11 Aprile, 1916

Adamello estremo

La guerra in alta montagna è un’altra cosa. Ci si aggrappa a ogni minimo sperone, si addentano le pareti, si penzola su dirupi senza fine. Manchi un appoggio e sei fregato. E le condizioni sono estreme. Se poi le postazioni da conquistare sono oltre i 3.400 metri d’altezza ed emergono dai ghiacci come cattedrali nel deserto, allora ti manca l’aria e l’Adamello lo vorresti solo contemplare. Magari in silenzio, accarezzando le nuvole.
La neve smorza i passi, ma l’11 aprile «arditi nostri reparti» lanciano l’assalto alle creste rocciose di Lobbia Alta e del Dosson di Genova.

Sul fronte occidentale la tentata offensiva tedesca è fallita. Berlino annuncia la presa di Béthincourt, ma i francesi hanno respinto gli attacchi a Douaumont e Vaux. Una pioggia senza soluzione di continuità ha bloccato tutte le manovre: i soldati sono statue di fango, le Mort Homme resta in mani francesi, Verdun non è stata circondata e le perdite umane sono costate molto più dei guadagni. A proposito di perdite: la Germania ha superato quota 2.700.000 dall’inizio della guerra. 


Parigi ha di meglio da fare, per esempio concentrarsi su qualcosa di probabilmente inutile, forse persino dannoso. La Camera discute di ringiovanire i vertici militari, di abbassare l’età dei Generali al comando. «Per vincere le battaglie bisogna avere ardore, prontezza di decisione, audacia, spirito offensivo. Queste sono altrettante caratteristiche da uomini giovani». Davvero un principio scientifico, non c’è che dire. Se ne potrebbe discutere all’infinito, ma lasciamo stare. Anzi no, qualche esempio merita di esser fatto: Hindenburg ha 68 anni e ha appena festeggiato mezzo secolo tondo di servizio militare; Mackensen va per i 67; e i francesi rinuncerebbero a Castelnau e Pétain, due tra i Generali più amati. La verità è un’altra: non conta il colore dei capelli, ma le abilità, le competenze. Gli incapaci andrebbero sostituiti a prescindere dall’età.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Le perdite tedesche dall'inizio della guerra ammontano a 2.730.917.
  • Si dimette il Governo portoghese.

Fronte occidentale

  • Battaglia di Verdun: fallisce l'attacco tedesco al settore Douaumont-Vaux, tentativo a vuoto di circondare Verdun.

Fronte italiano

  • Gli italiani iniziano una serie di ardue operazioni nella zona dell'Adamello, per la conquista della linea Lobbia Alta-Dosson di Genova a 3300 metri d’altitudine.

Fronte d’oltremare

  • Kionga (Africa orientale) conquistata dalle truppe portoghesi.

Parole d'epoca

Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria

di Don Giovanni Folci

A piedi raggiungiamo il Planina70. C'incontriamo collo battaglione che deve discendere a 70 Monte a ovest di Plava. 31 Plava. Prendiamo la mulattiera quando scoppi fragorosi dal fondo della valle attirano la nostra attenzione. Un attimo, il costone spartiacque dei monti dietro il Kuch, la vetta del medesimo ed altre cime intorno sono diventate bocche di fuoco eruttante. Il rombo si fa sempre più intenso, frequente, rabbioso la vallata da *** al vallone di ***, la 2.983 è avvolta in un minuto di luci strane e di nuvolette di fumo travolte da folate di vento che le disperde; sono srapnels e srapnel-granate. "Si attenda" è la parola d'ordine che viene pure trasmessa al comando di battaglione. 
Un colpo scoppia nell'aria non molto lontano. lo, che seguo la comitiva solleticato dal manifesto timore di qualcuno che di corsa si va ad imbottigliare in un camminamento coperto, dò l’allarme. Dieci-venti minuti di bombardamento. Qualche fucilata, poi silenzio. Le truppe partono e noi pure per la mulattiera. Dal fondo della conca di Plava salgono colonne di fumo nero in uno sfondo di luce paurosamente rossastra. Diverse granate incendiarie hanno applicato fuoco ad una baracca di riserva per materiali di costruzione.

 

DAL FRONTE

Nel tratto della fronte fra Valle d' Adige e Valle Sugana il nemico ha aperto il fuoco con nuove batterie di grande potenza efficacemente controbattuto dalle nostre. Tiri aggiustati delle nostre artiglierie produssero vasti incendi nei pressi di Calceranica (Lago di Caldonazzo) e danneggiarono gravemente il forte di Luserna (Alto Astico). Sull' Isonzo anche ieri si ebbe intensa attività delle artiglierie e lungo tutta la fronte, specialmente sulle alture a nord-ovest di Gorizia. Sul Carso colonne nemiche, che si dirigevano su Oppacchiasella ed Hudilog, furono bersagliate dal nostro fuoco. La notte sul 10 idrovolanti nemici lanciarono 11 bombe su Grado. Nessuna vittima e danni insignificanti.

Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori