Le perdite britanniche
840.061 è il totale delle perdite britanniche, annunciato il 27 luglio dal Premier inglese Asquith. Per darvi un’idea è come cancellare dalla faccia della terra Firenze, Bologna e L’Aquila. E stiamo parlando solo dell’esercito britannico, ovvero il meno numeroso del conflitto.
Sul fronte occidentale i francesi ottengono limitati successi in Alsazia; i tedeschi bombardano ancora una volta Reims e Soissons.
Nel Carso l’offensiva italiana non è impetuosa, zoppica, ma si trascina comunque in avanti, sul San Michele e sulla sella di San Martino.
Ai giornali è arrivata, via Sofia, una notizia bomba: l’accordo turco-bulgaro è stato confermato ufficialmente. Eppure viene smentito qualsiasi impegno politico: la Bulgaria nega il suo prossimo coinvolgimento nel conflitto. Non ci crede nessuno. Come osserva La Stampa: «È improbabile che la Turchia abbia fatto così ampie concessioni senza qualche certezza di un politico quid pro quo».
Già, la beneficienza stride troppo con l’attuale momento storico; nessuno si sveglia la mattina con l’intenzione di regalare svariati chilometri quadrati.
Intanto a Berlino si torna a parlare di pace, lo fa la Nuova Lega Patriottica: 99 intellettuali si oppongono ai disegni imperialisti e chiedono di porre fine alla guerra; tra i firmatari c’è Albert Einstein. Immediata la risposta: all’associazione viene vietata qualsiasi altra attività.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Asquith annuncia il totale delle perdite militari al 18 luglio, 830.995; 9.106 quelle navali.
- La Camera francese concorda sulla necessità di un controllo dell’esercito da parte del Parlamento.
Fronte occidentale
- I francesi conquistano le posizioni sopra Linge (Vosgi).
- I francesi espugnano trinceramenti tedeschi in Alsazia (vallata della Fecht).
- Bombardate Soissons e Reims.
Fronte orientale
- Gli austro-tedeschi catturano Goworowo (est di Różan).
- Varsavia attaccata da tre fronti.
- Continuano gli scontri per Prut a sud-est di Pułtusk.
- Gli austro-tedeschi subiscono una pesante sconfitta vicino Majdan-Ostrowski e sul fronte di Terriatin-Annopol (regione di Chełm).
Fronte italiano
- Le truppe italiane prendono in parte la posizione di Monte San Michele sul Carso e conquistano altri trinceramenti e ridotte verso la sella di San Martino. Annunciati 3.200 prigionieri.
- Attacchi sanguinosi sul Sei Busi.
- La ferrovia da Ancona a Pesaro viene bombardata dal mare.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi costretti alla ritirata dai turchi vicino Muş (Asia Minore).
Operazioni navali
- Tre golette danesi silurate da un sottomarino tedesco.
DAL FRONTE
In Valle Daone fu completato il possesso delle alture del versante destro mediante l'occupazione di Monte Lavanech e di Cima Pissola. L'artiglieria nemica, da punti dominanti dell' opposto aversante, tentò col fuoco di disturbare l' operazione senza per altro riuscirvi. Dopo lunga preparazione fatta con l'artiglieria di medio calibro, nella notte sul 26 esso lanciò all' assalto nuclei di fanteria che, pur appoggiati dal fuoco di numerose mitragliatrici, furono completamente respinti.
Nella zona del Monte Nero prosegue accanita la lotta, nonostante la nebbia che impedisce l' efficace concorso delle artiglierie.
Nel settore di Plava le operazioni tendenti all' ampliamento della testa di ponte si svolgono favorevoli.
Sul Carso la battaglia continuò ieri vivissima.
Lungo tutto il fronte le nostre truppe avanzarono con grande slancio ed ardire, riuscendo verso l' ala sinistra a conquistare la fortissima posizione di San Michele che domina gran parte dell' altipiano, ma fatte quivi segno a tiri incrociati e violenti di numerose batterie nemiche di ogni calibro, dovettero ripiegare poco sotto la cresta dove si sostengono tuttora.
Al centro si progredì verso la Sella di San Martino, espugnando alla baionetta le trincee ed i ridotti che la coprono verso l' ala destra.
Sul cadere del giorno, mercè un' azione brillante per l' accordo perfetto tra l' avanzata delle fanterie e il fuoco delle artiglierie, fu portata a compimento la conquista della posizione di Monte Sei Busi, scacciandone palmo a palmo il nemico che vi si era fortemente trincerato.
Circa 3200 prigionieri, tra i quali un tenente colonnello ed altri 41 ufficiali, 5 mitragliatrici, 2 cannoncini lancia-bombe, numerosi fucili, munizioni, viveri e materiale da guerra rappresentano i trofei della sanguinosa giornata.
Firmato: CADORNA