31 Dicembre, 1914

Passato il milione di morti

Il 1914 si chiude con un bilancio ripugnante: siamo arrivati ben oltre il milione di morti in soli 152 giorni di conflitto; poi ci sono i feriti, molti mutilati, i dispersi, i prigionieri di guerra e le vittime civili. Fare una stima è quasi impossibile e il numero sarebbe comunque troppo alto per essere compreso davvero: ricordate l’11 settembre? Fate almeno due o tre al giorno.
Il 31 dicembre vede tutto il fronte occidentale occupato in serrati duelli d’artiglieria, non proprio i “botti di fine anno” sperati. I soldati si rintanano nelle trincee, chinano la testa tra le ginocchia e pregano che i colpi cadano il più lontano possibile. Non si può fare altro. Sul fronte orientale tedeschi e austro-ungarici si ritirano e si riorganizzano; i russi lanciano un nuovo assalto all’Ungheria, sempre attraverso i passi dei Carpazi. Nei Balcani regna una calma molto relativa: l’esercito asburgico deve ancora riprendersi dalla recente sconfitta, si lecca le ferite e cura l’orgoglio; dall’altra parte della barricata i serbi si preparano a fronteggiare la prossima, inevitabile invasione. Stessa situazione in Egitto, dove le forze britanniche aspettano un’imminente assalto turco.


In cinque mesi di guerra nulla è andato secondo i piani: la pace neanche s’intravede all’orizzonte, ma nonostante tutto i confini sono molto simili a quelli di maggio. A rimetterci davvero è stato il neutrale Belgio. La Francia ha riconquistato una buona parte dei territori persi in estate; la Serbia è ancora viva e vegeta, così come il Montenegro. Berlino e Pietrogrado continuano a scambiarsi le regioni della Prussia orientale; mentre l’Impero austro-ungarico ha dovuto abbandonare parte della Galizia. Non è ancora successo nulla di realmente decisivo.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • Duelli d’artiglieria su tutto il fronte, specialmente attorno a Saint Georges, La Bassée, Roye e Verdun.
  • Alsazia: i francesi riconquistano parte di Steinbach.

Fronte orientale

  • Polonia e Galizia: ritirata degli austro-tedeschi.
  • Ancora una volta l’Ungheria viene attaccata dai russi attraverso i passi montani.

Fronte meridionale

  • In Serbia l’esercito si prepara a fronteggiare una nuova invasione austro-ungarica.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Egitto: completati i preparativi per affrontare l’atteso attacco turco.

Parole d'epoca

Sergeant Bernard Joseph Brookes

Diario

During the evening of Thursday 31st December 1914 we received an invitation from the artillery to a concert which they had arranged to take place behind the guns, and the Battalion accepted it. This concert was quite unique and good, and a few minutes before midnight we sang "Auld Lang Syne" and "God Save the King", and so the Old Year passed out.
What would the New Year bring forth?

Parole d'epoca

Albert Edward Knaggs

Diario

31st inst we left Albany with 17 transports, one being left behind on account of fire which broke out in her coal bunkers.
The other two went ahead as they were faster ships for steaming.

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori