Esercito stremato
Continua l’irresistibile marcia tedesca lungo tutto il fronte orientale. Il 29 agosto le armate del Kaiser attaccano Friedrichstadt, l’odierna Jaunjelgava: è una testa di ponte russa sul fiume Dvina, ma è soprattutto a solo una cinquantina di chilometri a sud-est di Riga. Senza dimenticare Vilnius, ormai minacciata sempre più da vicino. Le operazioni proseguono anche più a sud, in Polonia, dove la Germania continua ad avanzare come se niente fosse: Lipsk vacilla sotto i colpi tedeschi, Sidra viene evacuata dai russi; Hrodna, la fortezza chiave di quel settore, sembra avere i giorni contati. L’esercito zarista continua a ripiegare, ma è stremato. Le strade sono poche, malridotte e comunque destinate al trasporto dei materiali; gli uomini vanno a piedi. Camminano da giorni, ma ne avranno ancora per parecchio: dovranno percorrere altri duecento chilometri circa. Qualcosa si muove anche in Galizia, dove gli austro-tedeschi preparano una nuova offensiva. Pietrogrado deve decidere se parare o schivare il colpo.
Sul fronte italiano i protagonisti sono ancora gli Alpini: sul versante settentrionale della Conca di Plezzo vengono espugnate importanti postazioni sul Monte Rombon.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Fronte occidentale
- Violenti scontri d’artiglieria nelle Argonne.
Fronte italiano
- Gli Alpini italiani si impadroniscono di una parte del Monte Rombon, che chiude a ovest la Conca di Plezzo.
Fronte orientale
- I tedeschi si avvicinano a Grodno (Hrodna) e Vilnius. Bombardata peantemente Lipsk, evacuato il settore di Sidra.
- I tedeschi attaccano la testa di ponte sul fiume Dvina (Daugava) a Friedrichstadt (Jaunjelgava).
- Delineandosi una nuova offensiva tedesca in Galizia, i russi abbandonano la Zolota-Lypa e lanciano un contrattacco contro le armate del Generale Pflanzer.
Fronte asiatico ed egiziano
- I nativi Swat vengono respinti a Sandaki (nord-ovest India).
Parole d'epoca
Guerra Moderna
di Azaria Tedeschi
Monte Maggio (TN)
Mia carissima,
La nostra festa è cominciata e continua a svolgersi in modo a noi soddisfacente.
Una descrizione oggi non posso e non voglio fatela, c'è troppo tragico, ed è un cosa terribile riandare ai dolorosi spettacoli cui si è costretti ad assistere. Ti dissi qualche episodio la volta passata: moltiplica quel che ti scrissi per dieci, per cento ed avrai il quadro rossastro d'una guerra moderna. C'è bisogno di una enorme forze di volontà per poter assistere impassibili allo strazio della povera carne umana martoriata dalle schegge delle granate, colpita dalle raffiche mortali delle pallette di shrapnel, dalle raffiche mortali delle pallottole di fucile.
E mentre intorno la morte aleggia implacabile, mentre il mistero, pauroso forse, dell'ignoto si avvicina e sta per travolgerci, mentre alle spalle, sul fronte, ai lati, nuove esplosioni, nuovi sibili rabbiosi come lo scoppio d'un odio implacabile da lungo tempo covato nell'animo annunziano nuove piageh doloranti, nuove vittime travolte dall'uragano di ferro e di fuoco, bisogna essere insensibili a tutto, con lo stesso timbro di voce ordinare: avanti, avanti sempre, dove più infuria la battaglia dove più ampia è la messe mietuta dalla morte...Un momento di esitazione, un momento di debolezza può generare un disastro.
La lettera è indirizzata alla cugina Peppinuzza. Azaria Tedeschi fu Tenente, poi capitano e maggiore in forza al 79° fanteria. Decorato con la medaglia d’oro al valor militare.
Fonte: L'Espresso e Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Val Sugana è segnalata la distruzione da parte degli Austriaci di taluni ponti e delle strade rotabili e ferroviaria di fondo valle nel tratto fra Roncegno e Novaledo. Contro Monte Armentera l' avversario tentò la sera del 27 un attacco di viva forza, ma fu prontamente respinto.
Nell' Alto Isonzo un nostro reparto da montagna, dalla posizione di Monte Cukla ad occidente di Monte Rombon, tentava il mattino del 27 un ardito colpo di mano su trincee nemiche disposte in fortissima posizione ed in più ordini sulla sommità del Rombon (metri 2208). A motivo delle gravissime difficoltà del terreno e dell' accanita resistenza del nemico, che si opponeva ai nostri con fuoco di fucileria, lancio di bombe a mano e perfino con rotolamento di macigni, le nostre truppe riuscirono ad espugnare soltanto alcune delle trincee. L' avversario resiste tuttora, annidato sulla estrema vetta del monte ed i nostri mantengono con esso strettissimo contatto. Da esplorazioni aeree risulta che il nemico già si affrettava a porre riparo ai danni arrecati dalle recenti incursioni di nostri velivoli sul campo di aviazione di Aisovizza, quando questo veniva ieri mattina nuovamente bombardato da una nostra squadriglia.
Furono lanciate 120 bombe: due hangars colpiti in pieno, tutto il campo devastato, provocato qua e là qualche incendio. I nostri velivoli, pure fatti segno per oltre mezz' ora al fuoco di numerose batterie, ritornarono incolumi dall' ardita incursione.
Firmato: CADORNA