13 Maggio, 1915

Dimissionario il Governo Salandra

È un dodici pieno sulla scala Mercalli. Il 13 maggio un terremoto imprevisto si è abbattuto sulla politica italiana: l’intero Gabinetto Salandra si dimette. «Intorno alle direttive del Governo, nella politica internazionale, manca il concorde consenso dei partiti costituzionali, richiesto dalla gravità della situazione».
Vittorio Emanuele III si riserva di deliberare.
L’atmosfera romana è rovente, gli interventisti non ci stanno; la parola “disordini” suona come un eufemismo. Alcuni deputati giolittiani vengono aggrediti, le redazioni dei giornali contrari alla guerra assaltate. Per quella sera i neutralisti avrebbero organizzato una grande contromanifestazione, ma in strada non scende quasi nessuno. E forse è una fortuna, perché i pochi presenti non passano una bella serata.
A gettare benzina sul fuoco ci si mette anche D’Annunzio«Abbiate sempre presente la vergogna che ci è proposta, che forse domani ci sarà imposta. Vi dico che la Patria è perduta se non osiamo combattere per lei che è tutta in armi. Non è più il tempo di parole, è venuto il tempo dei castighi. Oggi, con grande fiducia nel vostro coraggio, io grido: viva Roma vendicatrice!» 


Sul fronte occidentale i tedeschi movimentano la giornata di Ypres: bombardamenti pesanti e cariche di cavalleria; tentativi non troppo convinti a conclusione della battaglia di Frezenberg. Qualcosa cambia più a sud, a nord di Arras: l’offensiva francese ha portato alla conquista di Carency, ma si è esaurita. Nell’Artois si è tornati alla logorante guerra di trincea.
Sul fronte orientale i russi danno segni di vita: in Galizia continuano a ritirarsi, ma hanno iniziato a contrattaccare sia nel Baltico, sia sul fiume Prut.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Mancando il "concorde consenso dei partiti costituzionali", il Governo Salandra presenta le dimissioni al Re, che si riserva di deliberare. In tutta Italia l'agitazione è grandissima.
  • I Sovrani tedeschi espulsi dall’Ordine della Giarrettiera.

Fronte occidentale

  • Seconda battaglia di Ypres; nuovi  forti bombardamenti tedeschi seguiti da attacchi di cavalleria.
  • Finisce la battaglia di Frezenberg Ridge (Ypres).
  • La battaglia dell'Artois, dopo successi iniziali dei francesi, riprende il carattere di guerra di posizione.
  • I francesi completano la conquista di Bois-le-Prêtre.

Fronte orientale

  • I russi si ritirano in Galizia.
  • I russi occupano Sniatyn (fiume Prut).

Operazioni navali

  • Un sottomarino inglese entra nel Mar di Marmara.

 

Parole d'epoca

Gabriele D'Annunzio

Arringa al popolo di Roma

Compagni, non è più tempo di parlare ma di fare; non è più tempo di concioni ma di azioni, e di azioni romane.  Se considerato è come crimine l'incitare alla violenza i cittadini, io mi vanterò di questo crimine, io lo prenderò sopra me solo. Se invece di allarmi io potessi armi gettare ai risoluti, non esiterei; né mi parrebbe di averne rimordimento. Ogni eccesso della forza è lecito, se vale a impedire che la Patria si perda. Voi dovete impedire che un pugno di ruffiani e di frodatori riesca a imbrattare e a perdere l'Italia. Tutte le azioni necessarie assolve la legge di Roma. Ascoltatemi. Intendetemi. Il tradimento è oggi manifesto. Non ne respiriamo soltanto l'orribile odore, ma ne sentiamo già tutto il peso obbrobrioso. Il tradimento si compie in Roma, nella città dell'anima, nella città di vita! Nella Roma vostra si tenta di strangolare la Patria con un capestro prussiano maneggiato da quel vecchio boia labbrone le cui calcagna di fuggiasco sanno la via di Berlino. In Roma si compie l'assassinio.

E se io sono il primo a gridarlo, e se io sono il solo, di questo coraggio voi mi terrete conto domani. Ma non me ne importa. Udite. Ascoltatemi. Intendetemi. Il tradimento è oggi manifesto. Non ne respiriamo soltanto l'orribile odore, ma ne sentiamo già tutto il peso obbrobrioso. Il tradimento si compie in Roma, nella città dell'anima, nella città di vita! Nella Roma vostra si tenta di strangolare la Patria con un capestro prussiano maneggiato da quel vecchio boia labbrone le cui calcagna di fuggiasco sanno la via di Berlino. In Roma si compie l'assassinio. E se io sono il primo a gridarlo, e se io sono il solo, di questo coraggio voi mi terrete conto domani. Ma non me ne importa. Udite. Ascoltatemi. Non è da difendere la Patria sola, quella eccelsa spiritualità che di sé c'infiamma e ci accresce, quella numerosa bellezza che dal silenzio dei nostri morti s'inarca verso la melodia dei nascituri ed è sul nostro capo il vero firmamento. Noi dobbiamo, noi vogliamo difendere anche noi stessi, noi uomini di carne e di pena, noi che pensiamo e lavoriamo, noi che andiamo per la vasta terra, noi che siamo una gente fra le genti.  Udite. Noi siamo sul punto d'essere venduti come una greggia infetta.

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori