circostanza per un delegato straniero. No, Guglielmo II lo scrive a von Jagow, il suo Ministro degli esteri.
Personaggio curioso il Kaiser; Winston Churchill lo descriverà così: «Gli bastava muoversi impettito e mettersi in posa, facendo tintinnare la sciabola nel fodero. Desiderava solo sentirsi come Napoleone senza combattere battaglie. [...] Ma sotto tutte quelle pose e orpelli vi era un uomo molto comune, vanesio, ma nel complesso benevolo, che coltivava la speranza di passare per un secondo Federico il Grande». Sospetto avesse ragione lui.
È un po’ tardi per i ripensamenti di Guglielmo II. Martedì 28 luglio 1914 l’Imperatore Francesco Giuseppe firma la dichiarazione di guerra. Difficile considerarla una conseguenza; le azioni austro-ungariche sono sembrate piuttosto premeditate.
L’Ambasciatore inglese a Vienna descrive la città come «impazzita di gioia». Si è convinti di poter mantenere “regionale” il conflitto. E soprattutto di chiudere in fretta la partita. Austria-Ungheria contro Serbia: il pronostico sembra facile, ma non lasciatevi fregare.
Lo Zar Nicola II spera ancora in una soluzione pacifica, ma ordina comunque una parziale mobilitazione dell’esercito. San Pietroburgo non può e non vuole ignorare la causa slava. La Francia fa lo stesso.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- L’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia.
- Re Pietro di Serbia si trasferisce a Niš.
- In Austria-Ungheria sono richiamati i riservisti di tutte le categorie ed è proclamato lo stato d'assedio in Slavonia, Croazia e a Fiume.
- In Germania il Governo rifiuta la proposta inglese di una conferenza internazionale, vengono richiamati i riservisti e avviati alle frontiere. Il Kaiser Guglielmo II si appella alla solidarietà monarchica dello Zar Nicola.
- La Russia ordina la mobilitazione nei quattro distretti militari occidentali e sulla costa del Mar Nero.
- L'addetto militare russo a Parigi viene informato che l’esercito francese è pronto a fare il suo dovere di alleato della Russia.
- In Francia i socialisti manifestano contro la guerra mentre l’esercito francese si sposta verso le aree di frontiera.
- Churchill ordina alla flotta di salpare verso la base di guerra a Scapa Flow.
- In Italia il Governo ordina di concentrare la 1° e la 2° flotta a Gaeta nonché il rientro degli altri vascelli.
Parole d'epoca
Conte Berchtold
Dichiarazione di guerra alla Serbia dell'Austria-Ungheria
Alle 11:10 A.M. del 28 Luglio, 1914, il Conte Leopold von Berchtold, Ministro degli Affari Esteri dell'Austria-Ungheria, invia il seguente telegramma da Vienna to M. N. Pashitch, Primo Ministro Serbo e Ministro degli Affari Esteri. Questa dichiarazione di guerra fu ricevuta a Nish alle 12:30 P.M.
Testo del telegramma
Vienna, Luglio 28, 1914. Poiché il Reale Governo Serbo non ha risposto in maniera soddisfacente alla nota di Luglio, 23, 1914, presentata dal Ministro Austro-Ungarico a Belgrado, l'Imperiale e Regio Governo è costretto a provvedere da solo alla salvaguardia dei suoi interessi e diritti, e, con questo intento, a fare ricorso alla forza delle armi. Conseguentemente l'Austria-Ungheria si considera da questo momento in stato di guerra con la Serbia.
Conte BERCHTOLD