Offensiva prematura
Per ogni passo sembra di averne fatti dieci, o venti; sei trattenuto da forze invisibili, il fiato corto. Le grandi operazioni sul fronte orientale sono semplicemente impossibili: la stagione non è quella giusta.
Se ne rendono conto anche a Pietrogrado. Il bollettino ufficiale recita: «Su tutto il fronte è cominciato il disgelo. I terreni paludosi e lacustri sono inondati ovunque; il ghiaccio diventa molle, creando difficoltà straordinarie ai movimenti d truppe e delle artiglierie».
Gli scontri restano scaramucce locali. Dopo appena un paio di settimane i russi devono interrompere il prematuro attacco: hanno perso qualcosa come 100.000 uomini, circa 12.000 per ipotermia; i tedeschi si sono fermati a quota 20.000 in tutto. Nell’esercito zarista non ha funzionato nulla, soprattutto l’artiglieria. Per una grande offensiva bisogna ancora pazientare.
Come spesso è capitato, quando un fronte si placa l’altro si scatena. La battaglia di Verdun riprende un improvviso vigore.
I tedeschi hanno raccolte le energie e si sono scagliati in avanti: il 31 marzo il villaggio di Malancourt e parte di Vaux vengono conquistati; i francesi sono obbligati a evacuare anche le posizioni fra Haucourt e Béthincourt, ma riescono a respingere l’ennesimo assalto a le Mort Homme.
Nei cieli britannici tornano a volteggiare gli zeppelin: sono cinque e seguono rotte diverse. Il raid sulla costa orientale causa 48 morti e 64 feriti, ma gli inglesi hanno comunque qualcosa da festeggiare: per la prima volta riescono ad abbattere un dirigibile, andato giù alla foce del Tamigi.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Primo Ministro inglese Asquith arriva a Roma, accolto da grande entusiasmo.
- A marzo 78.769 tonnellate di carichi sono stati persi per l'affondamento di navi.
- L’Army Council inglese stabilisce le requisizioni di fieno e paglia.
Fronte occidentale
- Battaglia di Verdun: i francesi evacuano Malancourt e le posizioni fra Haucourt e Béthincourt.
- Malancourt e parte di Vaux cadono in mano dei tedeschi. Respinto un attacco tedesco a le Mort Homme.
- Raid degli zeppelin sulla costa est dell’Inghilterra: 48 morti, 64 feriti; lo zeppelin “L.-15” abbattuto dalla contraerea vicino alla foce del Tamigi.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi sconfiggono i turchi a Kara Malachkan (Caucaso).
Parole d'epoca
Verso Lubiana
di Bortolo Galletto, 116° reggimento fanteria, brigata Treviso
31 Marzo 1916 ore 9 – Dal castello di Lubiana Gorizia. La parte più lontana del Podgora è abitata da borghesi e da soldati. La città è bella per larghe strade – edifici grandiosi – palazzi e monumenti. Le donne – alcuni e molti borghesi ci insultavano domandandoci se in otto giorni abbiamo preso la città. Qualcuno ci guarda anche con occhio compassionevole – i soldati austriaci parte con occhio di soddisfazione – parte con invidia pensando quasi che per noi era finita. Molta truppa nelle retrovie e in tutti quei paeselli ridenti che si snodano oltre Gorizia così come verso Cormons a destra ed a sinistra della strada stabilimenti della Croce Rossa e militari ben tenuti – così la strada... forni, macchine di ogni genere e la ferrovia che giunge fino ad un paesello presso Gorizia. Si prosegue a camminare per tre ore circa fino ad un borgo dove sostammo. Potemmo mangiare qualche cosa acquistando a caro prezzo e cambiando moneta Italiana con moneta Austriaca. Ci fermammo fino alle 21. Il Ten. Fanelli poté vedere un suo fratello ferito e sapere ancora qualche triste novità.
Di lontano si sentiva ancora rombare il cannone e da vicino il rumoroso movimento del carreggio – e automobili e cavalli! Noi eravamo stanchissimi! Alla mattina i più anziani io – cap. Pollon fummo interrogati da due distintissimi ufficiali a Gorizia – i quali furono dei gentiluomini perché non insistettero nel chiederci notizie d'indole militare. Verso le 21 adunque con il cielo stellato ci avviammo ad una stazioncina dove noi ufficiali prendemmo luogo in un vagone di 2a classe ed un lentissimo treno ci condusse verso nord-est. Verso mezzanotte (si gelava dal freddo) a mezzo di un aspirante cadetto potemmo avere il the. Si dormicchiò alla meglio – stanchi come eravamo – abbattuti per l'incerto avvenire e perché il treno ci allontanava dalle terre nostre. E si pensava ad un tumulto di impressioni e di idee – a questo grande macello Europeo – a tanti conflitti di opinioni e di razze e di teorie filosofiche – alla posizione dell'Italia nell'attuale conflitto; al delitto commesso dagli interventisti nostrani, a tanti poveri morti e feriti ed ammalati! Alle tristi ripercussioni morali ed economiche – al nessun risveglio religioso o morale. La sole scialbo si alzò alla mattina su un paesaggio bellissimo montano. Si aveva completa la visione dell'altipiano di Asiago! Boschi meravigliosi di pini e abeti – pascoli e capanne e case e pittoreschi paesetti.
E si continuò per ore e ore lentamente! A Verd scesero 200 dei nostri soldati. Le stazioni ben tenute – ovunque soldati – la nazione armata. Ma già comprendiamo che l'Austria è deficente per cibi e per alcuni oggetti e specialità – verso le undici dopo 14 ore di treno si arrivò a Lubiana! Si aveva percorso forse 200 Km.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Valle di Daone, il giorno 29, scontro di piccoli riparti sulle pendici di monte Melino. Il nemico, respinto e fugato, abbandonò armi e munizioni.
In Valle Sugana le nostre artiglierie dispersero una colonna e carreggio in marcia da Calceranica verso Caldonazzo.
Sono segnalate efficaci azioni della nostra artiglieria: nell' Alto Cordevole, contro baraccamenti alla testata di Rio Selvaza; nell' Alto Boite, contro truppe nemiche nei pressi di Som-Pauses, a nord-ovest di Podestagno.
Lungo la fronte dell' Isonzo, ieri, azioni intermittenti delle artiglierie ostacolate da dirotta pioggia.
Maggiori particolari intorno al successo delle nostre armi a destra di Selz mettono in luce la bella condotta della Brigata Acqui. Il giorno 27, con vigoroso sbalzo offensivo, essa espugnava un tratto di circa 150 metri di un esteso e fortemente munito trinceramento nemico. Rigettati violenti contrattacchi dell' avversario, le valorose truppe, risolute ad espugnare ad ogni costo l' intero trinceramento, vi riuscirono nel pomeriggio del 29, dopo tre giorni di lotta aspra e continua, facendo numerosi prigionieri e ricco bottino di armi.
Firmato: CADORNA