Londra si inchina ai minatori gallesi
I giornali italiani sono ottimisti: «Entriamo nel periodo culminante delle nostre operazioni di avanzata. Superato questo periodo, che rappresenta per il nemico il momento della sua maggiore e più favorevole resistenza, le operazioni di guerra assumeranno carattere conclusivo e potranno dar luogo a rapidi quanto brillanti risultati». Quando si dice “vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato”.
Già, perché la seconda battaglia dell’Isonzo è appena iniziata e ben lontana dal concludersi: gli austro-ungarici si riprendono il San Michele, contrattacco fulmineo.
A Pietrogrado sta per rintoccare un’ora decisiva. Il piano tedesco sembra perfetto, i russi si avvicinano alla scelta più difficile: subire l’accerchiamento e rischiare di essere annientati, o regalare la Polonia al nemico, ritirandosi lungo tutto il fronte orientale, verso postazioni meglio difendibili.
C’è ancora margine per ripiegare in ordine: la fortezza di Ivangorod può far guadagnare tempo, così come la stoica resistenza sulla ferrovia Lublino–Chełm.
Ma il 20 luglio è la giornata dei minatori gallesi. Lloyd George e il Governo britannico si rassegnano e assicurano importanti concessioni: cedono più o meno su tutto. Lo sciopero finisce e le miniere tornano a pieno regime. Hanno vinto gli operai.
Ecco, Lloyd George è di umore pessimo e non manca l’occasione di farlo notare: «La loro condotta è antipatriottica, mentre tanti figli del popolo, come loro, e tanta gioventù si sacrificano sui campi di Fiandra. E dimostra come, arrestando la produzione del materiale bellico, si assumano la terribile responsabilità di lasciar morire tanti loro compatriotti, o di allontanare sempre più la fine della guerra».
Intervento duro, anche troppo: da quel fazzoletto d’impero, di quei 200.000 minatori, circa 56.000 partiranno volontari e molti altri non verranno arruolati solo per garantire la produzione bellica.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Gran Bretagna: cessa lo sciopero dei minatori gallesi.
Fronte occidentale
- I francesi avanzano sulla valle de La Fecht verso Munster (Alsazia).
- Comincia la battaglia di Le Linge (Vosgi).
Fronte orientale
- Stoica difesa russa della ferrovia di Lublino–Chełm.
- Duri scontri a sud di Ivangorod.
- Comincia la seconda battaglia di Ivangorod.
- I russi evacuano le posizioni ad ovest di Groitsi e si ritirano a nord di Nowogród.
- I tedeschi irrompono nella linea russa sulla Bubissa.
- Hindenburg avanza verso Varsavia.
Fronte italiano
- Gli italiani attaccano verso Gorizia.
- Battaglia sull'Isonzo in pieno sviluppo: gli italiani raggiungono la cima del San Michele e del Podgora, ma sono resinti da contrattacchi austro-ungarici.
- Sulle Tofane cade il Generale Antonio Cantore, messosi in mostra nella campagna di Libia.
Dal fronte
Lungo tutto il fronte dell' Isonzo è proseguita ieri la nostra vigorosa offensiva con progressi specialmente sull' altipiano del Carso.
Alla fine della giornata erano state espugnate altre trincee e presi ancora 500 prigionieri, tra i quali 5 ufficiali. Ad onta delle fatiche per la lotta durata aspra e ostinata fino a sera, le nostre truppe riuscivano a rafforzarsi rapidamente sulle posizioni conquistate ed a resistere di poi ai contrattacchi pronunziati dal nemico durante la notte.
L' azione continua a svilupparsi. Nel rimanente teatro di operazione la situazione è invariata.
Firmato: CADORNA