7 Febbraio, 1916

Zimmerman avverte gli USA

L’ultima volta non andò benissimo, ma quando hai “il dono” tanto vale riprovarci: «L’anno 1916 sarà l’anno della vittoria. Saremo vincitori su tutta la linea, credo per la fine di marzo, massimo settembre». Parole e musica di Madame de Thèbes, la celeberrima pitonessa parigina. Grandissima, nel dicembre del ‘14 aveva previsto la conclusione del conflitto entro l’estate del ’15; saremmo già in ritardo di un anno, ma lasciamo correre.
La signora non le manda a dire e neanche le stelle: «La Francia sarà più grande, più ricca, ma anche più seria. I mariti, tornati dalle trincee, richiameranno la moda femminile alla decenza e al buon gusto». Cosa la indispettisse di preciso non saprei, forse i pantaloni, indumento sempre più utilizzato dalle donne in fabbrica, o forse le prime gonne ad altezza ginocchio.

Più interessante l’intervista di Zimmerman, Sottosegretario di Stato tedesco agli esteri, pubblicata a New York: «La Germania è andata fino all’estremo limite delle concessioni. In nessun caso ammetterà l’illegalità della lotta con i sottomarini.

Il Governo tedesco fece e intende fare tutto il possibile per andare incontro ai desideri americani, ma vi sono dei limiti oltre i quali l’amicizia si rompe. Gli Stati Uniti hanno fatto nuove domande impossibili da accettare. Non dovreste tentare di umiliare la Germania».

Sui giornali del 7 febbraio c’è un protagonista nuovo: è il sergente Georges Guynemer. Aviatore francese, già decorato con la Légion d'honneur, ha completato il suo quinto abbattimento: è diventato un “asso”.

Via Bucarest arriva la conferma di quanto sia incandescente e fragile il calderone dell’Impero asburgico: in Boemia gli indipendentisti cechi hanno incendiato una delle più imponenti fabbriche d’armi al mondo: la Skoda di Plzen. Lì viene prodotta l’artiglieria di grosso calibro austro-tedesca. Le vittime sarebbero 195.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Una parte della grande officina Skoda di Plzen (Boemia), che fabbrica le artiglierie di grosso calibro asburgiche, è distrutta da un incendio per opera di alcuni cechi.

Fronte orientale

  • Duri scontri d’artiglieria attorno Riga.

Parole d'epoca

Se mi salvo la vita è un caso. Diario di guerra (1916-1918)

Di Federico Adamoli

Si è incominciato nella mattina a fare qualche colpo avicenda, anchedi mitraglia.

Nella notte siamo stati avvertiti di essere all’erta da parte tedesca, ma è passata senza incidenti.

Troppo bello

 

DAL FRONTE

CADORNA

Nel Trentino ed in Carnia consueta azione di artiglierie e di nostri riparti esploranti.

Lungo tutta la fronte dell' Isonzo è segnalata una più intensa azione di artiglieria e di velivoli da parte dell' avversario.

Le nostre artiglierie controbatterono con efficacia ed obbligarono gli aeroplani nemici a tenersi a grandi altezze.

Nel settore di Zagora (Medio Isonzo) un nostro aviatore attaccò arditamente due velivoli avversari costringendoli alla fuga mercè il fuoco di mitragliatrici.

Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori