L'arte ferita
I lampi squarciano l’oscurità, il frastuono s’intromette nel sonno dei veneziani. Non è un temporale. Aeroplani austro-ungarici bombardano la città: non ci sono vittime, ma danni sì. Un ordigno centra la chiesa degli Scalzi, il soffitto cede, l’inestimabile affresco settecentesco del Tiepolo, "Trasporto della casa di Loreto", è distrutto. Corrado Ricci, direttore delle Belle Arti, non la prende bene. Il suo non è un commento, ma una maledizione, una macumba: «Mi auguro che Dio spenga gli occhi di chi ha commesso l’infamia e di chi l’ha provocata, perché essi hanno perduto il diritto di vedere le bellezze del mondo».
Al fronte l’esercito italiano respinge la controffensiva asburgica a Plava, sul Mrzli e nella zona di Monte Nero; qualche progresso lo registriamo vicino Tolmino, ma la nostra azione va sfumando.
I riflettori internazionali sono però puntati circa ottocento chilometri a sud-est. La Serbia è un animale ferito, all’angolo, con le spalle al muro; la reazione è imprevista e violenta: Veles viene riconquistata, i bulgari si ritirano verso Štip. Lo ripeto ancora una volta: mai dar per morti i serbi, seppur condannati.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Re Costantino dichiara che la Grecia sta solamente “tenendo la sua spada nel fodero”.
- Un emendamento del Parlamento britannico modifica la Prize Law.
Fronte italiano
- Successi italiani nell’offensiva trentina.
- Viene ordinata una breve sosta nelle operazioni sull'Isonzo.
- Gli italiani avanzano sull’Altissimo, respingono il nemico sul Mrzli e sul Vodil {zona di Monte Nero), nell’alto Rienz, presso Plava e progrediscono sul colle di Santa Lucia presso Tolmino.
Fronte orientale
- Violenti combattimenti vicino Illukst, Üxküll, nel distretto dei laghi e a Chortoryis'k.
Fronte meridionale
- I tedeschi occupano le Porte di Ferro, sul Danubio.
- I serbi combattono i bulgari a nord di Pirot.
- Grande battaglia sul fronte Veles-Kumanovo: i serbi riconquistano Veles.
- I bulgari ripiegano a Štip.
Fronte d’oltremare
- Successo francese a Sende (Cameroon).
Parole d'epoca
Asini
di Giuseppe Bianchi, Soldato
Monte Altissimo (TN)
Notte calma. Risveglio di fuoco. Le artiglierie cominciano a bersagliarci, lasciandoci quasi tutti illesi. Basta che uno di noi alzi la testa fuori del riparo, perché quelli là sparino sette otto colpi di cannone. Che asini! Quante munizioni sciupate!
Giuseppe Bianchi prestò servizio nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti nel 1915. Il battaglione, formatosi nel maggio del 1915, e sciolto nel dicembre dello stesso anno, è passato alla storia per via dei tanti esponenti del movimento futurista che vi si arruolarono.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Nella zona tra Garda ed Adige le nostre truppe, scendendo dal Monte Altissimo di Nago sotto i fuochi incrociati delle artiglierie nemiche dal Biaena e delle opere di Riva, espugnarono il giorno 24 le posizioni di Dosso Casina e Dosso Remit, completando così, con le alture conquistate il 18 e il 19 a nord di Brentonico e di Crosano, il dominio sulla strada da Nago a Mori. Nei trinceramenti nemici trovammo armi, munizioni, bombe a mano, casse di cottura, scudi, riflettori ed altro materiale da guerra.
Contro le nostre nuove posizioni nell' alta valle della valle del Fella, anche Lusnitz andò in fiamme.
Nella zona del Monte Nero il nemico attaccò ieri due volte le nostre posizioni sul Mrzli; fu respinto e lasciò 21 prigionieri.
Più violento fu l' attacco che dalla vetta del Vodil esso pronunciò poi contro la sottostante nostra linea di Zatolmin e Mrzli, riuscendo a sfondarla e ad occuparla in parte. Più tardi, però, nostri valorosi alpini con irresistibile slancio riconquistarono le perdute trincee, prendendovi 70 prigionieri, tra i quali 2 ufficiali. Sul luogo dell' azione furono sepolti 302 cadaveri nemici.
Sulla collina di Santa Lucia la nostra occupazione raggiunse la Selletta tra la quota 588 e il cocuzzolo immediatamente a sud.
Nella zona di Plava fu ieri espugnato un forte trinceramento detto della «casa diruta». L' avversario contrattaccò per riprenderlo, ma fu respinto con gravi perdite e lasciò 11 prigionieri.
Sul Carso durante tutta la giornata intensa azione delle opposte artiglierie. Le nostre batterie del Basso Isonzo provocarono un grave incendio nei pressi di Duino.
Firmato: CADORNA
Lively Tumult in the Greek Chamber
New York, October 26, 1915
King Constantine, in a statement to the Associated Press Agency's correspondent at Athens, said: "Greece is merely loosening the sword in the scabbard. She menaces non one, but cannot permit events constituting a menace to the integrity of the nation or the freedom of the Greek people. It is my duty to preserve the country from danger of desctruction through becoming involved in a general European conflict. I shall do this at all hazards, if it possible".