La Serbia vende cara la pelle
C’è un’evidenza non schivabile: la guerra ha le mani bucate, servono soldi e ne servono sempre più del previsto. Secondo indiscrezioni, il Consiglio dei Ministri italiano sta ragionando su un’idea: una tassa sui riformati. “Tutti devono contribuire, chi non può offrir la vita paghi almeno le spese”.
L’altro grande problema del momento è come aiutare la Serbia.
Noi non parteciperemo alle operazioni, contingenti italiani non sono previsti; l’Intesa lavora su un’altra possibilità: inviare un esercito russo di supporto. Se avete presente una cartina dell’Europa orientale il problema è evidente: la Russia non confina con la Serbia, in mezzo c’è la neutralissima Romania, quindi per far marciare le truppe è necessario il consenso di Bucarest. La diplomazia Alleata ha l’occasione per farsi perdonare gli ultimi smacchi.
Alla dichiarazione di guerra della Bulgaria rispondono per primi i montenegrini, in serata tocca ai britannici: lo stato di guerra tra Londra e Sofia viene ufficializzato alle 22:00 del 15 ottobre.
Sui campi di battaglia la Serbia vende cara la pelle, ma i bulgari riescono comunque a conquistare Vranje; la situazione non migliora sul fronte settentrionale: gli austro-tedeschi sudano, ma progrediscono; i serbi si ritirano a sud di Belgrado e di Smederevo.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Montenegro dichiara lo stato di guerra con la Bulgaria.
- Alle 22:00 viene dichiarato lo stato di guerra fra Gran Bretagna e Bulgaria.
Fronte occidentale
- Combattimenti lungo il fronte francese.
Fronte italiano
- Gli italiani occupano Presagina (nord del Lago di Garda).
Fronte meridionale
- I bulgari bombardano Valandovo.
- Vranje (Serbia) presa dalle truppe bulgare.
- Ritirata serba a sud di Belgrado e di Smederevo; ma i tedeschi, che tentano di aggirare i serbi a Smederevo, sono respinti con perdite gravissime.
Fronte asiatico ed egiziano
- I tedeschi evacuano Kermanshah (Persia).
DAL FRONTE
Notizie fornite dai prigionieri intorno al combattimento del giorno 12 in Carnia pongono in maggiore luce l' importanza del nostro successo.
Nonostante l' entità delle forze impiegate dall' avversarlo e la lunga preparazione del fuoco di artiglieria, lo slancio dell' attacco fu dal nostro fuoco calmo e preciso rotto a notevole distanza dalle nostre posizioni che l' avversario con ogni suo sforzo non riuscì neppure ad avvicinare.
Nuclei nemici rimasti annidati nella zona boschiva del Lodinut, alla testata del torrente Chiarzo, sono stati nella giornata del 13 efficacemente battuti dai tiri d' artiglieria e di fucileria e fatti segno ad attacchi di nostri drappelli che hanno preso anche alcuni prigionieri.
Sul Carso la mattina del 14 le nostre truppe operanti nel settore di Monte San Michele riuscirono ad occupare di sorpresa una posizione avanzata lungo le pendici settentrionali del monte.
Firmato: CADORNA