4 Febbraio, 1916

Il Montenegro non ci sta

Il Montenegro si morde la lingua, ma solo a metà. Le accuse di aver stipulato accordi segreti con Vienna hanno stuzzicato un nervo scoperto; togliersi qualche sassolino dalle scarpe potrebbe aiutare. L’esiliato Governo montenegrino risponde a mezzo stampa: «L’orrenda fine del nostro Paese è una conseguenza degli errori commessi nei Balcani. Siamo delle vittime e sarebbe umano risparmiarci dal chiarire questi avvenimenti. Se non diciamo nulla è solo per non creare polemiche e far godere i nostri nemici».

In Albania le avanguardie austro-ungariche si fermano una trentina di chilometri a nord-est di Durazzo e occupano Krujë, città simbolo della resistenza all’Impero ottomano, datata a metà del 1400. In questa regione «le linee di comunicazione sono mediocri mulattiere». L’avanzata è per forza di cose macchinosa, lenta; il terreno è acquitrinoso e non è un caso: Krujë deriva dalla parola “sorgente”.

Davide Sartori

Parole d'epoca

Le Scarpe al sole

Paolo Monelli, alpino

Bonan, l' attendente di D'Incà, si dondola per la
strada da Primolano a Feltre, un poco di vino nelile
gamibe e molto desiderio della famiglia che torna a
rivedere dopo tanti mesi di guerra. Che cosa c'è laggiù
in fondo alla strada ? Un'automobile lucida, ferma.
Nemmeno fermarcisi su con il pensiero. Là dentro
viaggiano generali, maggiori, pezzi grossi, quelli 'che
mandano le buste gialle, e allora viene l'allarmi e
l'ordine di tenersi pronti. Ma là vicino c'è un vecchio
soldato, dai lunghi baffi bianchi. Bianchi come quelli
di Pupo che fa il conducente. Ma Pupo ha il pizzo
e i baffi corti, questo vecchio soldato ha solo due
lunghi baffoni candidi. È fermo, e guarda l'automobile.
Un ilarità prepotente guizza attraverso le idee dell'alpino
che avanza un po' traballando. Così vecchio,
l'hanno preso anche lui a fare il soldato! Gli domanderemo
se vuol bere un gotto con m.e, al vecio.

DAL FRONTE

CADORNA

La notte sul 2 il nemico, dopo avere con getto di numerose bombe a mano danneggiato le nostre posizioni sul Col di Lana (AltoCordevole), pronunciò contro di esse un violento attacco. Fu completamente respinto.
Al mattino nostri drappelli esploranti usciti dalle linee senza che il nemico osasse molestarli, constatarono sul terreno le gravi perdite subite dall' avversario durante l' attacco notturno.
Nella zona della Tofana (Alto Boite) tiri efficaci delle nostre artiglierie dispersero nuclei nemici infliggendo loro perdite.
Sull' Isonzo attività delle artiglierie avversarie specialmente dirette sugli abitati. La nostra controbattè ed esegui tiri di interdizione sulle retrovie nemiche.
Due velivoli nemici lanciarono bombe su Gorgo nella laguna di Grado. Lievi danni.

Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori