Treves-Mussolini a singolar tenzone
Titolo de La Stampa del 30 marzo: «Il duello Treves-Mussolini». I due, mai stati amici per la pelle, hanno opinioni a dir poco divergenti sull’attitudine italiana. Claudio Treves, socialista allineato, è un convinto neutralista; Benito Mussolini, che dal partito socialista è stato appena espulso, dichiarerebbe guerra anche subito. Entrambi ex direttori de L’Avanti, intervallati solo dal breve interregno di Giovanni Bacci, si scambiano convenevoli non proprio signorili già da qualche tempo; per farlo usano i giornali. Oggi partirebbero le querele, nel 1915 ci si affidava al “singolar tenzone”.
Insultato, l’onorevole Treves sfida il futuro duce; come arma viene scelta la sciabola. La location del duello non è la più glamour: si combatte a Bicocca di Niguarda, sobborgo milanese, 200 anime a voler esagerare; arbitra il ragioniere Lorenzo Tracchi. Dopo venticinque minuti, otto assalti e un paio di ferite a testa l’incontro viene sospeso, in sostanziale pareggio, «su concorde giudizio dei medici» e dei rispettivi padrini.
Questione chiusa? Ma neanche per idea: Treves e Mussolini rifiutano di darsi la mano e qualsiasi tipo di riconciliazione. Undici anni dopo, nel 1926, a fascismo ormai consolidato, Treves sarà costretto all’esilio in Francia, da dove continuerà la lotta contro il duce fino al 1933, anno della sua morte.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Fronte occidentale
- I tedeschi bombardano di nuovo la Cattedrale di Reims.
Fronte orientale
- I tedeschi sviluppano una controffensiva sul Niemen (Nemunas) e hanno successo a Krasnopol.
Fronte d’oltremare
- Aus (Africa tedesca sudoccidentale) viene occupata dalle truppe sudafricane.