Guerra brutale fin dall'inizio
La notizia del giorno è una sola. Notizia? in realtà non sorprende nessuno.
L’Impero austro-ungarico ha dichiarato guerra alla Russia. Banale, scontato; ma allora cosa c’è di strano? Qualcosa c’è, fidatevi. Ragionando si può cogliere un risvolto per certi versi clamoroso e per altri tragicomico.
Vienna apre le ostilità con San Pietroburgo cinque giorni dopo la Germania, quella che aspirava a mantenere localizzato il conflitto. E lo fa proprio in risposta al conflitto russo-tedesco. E’ un indizio in più sulla quantomeno contorta strategia berlinese.
In Germania incassano anche la dichiarazione di guerra serba; non perderanno il sonno per questo.
Ma al confine franco-tedesco sono iniziati violenti scontri tra i due eserciti. Le perdite sono altissime fin dal primo momento. I progressi arrivano da Liegi: 1.500 soldati sono entrati in città. È un passo avanti, ma ora bisogna espugnare i forti.
Ovunque, più o meno tutti sono convinti che il conflitto durerà al massimo fino a Natale; si immaginano una guerra ottocentesca e ignorano le caratteristiche del primo conflitto moderno.
A Londra c’è però una voce fuori dal coro: è di Lord Horatio Herbert Kitchener, fresco Segretario di Stato alla guerra ed eroe del conflitto anglo-boero. Due mustacchi imponenti quanto Stonehenge e uno sguardo marziale, ma benevolo. A dispetto delle previsioni intuisce la portata della guerra; ne ipotizza la fine in qualche anno, non in pochi mesi. Ricordatevi di Kitchener, lo incontreremo ancora.
I segnali per avvalorare la sua tesi ci sono già: il conflitto ha impiegato meno di una settimana per diventare transcontinentale.
Nelle Indie Occidentali si fronteggiano l'incrociatore leggero britannico Bristol e l’incrociatore tedesco Karlsruhe; in Africa i francesi attaccano Little Popo, cittadina costiera del Togo e colonia tedesca.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Serbia dichiara guerra alla Germania.
- Gran Bretagna: il Primo ministro Asquith interviene Camera dei Comuni sulla guerra; Il Parlamento vota un impegno di 100.000.000 di sterline.
- A Londra si conclude la convenzione navale fra Francia e Gran Bretagna. L’Ammiraglio francese comanderà le forze Alleate navali nel mediterraneo.
- L’Olanda si dichiara neutrale.
- Fronte occidentale
- Liegi: cadono i forti Barchon, Chaudefontaine e Evequee.
- Longwy è occupata dai tedeschi.
- Le truppe francesi attuano una offensiva nel sud dell'Alsazia.
Fronte meridionale
- Obrenovac (Serbia) viene attaccata invano dagli austro-ungarici, che perdono le loro armi nella ritirata.
Operazioni navali
- Gli incrociatori “Goeben” e “Breslau” riescono a scappare da Messina e si dirigono verso i Dardanelli.
- L’incrociatore inglese H.M.S. “Amphion” è affondato da mine tedesche nel Mare del Nord, al largo di Yarmouth, causando la morte di 150 uomini e le prime vittime di guerra inglesi.
- Lo squadrone dell’Ammiraglio tedesco von Spee lascia Ponape (Isole Caroline).
- Combattimenti fra l’H.M.S. “Bristol” e l’incrociatore tedesco “Karlsruhe” nelle Indie occidentali.
- L’incrociatore mercantile armato dai tedeschi “Prinz Eitel Friedrich” lascia Tsingtao.
Parole d'epoca
Alcide De Gasperi
«il Trentino», 6 agosto 1914
Dunque ci siamo: l'edificio eretto faticosamente con sottili accorgimenti, con ipocrisie e con intenzioni oneste dalla diplomazia europea per scongiurare gli orrori della guerra, è sorpreso da una scintilla balenata d'improvviso, sgretola e s'inabissa, nell'incendio divoratore. Le dottrine pacifiste che in questi ultimi anni hanno raccolto milioni di proseliti e ritenevano come vanto di aver stretto tra le diverse razze i vincoli di una fratellanza resistente a qualunque prova: la larga corrente di simpatie che strinse e affratellò nella collaborazione vicendevole per il comune ideale del progresso umano, uomini di diversa nazionalità: tutta insomma la civiltà moderna, caratterizzata dall'ansia di abbattere le vecchie e ingombranti barriere per rendere possibile ad ogni uomo di respirare del gran respiro dell'intera umanità, devono cedere le loro ragioni supreme davanti al fato austero della guerra, che ha preso il sopravvento, che suona da tutte le torri, ritte lungo tutte le grandi vie del mondo, l'antico ritmo lugubre della raccolta, che persuade le stirpi della santità degli odi vicendevoli sopiti da anni nel fondo delle loro psiche, per scagliarle una contro dell'altra con accanimento cieco e implacabile.
Un fato inesorabile è la guerra contro del quale gli uomini sono impotenti quando la sua ora tragica scocca. Provate a rendervi conto delle ragioni che determinano le nazioni europee, ieri appena vincolate da legami se non di amicizia, certo di benevola simpatia intrattenuta dalla rete immensa dei mutui scambi e dei servigi incalcolabili che questi recano, ed oggi invece tutti in arme, con la spada in pugno, con la bocca del cannone pronta ad incrociare la fiamma orrenda, devastatrice. Vi si affacciano gli episodi più volgari della politica internazionale, ma evidentemente ad essi non è possibile attribuire le responsabilità tremende della guerra; mettete pure quegli episodi in rapporto con alcune tradizioni storiche dei singoli popoli belligeranti, con le note rivalità delle stirpi, forse che il conto torna? No, sarebbe enorme che per così poco si debba venire al disastro immenso della guerra. che le ragioni profonde della guerra non sono visibili attraverso il diaframma della storia contemporanea; occorre risalire più alto, a Dio che conduce i destini dei popoli secondo un disegno inaspettato e ineffabile. È questa l'ora sua, gli uomini non contano più. Nel nome suo ogni uomo si affretta a raggiungere i ranghi, le madri danno alla patria la loro balda prole e i vecchi monarchi snudano la spada.
E' l'ora di Dio; egli nasconde nel mistero del suo alto consiglio, le ragioni del flagello e le sorti prossime e future degli uomini. È un castigo ai peccati del mondo la presente guerra? è una sapiente epurazione della storia da ogni scorie di mali, per una età migliore? Mistero!
Qual popolo sarà annientato nel tremendo cozzo; quale uscirà trionfatore?
Ciò che rimane agli uomini nell'ora in cui il Dio degli eserciti passa per rivelare sensibilmente il suo dominio nella storia, è quello di chinare riverenti e umili la fronte, adorando il mistero della sua sapienza austera e pregarlo sommessamente perché sia mite nel castigo.
Documenti diplomatici
Rottura dele relazioni diplomatiche tra Serbia e Germania
Dal ministro degli esteri Nikola Pašić alla legazione tedesca di Nish
Nish, July 21/August 6, 1914.
The Royal Serbian Ministry for Foreign Affairs has the honour to inform the Imperial Legation that, in view of the state of war which now exists between Serbia and Austria-Hungary, and of that between Russia and Germany, the ally of Austria-Hungary, the Royal Serbian Government, in view of the solidarity of her interests with Russia and her allies, considers the mission of Baron Gieslingen, the Imperial German Minister Plenipotentiary and Envoy Extraordinary, to be at an end.
The Royal Serbian Government requests His Excellency to leave Serbian territory with the staff of the Legations.
The necessary passports are enclosed herewith.