Fare la guerra e non conoscerla
Su La Stampa dell’8 giugno Luigi Ambrosini firma un meraviglioso articolo: è un affresco “dell’altra faccia della luna”, sfaccettature della vita del soldato a cui non si pensa. «Gli stessi uomini non sanno dove vanno, un passo avanti l’altro, con la schiena del compagno che limita la vista dinnanzi e fornisce alla pupilla quasi un punto d’appoggio monotono, ma riposante. Per ore e ore non si vedono che zaini barellanti e scarpe che affondano nella polvere. […] È la marcia rude, possente e faticosa; l’avanzata polverulenta e sudata».
Il giornalista descrive tante altre cose, poi si sofferma sul ruolo dell’inviato di guerra, sui limiti, i divieti, la segretezza. Non gli piacciono, ovvio, lui vorrebbe sempre la prima linea, la libertà d’azione, l’adrenalina, ma nonostante tutto ne comprende una certa necessità: «Per via incontriamo un Colonnello. Ordina categorico di “farmi sloggiare”. […] Ma poi, con molta cordialità, mi espone i danni e i pericoli della nostra opera, anche la più illuminata e discreta. […] Fra le altre cose non è logico che un borghese sappia delle operazioni militari più di un ufficiale stesso. Girando di qua e di là, domandando e ascoltando, un corrispondente di
guerra viene di fatto a saperne molto di più che non un capitano, o anche un generale. Nessuno meno di chi fa la guerra vede la guerra. Nessuno meno del soldato combattente vede la battaglia. Vede sì e no dov’è lui e quello che fa lui. Tutto il resto è mistero […] La guerra è fatta da decine e centinaia di attori, ognuno dei quali non sa che la propria parte».
Non dev’essere diverso neanche nella regione di Arras, dove i francesi hanno conquistato Neuville-Saint-Vaast, resistendo all’immediato contrattacco tedesco. L’offensiva Alleata si sviluppa discreta anche più a sud, a Hébuterne.
Gli austro-tedeschi hanno però la meglio sul fronte orientale: Stanislau capitola.
Ma la notizia del giorno arriva dall’altro lato dell’Atlantico, sponda Washington D.C.: William Jennings Bryan, Segretario di Stato per gli esteri, presenta le sue dimissioni. La frizione con Wilson è insanabile, logorata dal “caso Lusitania”.
Nella sua lettera al Presidente si parla apertamente di «dissenso assoluto sui metodi da adoperare». Bryan è fautore della linea morbida; considera la prossima replica degli Stati Uniti alla Germania «troppo energica» e fa un passo indietro. Il suo posto viene preso “ad interim” da Robert Lansing, consigliere del Dipartimento di Stato; sarà lui a firmare la nota diplomatica per Berlino.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Segretario di Stato per gli Esteri degli Stati Uniti, William Jennings Bryan, presenta le sue dimissioni per dissensi col Presidente Wilson sul tenore della nota alla Germania sulla guerra sottomarina. Gli succede il Consigliere del Dipartimento di Stato Robert Lansing.
- Londra: emendata la proposta di legge per creare il Ministero delle Munizioni.
Fronte occidentale
- I francesi resistono a Neuville-Saint-Vaast e fanno progressi nel “Labirinto” e più a sud, a Hébuterne.
Fronte italiano
- Attacchi infruttuosi al Son Pauses.
Fronte orientale
- Stanislau (Ivano-Frankivs'k) viene riconquistata dalle forze austro-ungariche.