Berlino pressa Ypres e la costa inglese
Sir John French, Comandante in capo delle forze britanniche, ispeziona le trincee del fronte occidentale. Il 10 dicembre definisce il terreno «un unico pantano». Il meteo peggiora ancora: il fango e l’acqua gelata stremano i soldati, immersi spesso fino al ginocchio; i fucili si otturano, in quelle condizioni tenerli puliti e funzionanti è un’impresa. Nonostante tutto si continua a combattere: i tedeschi lanciano un deciso assalto a Ypres, ma si impossessano solo della “Hill 60”, una collina a sud est della città, tra Zillebeke e Hollebeke. È comunque un progresso.
Berlino tenta anche un audace raid al porto di Dover, protagonisti i sottomarini. Risultati pochi, ma tenere sotto pressione le coste inglesi è sempre importante.
Sul fronte orientale l’esercito austro-ungarico viene sconfitto dai russi intorno a Cracovia: la débâcle costa cara a Vienna, in 4.000 vengono fatti prigionieri, più i morti e i feriti.
I giornali del 10 dicembre riportano larghi stralci dell’annuale discorso presidenziale al Congresso americano.
Wilson ha in mente un ruolo tutt’altro che passivo: «Le nazioni europee avranno ben presto bisogno dei nostri servizi come mai prima d’ora; e gli altri paesi contano su di noi per rimpiazzare i commerci interrotti dalla guerra. Gli Stati Uniti avranno l’occasione di approvvigionare i mercati rimasti sprovvisti».
Il discorso si chiude con la visione wilsoniana del ruolo americano: «Noi siamo i campioni della pace e della concordia. E dobbiamo essere fierissimi di questa situazione, specialmente nel momento attuale. […] Sono convinto che gli Stati Uniti saranno destinati a preparare il ritorno della pace tra tutte le nazioni civili e a compiere un’alta missione di concordia».
Di fiducia in sé stessi gli americani ne hanno sempre avuta da vendere.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Generale Falkenhayn succede definitivamente a von Moltke nella carica di Capo di Stato maggiore dell'esercito tedesco.
- Il feldmaresciallo von der Gotz lascia la Germania per prendere il controllo dell’armata turca.
- Il Vaticano notifica al Governo inglese il suo gradimento per la nomina dell'inviato straordinario sir Henry Howard.
- Al Parlamento rumeno la lettura di un telegramma di condoglianza della Camera italiana per la morte del Re Carlo è accolta con entusiastiche dimostrazioni di simpatia.
Fronte occidentale
- Ypres viene di nuovo attaccata con ferocia, ma inutilmente, dai tedeschi.
- La “Hill 60”, una collina tra Zillebeke e Hollebeke, a sud-est di Ypres, viene conquistata dai tedeschi.
- Sottomarini tedeschi attaccano Dover.
Fronte orientale
- I russi respingono i tedeschi a Łowicz.
- I tedeschi prendono Przasnysz.
- Gli austro-ungarici vengono sconfitti dai russi: 4.000 soldati vengono fatti prigionieri.
Operazioni navali
- Isole Falkland: il tedesco “Nurnberg” viene affondato dallo squadrone di dell’Ammiraglio inglese Sturdee.
Parole d'epoca
Sergeant Bernard Joseph Brookes
Diario
We "stood down" after a couple of hours, and then had to clean our rifles and swords which in every case were covered with mud and rust.
This is by no means an easy job when one's supply of rifle rag is scarce and muddy. It was now 8.00 am and we started on "bully", biscuits, jam, and water (we had no wood to light a fire to boil Tea) which we consumed together with a fair supply of mud.
After breakfast and inspection of rifles the trench had to be cleared and the water bailed out as much as possible, and portions which had fallen in during the night and to be banked up. I then went on Guard for an hour which brought us near dinner-time.
By way of a change the menu was altered to biscuits, "Bully", water, and Jam.
After dinner I had a couple of hours rest until the evening "stand to" and then we had tea of jam, biscuits, mud, water, with a drop of rum, (another change of diet).
During the night I did two hours digging, and four hrs Guard, for which considering the "night" started at 4.00 pm gave me more rest. It rained during the afternoon and I was beginning to feel the cold which was very severe.
As a matter of fact these trenches were the worst I have ever been in whether winter or summer, so perhaps there is some excuse when I say that by this time I was very miserable and as anxious to get out of the trenches as I had been to get in, although my occupation had been so short a time.