Parla Salandra
Il 4 dicembre è il giorno del Presidente del consiglio. Alla Camera parla Salandra: «Le comunicazioni fatte dal Ministro degli esteri sono state lodate in Italia e fuori. Il Governo ritiene che, in questo momento, aggiungere maggiori specificazioni, maggiori dettagli, non sarebbe nell’interesse del Paese. […] La politica militare non è argomento da potersi discutere alla Camera».
A chi accusava il Governo di aver abusato dei poteri straordinari, Salandra risponde chiamando in causa gli Esecutivi degli altri belligeranti. E in quest’ottica ha ragione lui: «Il Governo ha fatto un uso molto limitato dei suoi poteri eccezionali».
Da qui all’argomento censura il passo è brevissimo; l’eccitazione cresce, questa è una spina destinata a infettare gli animi.
Nel complesso l’intervento è equilibrato, spesso esaustivo. Qualche licenza in più sulla sobrietà Salandra se la prende nella conclusione, retorica, ottimistica e, in certi passaggi, eccessiva: «In questo momento il popolo italiano non pensa alle sofferenze e ai sacrifici derivanti dalla guerra, pensa soltanto alla gioia del dovere compiuto». Antonio, per carità ve bene, giusto un po’ meno enfasi.
A Calais è arrivato Lord Kitchener ed è pronto a esporre le sue valutazioni sui teatri orientali. Il succo del discorso è inequivocabile, potrebbe essere riassunto con: “Signori, la situazione è tragicomica; i Dardanelli vanno abbandonati di gran carriera”. Non è facile da dire, un tale fallimento crea imbarazzo e potrebbe avere ripercussioni sui sudditi musulmani di entrambi i paesi. Ma non c’è nient’altro da fare, la logica, la ragione, impongono un netto passo indietro. La conferenza anglo-francese prende nota, sconsolata.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, da Hoboken, New Jersey, salpa il piroscafo Oscar II. A bordo c’è una “carovana” pacifista guidata da Henry Ford, quello della catena di montaggio e dell’immortale Model T; industriale moderno a dir poco, certamente futurista. Ford aveva cercato il sostegno del Presidente Wilson, ma dal Governo non ha ottenuto nessun supporto ufficiale, impossibile di questi tempi. La sua “crociata” pacifista sarà un fallimento e la sua azienda, con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, si trasformerà in uno dei principali fornitori dell’esercito americano. Business is business.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Camera approva l'ordine del giorno Boselli-Ciccotti di assenso alla politica governativa, su cui il Governo ha posto la fiducia. 406 sì, 48 no, provenienti dai socialisti e da alcuni sostenitori di Giolitti e 1 astenuto.
- Conferenza anglo-francese sulla guerra a Calais, con la presenza di Lord Kitchener.
- Parte dagli U.S.A. la spedizione di pace di Henry Ford sull’Oscar II.
Fronte meridionale
- I britannici fanno sbarcare a Salonicco truppe fresche e una grande quantità di materiali per la guerra.
- Gli Imperi centrali occupano Monastir (Bitola), abbandonata dai serbi il giorno precedente.
- Si conclude la Campagna di Serbia: il paese è occupato e spartito tra austro-ungarici e bulgari, i resti dell'esercito serbo ripiegano in Albania e in Montenegro, nel tentativo di farsi recuperare via mare dagli Alleati.
DAL FRONTE
Scontri di riparti: nella zona del Tonale, ove furono respinti numerosi nuclei nemici presso l'Ospizio di S. Bartolomeo; in Valle di Ledro, dove fallì un attacco dell' avversario contro le posizioni a nord di Prè da noi recentemente conquistate.
Sul contrafforte del Mrzli (Monte Nero), nella notte sul 3, dopo intensa preparazione con fuoco d' artiglieria d' ogni calibro, dense masse di fanteria a ondate incalzanti irruppero contro i nostri trinceramenti. Nonostante gli effetti sterminatori del nostro fuoco preciso e celere, nuclei dell' avversario penetrarono qua e là nelle nostre linee, presto ricacciati in violenti corpo a corpo. Dopo mischia accanita l' avversario fu volto in fuga e lasciò più di 500 cadaveri sul terreno e 131 prigionieri, dei quali 3 ufficiali, in nostro possesso.
Anche nella zona di S. Michele sul Carso fu respinto qualche tentativo d' attacco nemico.
Lungo la rimanente fronte situazione invariata.
Firmato: CADORNA