Dal Reichstag nessuna parola di pace
Berlino e la Germania si fermano per la seduta del Reichstag. Il 9 dicembre tutti aspettano le dichiarazioni del Governo sulla guerra e sulle ipotesi di pace.
Il discorso del Cancelliere Bethmann-Hollweg non sprizza originalità: si ripetono le stesse cose, si ha lo stesso ottimismo di sempre. Scontato, soprattutto dopo la vincente spedizione balcanica: «L’apertura della strada verso il vicino Oriente è un notevole avvenimento nella storia di questa guerra. Militarmente significa l’unione diretta con la Turchia; economicamente significa completare le nostre provviste».
L’intervento più atteso è quello dei socialisti, nel tentativo di dare una voce unica alle diverse opinioni del Partito, diviso sulla guerra come tutti i suoi fratelli europei.
Il leader pacifista Karl Liebknecht viene messo da parte, a parlare è Philipp Scheidemann: «Noi ci poniamo contro tutti coloro che vogliono fare di questa guerra una guerra di conquista, ma respingiamo anche tutti i piani orditi contro la Germania e la sua sicurezza. Naturalmente non vogliamo saperne di cessione dell’Alsazia e della Lorena».
Viene chiesto al Governo di fare il primo passo, di iniziare i colloqui di pace, pur tutelando gli interessi tedeschi. Bethmann-Hollweg sembra apprezzare la morbidezza dell’intervento, ma resta convinto nelle sue opinioni: «La situazione è tale che una parola di pace, da parte nostra, avrebbe la conseguenza di prolungare la guerra. Darebbe ai nostri nemici un’impressione di debolezza, di stanchezza».
La Germania ora è forte ed è soprattutto conscia della favorevole situazione militare. «Un territorio che va da Arras alla Mesopotamia non lo si può schiacciare economicamente».
Lasciamo Berlino per Atene, dove Venizelos replica a Re Costantino. Anche l’ex Premier viene intervistato dal Times: «Non è esatto che, ai termini del patto greco-serbo, la Grecia fosse esonerata del prestare aiuto alla Serbia. Il trattato era assoluto e, anche se non lo fosse stato, fu un errore diplomatico abbandonare la Serbia alla sua sorte. L’esistenza della Serbia è necessaria all’equilibrio dei Balcani. […] Quel che è successo è noto: il Re obbligò i Ministri, che godevano la fiducia della Nazione, a dimettersi e si rifiutò di intervenire. Si è mai visto un Monarca costituzionale passare sopra il desiderio dei suoi Ministri e del Parlamento?»
Amara la risposta sulle imminenti elezioni: «Saranno una commedia, il nostro partito preferisce astenersi dal voto».
Sul fronte macedone continua la ritirata degli anglo-francesi: lungo il Vardar si rincula di una decina abbondante di chilometri; 1500 le perdite.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Al Reichstag parla il Cancelliere Bethmann-Hollweg. Il socialista Philipp Scheidemann dichiara che il Partito si rifiuta di discutere la cessione dell’Alsazia e della Lorena.
- Replica di Venizelos a Re Costantino sul Times.
Fronte occidentale
- Combattimenti in Champagne, iniziativa degli Alleati.
- Il Generale Castlenau nominato Capo dello staff e Comandante del fronte francese dal Generale Joffre.
Fronte orientale
- Attività d’artiglieria sul fronte di Riga, attacco con il gas da parte dei tedeschi.
Fronte meridionale
- Ritirata degli Alleati dal Vardar. I britannici perdono circa 12 km. di terreno; 1.500 vittime.
- Il Generale Sarrail chiede la ritirata delle truppe greche da Salonicco.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi occupano il passo Sultan Bulak (Persia); in rotta i ribelli e i mercenari turco-tedeschi, sconfitti anche ad Hamadan.
DAL FRONTE
In vari punti lungo la fronte le artiglierie nemiche tentarono di disturbare i nostri lavori di afforzamento.
Tiri aggiustati delle nostre batterie valsero a neutralizzarne l' azione.
Nella zona del Monte Nero, col favore di fitta nebbia, nuclei nemici irruppero in un nostro trinceramento sul contrafforte del Vodil, subito ricacciati da un nostro contrattacco.
Sulla fronte dell' isonzo la impraticabilità del terreno in conseguenza delle intense precipitazioni atmosferiche non scema l' attività delle nostre fanterie.
Sull' altura del Calvario ad ovest di Gorizia fu ieri occupato un ricovero nemico, prendendovi 80 fucili, munizioni ed altro materiale.
Nel settore del Monte S. Michele sul Carso in piccole operazioni offensive furono tolti al nemico 71 prigionieri, dei quali tre ufficiali.
Firmato: CADORNA