Affondata la Portugal
Conoscete il detto: «Non si spara sulla croce rossa?» Ecco, nella Grande Guerra valeva meno, spesso non ci si faceva caso. La Portugal è di costruzione francese, ma viene utilizzata dai russi come nave ospedale. Porta i simboli ben visibili sulle due ciminiere, le universali, inconfondibili, croci rosse. Non per i tedeschi. Il 30 marzo un sottomarino lancia due siluri e l’affonda nel Mar Nero. Non è chiaro se e quanti feriti ci fossero a bordo, ma di sicuro c’erano equipaggio, infermiere e personale medico; le vittime sono 115.
In Germania si parla proprio di questo. Al Reichstag è terminato il dibattito sull’uso dei sommergibili, la decisione è quasi unanime: «Considerato il contegno inglese, la guerra sottomarina deve continuare risoluta, libera, senza riguardi; costi quel che costi. È un’arma troppo importante».
Dai Balcani il Governo greco risponde all’Intesa sull’unilaterale annessione dell’Alto Epiro. Le vaghe spiegazioni lasciano molto a desiderare: si parla di non precisate «ragioni interne».
Alcune indiscrezioni giornalistiche gettano altra carne al fuoco: Atene batte cassa, avrebbe chiesto un nuovo prestito all’Intesa. E gli Alleati avrebbero risposto, ponendo giusto un paio di condizioni politiche, in amicizia: dimissioni del Gabinetto Skouloudis; scioglimento delle Camere; ritorno al potere di Venizelos. Due cosette, alla faccia dell’ingerenza.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Finisce il dibattito segreto al Reichstag sull’uso dei sottomarini.
- Il Governo greco risponde alla nota dell'Intesa, che le misure prese nell’Epiro rispondono solo a ragioni interne.
- Il Generale Kenichi Oshima viene nominato Ministro giapponese per la guerra.
- Order in Council del Parlamento inglese sul contrabbando.
Fronte occidentale
- Battaglia di Verdun: formidabili attacchi tedeschi ad Avocourt e Douaumont respinti dai Francesi.
Fronte orientale
- I tedeschi vengono respinti verso il fiume Oldenevitz (Pinsk).
Operazioni navali
- La nave ospedale russa “Portugal” viene silurata nel Mar Nero da un sottomarino tedesco, sebbene porti i segnali della Croce Rossa: 115 vittime.
Parole d'epoca
Fuoco senza tregua
di Arturo Cesari
Uscimmo dalla trincea coperta; una vampata di sole caldo c’investì abbarbagliandoci la vista. Nel cielo purissimo brillava il più vivido sole che io abbia mai visto e quel sole cocente ci scaldava il sangue che a tuffi saliva alla testa.
“È morto il capitano” mi dissero.
Un moto di dolore passò sul volto dei soldati; “ma non è vero, è ferito” dissi io. “Avanti!”. Avanti di corsa e ci slanciammo verso il punto da cui si doveva irrompere sulla trincea nemica. Sorpassammo gli altri plotoni, fummo in testa, ma bisognava attendere ancora che giungessero altri soldati perché l’addensamento fosse compiuto. “Alle feritoie! Fuoco! Fuoco!”.
Ormai la trincea rigurgitava di soldati; ad ogni feritoia ce n’erano tre o quattro ed altri dietro non trovando posto attendevano in ginocchio il turno per sparare, ed altri ne giungevano ancora.
“Fuoco senza tregua!”. I fucili scottavano, bruciavano le mani…
Il nemico che sotto l’infuriare del cannoneggiamento si era rintanato nelle caverne scavate lungo la trincea, aveva ripreso animo e cercava di contrastare l’avanzata con un vivo fuoco di fucileria, di mitragliatrici e con getto di bombe a mano. Piovevano i proiettili non solo dalle posizioni frontali ma anche e più da quelle laterali.
Cadevano numerosi i feriti, senza un lamento, senza un gemito: erano subito portati via ed erano subito rimpiazzati.
Nel frastuono assordante dei colpi un ordine si udì: “Cessate il fuoco!”.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Nella zona di Rovereto consueta attività delle artiglierie.
In Valle Sugana furono respinti piccoli attacchi nemici ad ovest di Tesobbo.
Sulle pendici del Col di Lana scontro di pattuglie di skiatori con esito per noi favorevole.
In Valle del Fella, nella zona del Monte Nero e sul Medio Isonzo intensa azione delle artiglierie. Le nostre cannoneggiarono una colonna in marcia sulla strada del Bogatin, danneggiarono le difese nemiche sullo Sleme e dispersero truppe che avanzavano da Polubino.
Sulle alture a nord-ovest di Gorizia il duello delle artiglierie durò ieri intenso tutto il giorno. A notte il nemico che aveva raccolto ingenti riserve, pronunciò un nuovo violento attacco. Questo, iniziato all' estremità settentrionale delle alture di Podgora, si estendeva in breve a tutta la fronte sino al Sabotino. Particolarmente accanita fu la lotta nel settore a cavallo del torrente Peumica. Più volte respinto, l' avversario rinnovava ogni volta con truppe fresche i suoi vani e sanguinosi sforzi. Fu infine contrattaccato, sbaragliato, volto in fuga e lasciò nelle nostre mani 156 prigionieri, dei quali 5 ufficiali.
Sul Carso azioni varie delle artiglierie.
Ad est di Selz i nostri, che già da più giorni stringevano da presso un forte trinceramento nemico, nel pomeriggio di ieri lo attaccarono di viva forza espugnandolo alla baionetta. Numerosi contrassalti eseguiti dall' avversario sino a notte avanzata furono tutti respinti. Nella brillante azione prendemmo al nemico 202 prigionieri dei quali 7 ufficiali, due mitragliatrici, 1 cannone lanciabombe, più di 100 fucili e numerose casse di munizioni e di bombe.
Firmato: CADORNA